Il Parlamento di Kiev ha dato il via libera alla legge marziale per 30 giorni a causa della nuova crisi con la Russia nel Mar Nero, dopo il sequestro di 3 navi ucraine da parte della Russia nello stretto di Kerch.  Un progetto di legge ad hoc è stato approvato da 276 deputati, mentre era richiesto un minimo di 226. L’ok è arrivato alla presenza del presidente, Petro Porochenko, e del premier, Volodymyr Groïsman.

Kiev lancia una pesante accusa a Mosca anche al Consiglio di sicurezza dell’Onu. “Secondo dati di intelligence disponibili, c’è una chiara minaccia di invasione di Mariupol e Berdyansk”, ha detto Volodymyr Yelchenko, rappresentante permanente dell’Ucraina alle Nazioni Unite. “E’ stata una provocazione deliberata“, ha proseguito Yelchenko riferendosi al sequestro, evidenziando che l’Ucraina “vuole risolvere la situazione con mezzi politici e diplomatici. Allo stesso siamo pronti ad utilizzare ogni mezzo per difenderci”.

Con la luce verde da parte dell’organo legislativo – stando a quanto riportano i media locali – il governo avrà il potere di limitare le manifestazioni pubbliche e il diritto di sciopero, e potrà regolare l’attività dei media in base alle necessità di guerra e quindi limitare il diritto di opinione e di parola. I cittadini potranno essere obbligati a svolgere compiti “socialmente necessari” per le strutture di difesa e a ospitare militari nelle loro case se verrà loro ordinato.

Verranno inoltre ridotti il diritto al segreto delle comunicazioni (comprese lettere e telefonate) e quello alla non intromissione nella vita privata familiare, il diritto allo spostamento e il diritto al lavoro, il diritto all’istruzione e quello a possedere, usare e gestire i propri beni, che potranno quindi essere confiscati e utilizzati dallo Stato.

L’Ucraina non aveva introdotto la legge marziale neanche nel 2014 e nel 2015, cioè nei mesi più sanguinosi della guerra nel Donbass tra le truppe di Kiev e i miliziani separatisti sostenuti dal Cremlino. La proposta di applicarla dopo lo scontro di ieri tra le forze marittime di Kiev e di Mosca a largo della Crimea è considerata da alcuni analisti un tentativo di Poroshenko di usare la carta del conflitto con la Russia per aumentare la propria popolarità in vista del voto di marzo, che lo vede sfavorito alle spalle di Yulia Tymoshenko e Volodymyr Zelensky.

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