Annibale Giannarelli, da spalla ai live di Mina in Australia al trionfo a «The Voice Senior» con il messaggio di Terence Hill

di Laura Zangarini

Il cantante lunigianese si è esibito sulle note della canzone «Lo Chiamavano Trinità», con cui ha conquistato il titolo di vincitore della seconda stagione del talent condotto da Antonella Clerici

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Tutto arriva per chi sa aspettare. Un adagio che trova conferma nella inaspettata vittoria, tra lacrime e commozione, di Annibale Giannarelli, 73 anni, vincitore della seconda edizione di «The Voice Senior». La sua esibizione sulle note di «Lo chiamavano Trinità», il celebre brano scritto e composto dal maestro Franco Micalizzi per lo spaghetti western di culto del 1970 interpretato da Terence Hill e Bud Spencer, ha conquistato (e commosso) il pubblico televisivo e i social. Format internazionale tra i più visti e amati al mondo, prodotto in Italia da Fremantle, il talent si è aggiudicato la serata con 3.882.000 ascoltatori e il 19.5 per cento di share, confermandosi anche quest’anno leader incontrastato del venerdì sera di Rai1, con un media di 3.700.000 ascoltatori e una share del 18.90 per cento. Grazie alla vittoria, Giannarelli avrà ora la possibilità di incidere un singolo tramite l’etichetta discografica Universal.

Originario di Sassalbo, frazione del comune di Fivizzano, nella Lunigiana orientale, alle pendici del crinale dell’Appennino tosco-emiliano, Giannarelli ha passato in Australia 60 anni dei suoi 73 di età. «Sono emigrato con la famiglia che avevo 13 anni — racconta con voce ancora carica di emozione —, e sono tornato quattro anni fa. Per varie vicissitudini personali che preferisco rimangano riservate, dopo una tappa con mia moglie negli Stati Uniti, sono tornato in Italia. E sono contentissimo di ciò che questo ritorno ha portato con sé. Era scritto nel mio cammino spirituale che tutto questo dovesse succedere, come un puzzle in cui i pezzi vanno poco per volta al loro posto».

Certo, convincerlo a partecipare al talent non è stato facile. «Ci ha provato mio cognato Ivano Michetti, cofondatore dei Cugini di Campagna, di cui è arrangiatore, chitarrista e seconda voce. Mi ha chiamato parlandomi del programma, pensavo di dover fare solo una apparizione. Quando ho capito che si trattava di prendere parte a un talent ho detto no grazie, non me la sento». Michetti non si è arreso e dopo qualche settimana è tornato all’attacco. «Mi disse che alle Blind Audiction ero piaciuto, che la produzione gli aveva chiesto di provare a convincermi. Nel frattempo sui social ho ricevuto un messaggio che diceva che avrei avuto successo se non avessi rifiutato un favore a un amico. E così... eccomi qui».

Il trionfo a «The Voice Senior» lo ha reso «felice e appagato». Ma, sottolinea, «non mi aspetto nulla. Sarà quello che sarà, siamo nelle mani di qualcosa più grande di noi: credo in un dio senza bandiera». Non si aspettava di vincere, confessa, «ma la speranza segretamente c’era, pur senza nessuna aspettativa». Eppure Giannarelli ha costruito la sua carriera su punti di riferimento solidi. «Ricordo che avevo 15-16 anni, da Melbourne con la famiglia ci trasferimmo a Sydney, allo stadio feci da spalla ai concerti di Mina e Peppino Di Capri. Durante il loro soggiorno li accompagnai in giro per la città, di notte mostravo loro i club dove si faceva musica. Sono stati entrambi fantastici. Nel 1968 sono tornato in Italia, incoraggiato proprio da Peppino Di Capri, gli avevo chiesto se pensava che fosse una buona idea. Mi disse certo, vieni. Prova. A Roma cominciai il giro dei night club in cui esibirmi e la prima sera al Capriccio, così si chiamava allora il locale che oggi non esiste più, chi incontro? Proprio lui, Peppino». Doveva rimanere sei mesi, «restai sei anni. Durante i quali incontrai Micalizzi, è stato il periodo delle mie colonne sonore, dei due 33 giri e dei molti 45 che ho inciso con i parolieri, musicisti e compositori Gianni Meccia e Bruno Zambrini, che ha firmato molti successi di Gianni Morandi e “La Bambola” di Patty Pravo”».

Il suo cavallo di battaglia rimane «Lo chiamavano Trinità». «Una storia iniziata 50 anni fa — ricorda — Era il 1970, per l’allora RCA incisi la colonna sonora scritta da Franco Micalizzi, poi tornai in Australia senza sapere del grande successo che il brano aveva avuto, anche all’estero». Ha incontrato Terence Hill in sala d’incisione, «stavo registrando dei cori di Nora Orlandi, entrò con Bud Spencer e fu in quell’occasione che facemmo conoscenza. Non credo che sapesse chi fossi, il mio nome non era mai comparso nei titoli di coda del film. Però è stato gentile, poche ore fa mi ha mandato un messaggio per congratularsi della vittoria al talent, mi ha onorato che si sia messo in contatto con me». Un altro successo di Giannarelli è l’indimenticabie «My Way» di Frank Sinatra. «In qualche modo parla di me — considera —, racconta di un uomo che nella vita fa le cose a modo suo. Anche a me in un certo senso è andata così e, non vorrei essere frainteso, ora forse posso dire: avevo ragione».

Non vuole parlare di progetti futuri, Giannarelli per ora non pianifica nulla. «Non ho sogni nel cassetto, erano sei anni che non facevo musica, “The Voice Senior” mi ha tirato fuori dalla naftalina. Non cerco nulla, se c’è qualcosa che deve arrivare arriverà, spontaneamente, senza forzature. Con semplicità».
La semplicità con cui ha conquistato il pubblico televisivo da casa che, attraverso il televoto, l’ha eletto vincitore della seconda stagione del talent show: «The Voice Senior» è attualmente in onda in 16 Paesi e ha già conquistato più di mezzo miliardo di spettatori in tutto il mondo.

22 gennaio 2022 (modifica il 22 gennaio 2022 | 14:58)