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Zarif ai Med Dialogues, salviamo l'accordo sul nucleare

A Roma la quarta edizione. Moavero: Med torni centrale

23 novembre 2018, 11:48

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(di Anna Lisa Rapanà)

ROMA - Sul nucleare "abbiamo negoziato un buon accordo, è la bellezza del compromesso. Non abbiamo impiegato tutto quel tempo nei negoziati per poi chiamarci fuori. Vogliamo rimanere". Con la presenza del ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, l'Iran è balzato in primo piano nella giornata di apertura dei Med Dialogues a Roma.
La Siria e il rapporto con la Russia, l'accordo sul nucleare e le sanzioni al centro del panel che lo ha visto protagonista e in cui ha messo in guardia l'Europa, ma non solo: "L'Iran non solo sopravviverà (alle sanzioni e alla possibile fine dell'accordo sul nucleare) ma prospererà. Il risultato sarà però che il popolo iraniano non crederà più alle promesse che vengono fatte dall'estero". E mentre "è importante che l'Ue faccia sentire la sua voce", il messaggio di Zarif non esclude gli Stati Uniti di Donald Trump: "Se facciamo un accordo con gli Usa chi vi garantisce che la firma varrà qualcosa?".
La quarta edizione dei Med Dialogues è stata aperta dal ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, alla presenza del presidente Mattarella. "Il cantiere è grande, siamo tanti, cerchiamo di mobilitarci tutti", ha scandito il titolare della Farnesina. "Perché è solo con una mobilitazione corale, ponendo fine alle rivalità spicciole, che avremo la possibilità di ridare al Mediterraneo quella funzione centrale che ha avuto nella Storia soprattutto come culla di civiltà, di tolleranza, di capacità di lavorare insieme".
Moavero non ha mancato di ribadire che "la geografia conferisce all'Italia una responsabilità particolare" nel Mediterraneo, ancora teatro "di instabilità, di tanti traffici illegali. Il ministro ha quindi sottolineato come bisogna "capire che chi fugge da guerre deve trovare accoglienza. Ma anche di fronte al migrante economico non si deve restare ottusamente chiusi, ci dobbiamo porre domande, capire perché fugge, intensificare iniziative per lo sviluppo e metter fine al traffico di esseri umani".
Roma è tornata così ad essere - da oggi e fino a sabato 24 novembre - il centro del Mediterraneo, ospitando un numero straordinario di protagonisti di politica ed economia, studiosi ed analisti, esponenti delle organizzazioni internazionali e di grandi aziende, nell'iniziativa promossa dal Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale e dall'ISPI che rappresenta uno dei principali fori globali di riflessione e dialogo sull'area. Tra gli ospiti il presidente iracheno Barham Salih, ma anche il segretario generale della Lega Araba Ahmed Aboul Gheit; Ayman Al Safadi, ministro degli Esteri della Giordania; Anwar Gargash, ministro degli Esteri degli Emirati arabi uniti, Mohamed Taher Siala, ministro degli Esteri del governo di unità nazionale libico.
Ma anche Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato, in un panel insieme con il ministro della Difesa italiano Elisabetta Trenta. Quest'ultima si è in particolare soffermata sullo stato dell'arte nella lotta all'Isis, battuto sul terreno ma fenomeno che non è scomparso. Si è trasformato - ha spiegato - e per contrastarne la minaccia è necessario lo sforzo della comunità internazionale unita, così come è importante il ruolo dei paesi del Mediterraneo e il coinvolgimento pieno ed inclusivo delle autorità locali e della società civile. La seconda giornata dei Med Dialogues, oggi, vedrà tra i protagonisti l'ad di Eni Claudio Descalzi, Tarek El Molla, ministro del Petrolio egiziano; Serghei Lavrov, ministro degli Esteri russo; Alessandro Profumo, ad di Leonardo; Riyad Malki, ministro degli esteri palestinese; Sameh Shoukry, capo della diplomazia egiziana. 

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