22 novembre 2018 - 21:58

Veronica: «Ho ritrovato mia madre leggendo di lei in un libro. Adesso mi godo i fratelli»

Veronica, 43 anni, e sua sorella Paola, 38 anni, si sono rincontrate sei anni fa grazie a Facebook. Separate da bambine, erano state adottate da famiglie diverse. Online hanno ritrovato dopo 27 anni la madre scoprendola protagonista di un libro

di Rossella Burattino, Instagram : rossella_burattino

I fratelli Veronica, Fedra, Paola e Francesco I fratelli Veronica, Fedra, Paola e Francesco
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Come un puzzle, pezzo dopo pezzo, hanno ricostruito la loro infanzia girovaga. Separate da bambine, adottate da famiglie diverse, non hanno mai perso la speranza di ritrovarsi. Veronica Veneroni, 43 anni, e sua sorella Paola Almasio, 38 anni, si sono rincontrate sei anni fa grazie a Facebook. E non solo. Proseguendo le ricerche su Internet hanno ritrovato dopo 27 anni la madre scoprendola addirittura protagonista di un libro. «Una vita rocambolesca, fantasiosa e accelerata – racconta Veronica, artista, scenografa e commessa italo-giapponese -. Francesca e Hiroyuchi, i miei genitori biologici, si sono conosciuti in Afghanistan, erano due hippy: viaggiavano per il mondo immersi nella natura e credendo soltanto nella spiritualità. Io sono nata a Tokyo, mio fratello Francesco a Kathmandu, in Nepal e mia sorella a Mumbai, in India. Hanno continuato a cambiare Paesi per anni, dalla Thailandia all’Indonesia, vivendo di stenti, fino a quando mio padre ha deciso di tornare in Giappone a Yamaguchi. Mia madre non si è mai ambientata, ha sofferto per le continue sparizioni di mio padre e ha voluto trasferirsi in Italia».

Il periodo più duro

A Padova inizia un periodo ancora più duro. «Non avevamo nulla – continua -. Siamo stati aiutati dalle suore per qualche anno, poi ci hanno diviso e mandati in collegi diversi e, infine, sono intervenuti gli assistenti sociali. Io e mio fratello siamo stati adottati da una famiglia di Villasanta (Monza) e mia sorella a Milano. Da quel giorno, avevo 10 anni, non ho saputo più nulla di Paola, di mia madre e di mio padre».

I genitori adottivi

I genitori adottivi, Giovanna e Giuseppe Veneroni, sono la luce per Veronica: «Mi hanno ridato la vita, mi hanno permesso di studiare (sono laureata all’Accademia di Belle arti di Brera), mi hanno trasmesso la passione per la cultura, per la fotografia e la lettura. Mi hanno insegnato cos’è la curiosità, lo spirito critico, a cercare di migliorarmi sempre. Due persone, per niente ambbienti, che hanno riempito d’amore me e Francesco». Veronica per strada viene spesso scambiata per sudamericana: «Ho la pelle scura, non ho mai avuto il vezzo nipponico del pallore”. Ha lavorato tanti anni in Rai con la scenografa Silvana Ninivaggi, ha insegnato nelle scuole elementari, ha allestito mostre in diverse città del mondo, si è sposata, ha avuto tre figli (Caterina, Pietro e Teresa) e ha divorziato: «Per mantenermi ora lavoro come commessa alla boutique Le Pandorine di Milano, continuo a occuparmi d’arte e ho un compagno di 23 anni che mi rende felice». Sei anni fa le arriva un messaggio su Facebook: «Ciao, mi chiamo Paola e credo di essere tua sorella». Era proprio lei, la bambina di 5 anni, ormai donna, di cui aveva perso ogni traccia. Si incontrano e non si separano più.

Il libro

Ma la caparbietà di Paola non si arresta. «Sentiva il bisogno di ritrovare i nostri genitori biologici, mentre io non ho mai avuto questo desiderio, appagata dalla mia vita. Un giorno mi ha rivelato di aver scoperto che Enrico Zorzato, scrittore padovano, aveva pubblicato un libro: “Paglì, l’ultima hippy”, un testo che raccontava la vita della sua amica Francesca Bagni, nostra madre (che aveva avuto altri due figli: Luca e Fedra)». In hindi Paglì vuol dire “pazzerella”. Si narra dei suoi viaggi sotto le stelle, delle sofferenze e le cure, dei tradimenti e dell’amore per un uomo assente che aveva avuto altri 11 figli e abbandonato innumerevoli donne. “Non ce l’ho con nessuno – si legge nel testo -, nemmeno con il Tribunale che mi ha portato via i miei figli. Io ero confusa, non sapevo scegliere. Non sapevo cosa fare. Ero a Padova, vivevo qui come in India, lì trovavo sempre qualcuno che mi aiutava. Spesso mangiavamo nei templi asserragliati dalle scimmie e siamo stati anche da Madre Teresa di Calcutta». E l’augurio: «Spero che una copia del libro finisca in mano ai miei figli, che si riconoscano nei primi anni di vita, possano ricordarsi di me e magari cercarmi».

L’incontro

Così è avvenuto. «L’abbiamo incontrata dopo 27 anni – rivela Veronica -. Io mi sono domandata “ma chi è questa donna segnata dalla vita?”, non ho avuto una bella sensazione. Mi sentivo strana. Invece, sono stata felicissima di conoscere Fedra e di vedere le mie foto da piccola in luoghi pazzeschi che ormai avevo rimosso». E suo padre? «L’ho rivisto due anni fa in Giappone – risponde -. Lì è una specie di guru che tiene conferenze sull’inquinamento e le bombe atomiche. Sono stata con lui mezza giornata, mi è bastata e ho preferito non vederlo più. È più facile riaprire delle ferite che chiuderle, ma è stato bello scoprire le tradizioni del Sol Levante con mia sorella Fedra».

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