La situazione in Ucraina sembra davvero sull’orlo del disastro. Fonti della Casa Bianca annunciano una possibile «invasione dell'Ucraina a breve». «Una invasione potrebbe avere enormi conseguenze per il mondo», ha dichiarato il presidente americano Biden, che ha aggiunto: «Potremo muovere alcune truppe, ma non in Ucraina». Il presidente ha poi minacciato «sanzioni personali contro Putin».

Le autorità ucraine hanno annunciato di aver smantellato una rete criminale che preparava attacchi per «destabilizzare» il Paese per conto di Mosca. «Gli organizzatori della banda preparavano una serie di attacchi armati contro delle infrastrutture», ha dichiarato in una nota l'intelligence di Kiev, sostenendo che il gruppo era «coordinato» dai «servizi speciali russi».

In un'intervista alla televisione Ictv di Kiev, ripresa dall'agenzia Interfax, il ministro della Difesa ucraino, Alexei Reznikov, questa mattina aveva affermato che «non esiste», al momento, una minaccia di invasione dell'Ucraina da parte della Russia. «Ci sono scenari rischiosi, sono possibili in termini di probabilità in futuro», aveva aggiunto Reznikov. 

Il presidente russo Vladimir Putin e quello francese Emmanuel Macron avranno un colloquio sulla situazione in Ucraina «prima della fine della settimana» ha detto oggi il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, dopo che ieri Macron aveva detto di voler presentare a Mosca e Kiev una serie di proposte per favorire una de-escalation.

La giornata
Intanto si intensificano gli sforzi internazionali per trovare una soluzione diplomatica alla crisi ucraina mentre la tensione sul terreno sale alle stelle. La Nato compie un passo in avanti e rafforza il contingente in Europa dell'est, con una sfilza di Paesi alleati che annunciano l'invio di uomini e mezzi, compresi navi e caccia. È la prima reazione concreta del Patto atlantico al deteriorarsi della crisi ucraina, al di là del sostegno a Kiev. Gli Usa stanno poi valutando il dislocamento di truppe nel Baltico (si parla di 5.000 soldati, aumentabili se necessario) e il Pentagono ha messo 8.500 militari in stato di allerta, mentre il presidente Joe Biden ha chiamato i leader europei - tra cui Mario Draghi - per un giro di consultazioni. Spirano pericolosi venti di guerra in Europa orientale, e il botta e risposta sempre più aspro tra Washington e Mosca rischia di far precipitare le cose.

Così, se per l'America «è chiaro che i russi non hanno alcuna intenzione ora di ridurre le tensioni», con migliaia di truppe schierate al confine ucraino, dall'altra il Cremlino si scaglia contro l'Alleanza, colpevole a suo dire di acuirle, le tensioni, con «annunci isterici». «La Russia non può ignorare l'attività della Nato», ha tuonato il portavoce di Vladimir Putin, Dmitry Peskov. «E il rischio che le forze armate ucraine mettano in scena provocazioni nel Donbass ora è più alto», ha chiosato. Il tutto mentre a Bruxelles i 27 ministri degli Esteri Ue cercano il "coordinamento" sulla linea da tenere con Mosca, al di là della promessa di "unità" e della fermezza in caso d'invasione; e i russi fanno maliziosamente sapere che Vladimir Putin ha sentito il leader cubano Miguel Diaz-Canel in una telefonata in cui si è discusso «dell'ulteriore coordinamento delle azioni dei due Paesi nell'arena internazionale» nel quadro della loro «partnership strategica».

Ad aleggiare è la minaccia fatta trapelare nei giorni scorsi di possibili «missioni militari» russe all'estero - ad esempio a Cuba e in Venezuela - se gli Stati Uniti avessero aumentato la pressione. Quel che è certo è che la tensione è altissima. Marines hanno rafforzato la sicurezza all'ambasciata Usa a Keiv sullo sfondo delle crescenti tensioni con Mosca. Secondo i dati del Pentagono, sino allo scorso 30 settembre c'erano 30 marines stazionati in Ucraina, quasi tutti - se non tutti - a garantire la sicurezza della sede diplomatica americana. Gli Usa ieri hanno annunciato l'evacuazione delle famiglie dei diplomatici di stanza in Ucraina, misura in parte copiata a stretto giro da Gran Bretagna e Australia. L'Ue, sul punto, balla invece da sola. «Non drammatizziamo la situazione», ha commentato l'Alto rappresentante europeo Josep Borrell prima dell'inizio del consiglio Affari esteri a Bruxelles, aggiungendo che «l'Ue non ritirerà il suo personale diplomatico dall'Ucraina». Il segretario di Stato Blinken si è collegato in video conferenza al Consiglio, seguendo la linea di Washington del «nulla sull'Europa senza gli europei», che in queste settimane ha segnato un intenso lavorio diplomatico tra le due sponde dell'Atlantico, sia tra partner Nato che tra Stati membri dell'Ue. Il mantra è quello «dell'unità» contro la manifesta strategia di Mosca di «spaccare» il fronte occidentale.

I segnali sottotraccia ad ogni modo si moltiplicano. Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, ad esempio, ha incontrato a Bruxelles il ministro degli Esteri del Regno Unito, Elizabeth Truss. Londra, d'altra parte, sta assumendo un ruolo sempre più indipendente e oltranzista nei confronti della Russia, per il giubilo dei Paesi europei dell'est - il premier britannico Boris Johnson è tornato ad ammonire Vladimir Putin che l'invasione dell'Ucraina sarebbe «un passo disastroso, praticamente un'altra Cecenia». La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha invece annunciato un giro aggiuntivo di aiuti finanziari all'Ucraina da «1,2 miliardi di euro».

Il leader ucraino Volodymyr Zelensky ha ringraziato ma allo stesso tempo ha esortato l'Ue a mantenere "l'unità" (di nuovo questa parola) di tutti i 27 nella difesa della «sovranità e dell'integrità territoriale» del suo Paese. Il tasto è dolente, perché qualche fessura alla sbandierata granitica posizione europea già si vede. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, non a caso, si sentirà domani con Emmanuel Macron, con quest'ultimo che ha annunciato che nei prossimi giorni proporrà allo zar un «percorso di de-escalation» sulla crisi ucraina. Si vedrà con quanto successo. Certo, ha comunque rassicurato Borrell, «se la diplomazia fallisce, siamo ad un punto avanzato nella messa a punto della nostra riposta, che sarà rapida e coordinata, non solo a livello Ue ma dal punto di vista internazionale». Sono le famigerate sanzioni senza precedenti contro Mosca sulle quali lo stesso Borrell, per il momento, ha invocato «discrezione» per preservarne «l'efficacia».

I commenti dei lettori