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Libertadores, River-Boca: incidenti prima della gara. Ufficiale: match posticipato a oggi

I tifosi del Boca Juniors (ansa)
La finale di ritorno al Monumental si giocherà oggi alle 21. Alta tensione prima del match a causa dell'assalto al pullman del Boca per mano degli ultras del River. Dopo il lancio di sassi e  fumogeni, Pablo Perez e Gonzalo Lamardo sono stati trasportati in ospedale. Tevez: "Ci stanno costringendo a giocare, ma siamo feriti"
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BUENOS AIRES -  Non c'è mito, non c'è mistica, non c'è magia. Sulla finale di ritorno di Copa Libertadores cala solamente un velo di vergogna, grande quanto l'Antonio Vespucio Liberti, per tutti il Monumental. Doveva essere il giorno della gloria per il calcio argentino, la rivalità tra River Plate e Boca Juniors da sublimare in 90 minuti, al netto di eventuali supplementari.

Si è trasformata in un pomeriggio di indegna violenza, una sconfitta per tutto il Sudamerica. Incidenti tra sostenitori dei "Millonarios" e polizia, assalti al bus "xeneize", inviti più o meno velati a giocare comunque da parte dei vertici della Conmebol e della Fifa, nel tentativo di individuare un bene supremo che, molto semplicemente, non aveva ragione di esistere.

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River-Boca non si gioca, rinviata alle 17.00 locali di oggi (le 21.00 italiane), dopo un lunghissimo tira e molla tra le parti e una sfilza di eventi difficile da descrivere. Nulla che finirà negli annali, ma che certamente rimarrà nella mente di chi ha dovuto assistere a qualcosa di incredibile.

L'incontro, inizialmente previsto per le 17 ore locali, era già stato rinviato di un'ora dopo l'assalto di un gruppo di ultras del River all'autobus che trasportava i giocatori del Boca, alcuni dei quali rimasti feriti. Il pullman che portava allo stadio Monumental la squadra xeneize era stato preso d'assalto da alcuni teppisti che hanno rotto i finestrini del mezzo tirando pietre verso i giocatori.

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L'uso di lacrimogeni da parte delle forze dell'ordine per disperdere i tifosi del River ha provocato intossicazione e attacchi di vomito a 6 calciatori delle 'xeneizes': Carlos Tevez, Fernando Gago, Julio Buffarini, Agustin Almendra, Nahitan Nandez e Dario Benedetto.

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Il Boca Junior spingeva per rinviare la gara viste le condizioni di diversi suoi giocatori vittime dell'aggressione mentre si trovavano sul pullman. "I giocatori sono tutti feriti, non si può giocare", ha commentato il dirigente del Boca, Christian Gribaudo. Anche Carlos Tevez si era presentato davanti alle telecamere di Fox Sports Argentina insieme a Fernando Gago.

"Ci stanno costringendo a giocare questa partita. Non siamo in grado di scendere in campo, il nostro capitano ha una lesione oculare", ha dichiarato l'ex juventino. "L'unica spiegazione che riesco a darmi per la loro volontà di farci giocare è un problema sociale - ha detto Tevez - Penso sia questo il motivo, qualcosa che va oltre le condizioni in cui ci troviamo in questo momento come squadra. Vogliamo solamente dire alla gente che ci stanno costringendo a giocare e alle nostre famiglie che stiamo bene, anche se non ci permettono di comunicare con loro".

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Gago invece aveva detto: "Alcuni di noi fanno fatica a respirare, non si può giocare in queste condizioni". Secondo l'emittente Caracol Deportes, anche il presidente della Fifa Gianni Infantino aveva preso posizione sull'accaduto, confermando però l'intenzione di far disputare il match. "Voglio che ci sia un responsabile per quello che è accaduto - ha detto Infantino ai dirigenti di Boca e River - ma la partita si deve giocare". Alla fine, la partita non si è giocata.
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