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POLITICA

Vertice a Palazzo Chigi

Manovra, il governo: "Non è questione di decimali, ma di crescita"

Terminato dopo poco più di un'ora l'incontro tra il premier, i vicepremier, Tria e i sottosegretari alla presidenza del Consiglio e all'Economia. Avviato il percorso politico per arrivare a un accordo con Bruxelles dopo la doppia bocciatura della manovra. Confermati gli obiettivi reddito cittadinanza e pensioni. Centinaio: "C'è un problema nel governo, lo spread alto spaventa"

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E' terminato dopo poco più di un'ora il vertice a Palazzo Chigi sulla manovra tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini e il ministro dell'Economia Giovanni Tria. Alla riunione, a quanto si apprende, hanno partecipato anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti e i sottosegretari all'Economia Laura Castelli e Massimo Garavaglia.

In una nota congiunta, Palazzo Chigi fa sapere che non è stato affrontato il tema dei decimali, ma si è discusso della cena di sabato sera a Bruxelles tra il premier Conte e i vertici della Commissione europea- dopo la doppia bocciatura della manovra- e di emendamenti "nell'ottica di arrivare a un accordo con Bruxelles", aggiungono fonti del ministero dell'Economia.

Stimeremo le spese, poi riallocheremo
"Per quanto riguarda il dialogo incorso con le istituzioni europee, si è concordato di attenderele relazioni tecniche sulle proposte di riforma che hanno più rilevante impatto sociale, al fine di quantificare con precisione le spese effettive. Le somme recuperate saranno riallocate, privilegiando la spesa per investimenti" afferma la nota del Governo.

Se lo 0,2% in meno evitasse l'infrazione ragionamento possibile
Il governo insiste: non è una questione di decimali ma, se uno 0,2% in meno di rapporto deficit/Pil potesse evitare la procedura di infrazione, allora "potremmo ragionarci". È quanto filtra da fonti autorevoli di governo, ritenendo comunque improbabile che questo possa servire a cambiare i piani di Bruxelles.

Confermati gli obiettivi reddito-pensioni
Nel vertice sono stati "confermati gli obiettivi già fissati, in particolare sulle pensioni, sul reddito di cittadinanza e sulla tutela del risparmio".

Valutati emendamenti parlamentari
Sono stati inoltre "valutati gli emendamenti di iniziativa parlamentare al ddl sulla legge di bilancio e concordati quelli che saranno oggetto di approvazione".

Entro 48 ore primi risultati valutazione impatto misure
Entro 24-48 ore potrebbero arrivare i primi risultati dal Mef, per stabilire se anche solo una dilazione nell'entrata in vigore dei provvedimenti possa apportare qualche beneficio alle casse pubbliche. Fonti M5S confermano, al momento, il dl su reddito e pensioni di cittadinanza entro Natale.

Centinaio: decidono i leader, ma il deficit scenderà
"I leader sono in riunione e decidono, ma credo proprio che il deficit che è in manovra scenderà. Bisognerà rinunciare a qualcosa e i capi politici capiranno quali sono le priorità" ha dichiarato il ministro per le Politiche Agricole e Forestali e per il Turismo, quando il vertice era ancora in corso. "Un problema c'è. C'è un problema nel governo perché lo spread alto spaventa".

Le richieste dell'Ue
La Commissione europea chiede all'Italia di mettere nero su bianco il calo del deficit e il contenimento della spesa nella manovra. Ma per farlo bisogna "rimodulare" il reddito di cittadinanza e "quota 100": rinviarli a maggio, ridurre la platea. L'intesa ancora non c'è: la Lega propone di trasformare il reddito in taglio del cuneo fiscale per le imprese ma per il M5s l'ipotesi non esiste.

E' Mario Draghi a mettere il sigillo sul confronto che si è aperto tra Roma e Bruxelles per evitare - o ridimensionare - la procedura d'infrazione: "Al momento un dialogo c'è", osserva il presidente della Bce, "fiducioso" su un'intesa. Ridurre il debito abbassando il deficit serve ai Paesi per "rafforzarsi", ricorda Draghi. E aggiunge, senza citare l'Italia, che misure "insostenibili" sono non solo un rischio per l'Eurozona ma anche il preludio a politiche di austerità, "socialmente dolorose".   

Dialogo, dunque. Contatti, fa sapere il portavoce di Jean Claude Juncker, sono in corso "a tutti i livelli". Conte fa osservare i "segnali positivi dello spread", che scende da 306 e290 punti base, con un picco minimo di 279 punti, mentre la borsa di Milano chiude in rialzo del 2,77%. E, pur dicendo di non voler "parlare di decimali", il premier rilancia l'ipotesi di abbassare il deficit dal 2,4% al 2,2%, con un taglio delle misure in manovra "da 3,6 miliardi". Che a Bruxelles basti, è da dimostrare: c'è chi ipotizza che, tra la richiesta di deficit sotto il 2% e la proposta italiana, si possa chiudere al 2,1%. Salvini conferma l'apertura e dice di non volersi "impiccare agli zero virgola": tagliare il deficit può essere "un'avanzata, un'uscita dalla trincea" per togliere "alibi" all'Europa ed evitare un "no pregiudiziale" alla legge di bilancio italiana. 

Ma le promesse, hanno spiegato Conte e Tria ai vicepremier, a Bruxelles non bastano più: una correzione del deficit potrebbe essere portata già mercoledì in Cdm. Ma sul "quanto e cosa" tagliare, il governo litiga, tanto che si potrebbe prendere tempo, sostenendo di dover aspettare i calcoli tecnici sull'impatto della riforma delle pensioni con "quota 100" e del reddito di cittadinanza. Se le due misure partiranno a febbraio, sostiene il leghista Claudio Borghi, si risparmieranno 3 mld sui16 previsti in manovra. In realtà, spiegano le fonti dialoganti, Mef e Palazzo Chigi starebbero lavorando per convincere Salvini e Di Maio a far partire le due misure più in là: ad aprile o,meglio, maggio (a ridosso delle europee). Ma qui iniziano i problemi perché, sebbene il premier assicuri che il governo è "coeso" e che le risorse recuperate andranno a investimenti (15mld in più nel triennio), "rimodulare" le misure è indigesto.

Il reddito di cittadinanza "non cambia pelle", assicura il leader M5s. Ma la Lega, che vuol spostare l'asse della manovra sugli investimenti, spinge perché cambi. La proposta più "estrema" sul tavolo del vertice di Palazzo Chigi prevede la trasformazione del reddito in un taglio del cuneo fiscale: non darlo, cioè, ai singoli ma direttamente alle aziende che li assumono. Non esiste, replicano dal M5s. E fanno sapere che stanno lavorando a una soluzione "bomba". In parallelo, Salvini assicura che "quota 100" arriverà a febbraio, ma "non tutti i 500mila che avrebbero facoltà" ne usufruiranno, riducendo i costi. Anche in questo caso, però, rischia di non bastare: la prima finestra, viene spiegato, va fissata non prima di maggio.

Si riapre, insomma, il cantiere manovra. E alla vigilia dell'inizio dei voti in commissione rientra in discussione, nel vertice di Palazzo Chigi, l'intero pacchetto di emendamenti. Rischiano di restringersi i cordoni della borsa per le proposte parlamentari e di saltare, dicono dalla Lega, la "sugar tax" sulle bibite zuccherate. Anche su questo, si discute.