Sanremo 2022, Morandi: «Senza il precedente di Fedez mi avrebbero escluso dal Festival»

di Andrea Laffranchi

Il cantante torna dal vivo al Duse di Bologna e sarà in gara al Festival con «Apri tutte le porte», scritta da Jova: «Nella vita ci vuole anche c... Io l’ho avuto»

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«Nella vita ci vuole anche c...». Gianni Morandi ne è convinto. In 60 anni di carriera («Sono coetaneo dei Beatles, siamo usciti a poche settimane di distanza. la rai mi ha chiesto un programma per ricordare la data, vedremo...»), che celebra proprio quest’anno, confessa di averne avuto. La prima volta è stata all’inizio: «Il mio manager, un arbitro di pugilato, mi portò a Roma a fare un provino e non nella Milano delle case discografiche. E io incontrai Morricone, Bacalov e Migliacci». Un altro colpo fu dopo il passaggio a vuoto degli anni 70, quando il pubblico lo aveva mollato ed era tornato in Conservatorio. «Ho avuto il c... di ritrovare la strada di nuovo dopo 10 anni. Mogol mi chiamò per la neonata nazionale cantanti. E poi si stupì: “ma non canti più?”... Aveva appena smesso di collaborare con Battisti e mi propose di fare qualcosa con lui. È un pezzo divertente e ritmico, ho cantato talmente tante canzoni tradizionali anche di recente, troppe forse». L’ottimismo della canzone è figlio sia del covid che della brutta ustione: «Credo che certe frasi che Lorenzo ha scritto siano state condizionate dalla pandemia. Per il mio incidente invece penso che ancora qualche secondo in più nella buca e sarei svenuto nel fuoco. Invece qualcuno ha messo una mano e sono uscito. Ho salvato anche la faccia».

Manona destra ancora con il tutore, Gianni riparte dal 19 al Duse di Bologna la residency di «Stasera gioco in casa», spettacoli che la pandemia aveva bloccato nel 2020. «Mi serve come allenamento per Sanremo. Mi ritrovo davanti un pubblico di 999 persone... In qualche brano suono anche la chitarra, con la sinistra adesso uso tre dita». Al Festival ci va con «Apri tutte le porte», scritta da Jovanotti. «Tutto è nato quando mi ha chiamato dopo 27 giorni di ospedale l’anno scorso e mi ha offerto “L’allegria” come terapia per l’umore. Dopo quell’esperienza è nata questa canzone che parla di speranza». Una parte l’ha spoilerata per errore sui social. E ha rischiato l’esclusione. «Mi hanno perdonato, ma credo mi abbia salvato il precedente dello scorso anno con Fedez. Senza quello chissà. In futuro lascerei anche la libertà di far sentire 15 secondi prima del Festival, non di più altrimenti si capisce il senso della canzone».

In gara si ritrova contro l’amico-rivale Ranieri e il brano scritto da suo nipote Paolo Antonacci (figlio di Biagio) per Tananai: «Non ho sentito il brano di Paolo che però ha scritto anche il brano che dà il titolo al mio show teatrale. Con Massimo ci sentiamo spesso e pianifichiamo di anni un tour a tre con Al Bano. Ai tempi c’era una bella rivalità, un dualismo alla Coppi-Bartali ma siamo amici. Mi andrebbe bene arrivare dietro di lui, io secondo, lui primo», sorride. Erano gli anni di Canzonissima («La preferivo al Festival perché stavi in tv tre mesi di fila») e del Cantagiro, manifestazione dove nel 1971 venne fischiato dai fan dei Led Zeppelin: «Salii sul palco e partì un boato contro di me. Fu terribile. 4 luglio ‘71, quella data me la sono segnata. Sanremo potrebbe coincidere con l’elezione del presidente della Repubblica: «Vedo che i partiti mettono i loro interessi al di fuori di quello nazionale. Non vedrei male una donna, sono meglio degli uomini. Nella mia famiglia è Anna l’equilibrio. Ci sono figure, sento parlare di Cartabia, ha l’autorità per farlo».

20 gennaio 2022 (modifica il 20 gennaio 2022 | 07:24)