Nuovi linguaggi

L’arte spiegata in 60 secondi: per Google e i musei italiani, breve è meglio

L’arte spiegata in 60 secondi: per Google e i musei italiani, breve è meglio
(ansa)
Nasce il progetto Make It Short, una web serie ideata dalla Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea di Roma in collaborazione con 10 giovani donne creator di YouTube
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Quando abbiamo incontrato a Milano il capo di Google Arts & Culture, Amit Sood, ci ha detto che “i musei esisteranno ancora a lungo”. Nonostante Google, e altre società tech, stiano da tempo digitalizzando l’arte per renderla più accessibile lontana dalle loro stanze. Il problema, semmai, è riempire questi stessi musei di un pubblico giovane, abituato a fare esperienze sui social e già proiettato, idealmente, al metaverso.

“È importante vivere un museo di persona - ci ha detto in occasione della partnership tra Google Arts & Culture e la Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano - perché puoi guardare numerosi video sui social network ma non avrai mai le stesse sensazioni che si provano dal vivo”. Sood, tuttavia, concorda sul fatto che le nuove tecnologie e le nuove forme di storytelling che abitano il web, in particolare i video short da 60 secondi, costituiscono “un gancio essenziale” per i musei e gli istituti culturali che intendono attirare i ragazzi.

Lo ha capito anche Cristiana Collu, direttrice dal 2015 della Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea che si trova a Roma, a un passo dal verde di Villa Borghese. Collu, come tanti altri direttori di musei prima di lei, ha stretto un accordo con Google Arts & Culture, e in particolare con YouTube, per rivitalizzare e ampliare l’engagement digitale con i giovanissimi.


Make It Short, il trailer della web serie di YouTube sulla Galleria Nazionale d'arte moderna e contemporanea

L’iniziativa si chiama Make It Short ed è una ‘serie’ YouTube creata da dieci giovani donne creator. Ogni giorno alle 14, da oggi 23 giugno fino al 10 luglio, le creator scelte per questo progetto racconteranno, in chiave pop, 20 capolavori delle collezioni del museo utilizzando proprio YouTube Shorts, la funzione della piattaforma che permette di creare clip da 60 secondi direttamente col proprio smartphone.

Le creator sono Basic Gaia, Federica Mutti, mrtndamex, Lucrezia Oddone, Gaia Lapasini, Carolina Chiari, Ginevra Iorio, Pitta, Eleonora Tani e Valeria De Angelis e Maria Chiara Cicolani di Eterobasiche. I video sono stati girati da Carlotta Marrucci con Marta Antonioli e Nicola Baraglia, e sono arricchiti dalle illustrazioni animate di Martì Guixé, designer, artista e curatore catalano.

(ansa)

Il primo short, firmato Basic Gaia, è già online. Nel corso della presentazione del progetto, che si è svolta nella Sala della Guerra della Galleria nazionale, abbiamo avuto l’occasione di vederne altri in anteprima. Il tono colloquiale e le trovate ‘social’ a volte divertono, altre invece lasciano un po’ interdetti, si ha l’impressione che si ricerchi a tutti i costi la battuta. E questo non vuole essere un progetto di standup comedy, è chiaro. 

Make It Short, Basic Gaia racconta "Le tre età" di Gustav Klimt


Eppure molti filmati funzionano e funzioneranno, tra i giovani, perché il loro sguardo è diverso, noi non lo capiamo ma è diretto ‘altrove’, anche nel caso dell’arte. Lo dice anche Vera Gheno, sociolinguista che ha scritto un libro scelto dal ministero dell’Istruzione, in questi giorni di Maturità, per dare forma alla traccia d’attualità della prova d’italiano. “Se usiamo i nostri schemi mentali sui più giovani - ci ha detto Gheno - non faremo altro che perpetuare un braccio di ferro con le nuove generazioni. Dobbiamo capire il loro altrove”.

E quell’altrove, guardano una tela di Fontana, è molto vicino al pensiero dell’uomo della strada, che da tempo immemore si interroga su quei ‘tagli’. E dunque la creator di turno li osserva, concentrata, e poi dice, in romanesco: “Che ce vo’ a fa un tajo?”. E anche se l’hai pensato mille volte, e un po’ te l’aspetti, sorridi. Ma quando la ragazza si interroga su ciò che c’è dietro la tela, dietro quelle fessure, allora sì che il linguaggio ‘innovativo’ fa centro, con poche parole ti trascina nella Galleria, in quella stanza. In parole povere, come si augurano Collu e i suoi colleghi, ti fa venire voglia di saperne di più.

Perché il rischio di banalizzare l’arte, per molti, è alto, con video così ironici di pochi secondi. Video in cui Anna Zborowska, l’olio su tela di Modigliani, viene accostata a un selfie. Fa storcere il naso a qualcuno? Probabile. Funziona con il pubblico giovane? Molto più probabile.

(ansa)

Certo è che Google e i musei italiani hanno la stessa missione, al momento: “L’idea di parlare con nuovi linguaggi”. Sono parole di Massimo Osanna, Direttore generale dei musei italiani, che si rallegra dei dati sugli ingressi post Covid: “I giovani tornano nelle gallerie d’arte e più in generale nei luoghi della cultura”.

Sulla stessa frequenza d’onda Luca Forlin, responsabile per l'Europa, il Medio Oriente e l'Africa delle partnership strategiche di Google nel settore news e informazione, che afferma: “Gli short sono il linguaggio creativo della contemporaneità. Non c’è nulla che non possa essere toccato dall’innovazione degli short”. E poi anche lui dà un dato importante: “Un miliardo e mezzo di persone fruiscono di YouTube Shorts ogni mese”.

Insieme agli shorts, la Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea proporrà dal 12 luglio, sempre online, anche la seconda stagione di Breve videostoria di (quasi) tutto dal titolo The Important Thing (About Movies, Architecture and Literature): nove episodi long-format con Carlotta Vagnoli, Sabrina Efionayi, Valeria Della Valle, Ema Stokholma, Irene Vetere, Elisa Fuksas, Francesca Perani, Federico De Matteis e Simone Bove.