Primo romanzo dell’era moderna, più di quattro secoli dopo «Don Chisciotte» è sempre attuale. Forse perché la sua pazzia è così moderna? O perché Don Chisciotte non è per nulla pazzo ma è solo più facile definire così le sue “allucinazioni”?

Del film di Terry Gilliam si è molto parlato, meno di «Dulcinea» di Luca Ferri che sta muovendo i primi passi al Torino Film Festival. Il balletto musicato da Ludwig Minkus è attuale cavallo di battaglia del corpo di ballo della Scala: in queste settimane in tournée in Australia.

Da poco hanno debuttato Alessandro Benvenuti e Stefano Fresi con «Don Chisci@tte. Requiem per un mulino a vento», moderna rilettura di cotanto romanzo. A Milano, dulcis in fundo, da oggi Corrado d’Elia riporta in scena al teatro Leonardo il suo «Don Chisciotte» (via Ampère 1, fino al 2 dicembre, ore 20.30, dom. ore 16.30, 25 euro): omaggio a uno dei grandi sognatori della storia e della letteratura.

Come diceva Corrado d’Elia in vecchi conversari: «Questo spettacolo è dedicato a tutti gli illusi, a quelli che parlano al vento. Ai pazzi per amore, ai visionari. Agli eroi dimenticati e ai vagabondi. A tutti i cavalieri erranti. In qualche modo, forse è giusto e ci sta bene: a tutti i teatranti».

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