Omicron, la quarta dose non basta contro la variante: i dati israeliani

di Cristina Marrone

I dati preliminari che arrivano da Israele evidenziano che il secondo booster non sarebbe sufficiente a proteggere dall’infezione. Ema: nuovo richiamo solo ai molto fragili che hanno ricevuto tre dosi nella vaccinazione primaria

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Israele è il primo Paese al mondo che ha iniziato a somministrare la quarta dose di vaccino anti Covid a operatori sanitari, over 60 e pazienti fragili. Quello che emerge dai dati preliminari è che la quarta dose di vaccino anti-Covid Pfizer o Moderna non fornisce molta protezione contro il contagio da variante Omicron. Sebbene il secondo booster abbia fatto aumentare fino a cinque volte il livello degli anticorpi neutralizzanti il risultato non è sufficiente a contastare Omicron, variante profondamente mutata che elude in grande parte di anticorpi neutralizzanti indotti dalla vaccinazione.

«La crescita dei livelli di anticorpi che vediamo con Moderna e Pfizer è leggermente superiore a quella che abbiamo visto dopo la terza dose di vaccino», dice Gili Regev-Yochay, direttore dell’Unità di Malattie infettive dello Sheba Medical Center di Tel Aviv, che ha condotto la ricerca. «Malgrado la crescita del livello di anticorpi, la quarta dose offre soltanto una difesa parziale contro il virus - spiega la professoressa - Abbiamo visto molte persone infettate con Omicron dopo la quarta dose. Un po’ meno che nel gruppo di controllo, ma sempre tante». Secondo Regev-Yochay, «il vaccino è eccellente contro le varianti Alfa e Delta, ma non abbastanza per Omicron». «Sappiamo ormai che il livello di anticorpi necessari per proteggere e non essere infettati da Omicron è probabilmente troppo alto per il vaccino, anche se è un buon vaccino» hanno concluso gli scienziati.

L’indagine non ha tenuto conto della memoria immunitaria indotta dalle cellule T, in grado di contrastare non tanto l’infezione, compiuto più degli anticorpi neutralizzanti, ma piuttosto la malattia grave.

La ricerca è stata condotta su 150 persone che hanno ricevuto una quarta dose di Pfizer 2 settimane fa e altre 120, che avevano fatto tre dosi Pfizer, hanno ricevuto una settimana fa una quarta dose con Moderna (tutti operatori sanitari). Si tratta della prima ricerca sulla quarta dose condotta anche con la combinazione di vaccini diversi, ma i risultati dei due gruppi dopo una settimana appaiono molto simili.

Lo studio israeliano è iniziato solo il 27 dicembre e finora è stato possibile verificare l’efficacia della quarta dose solo a distanza di poco tempo. Israele spera che il booster extra possa aiutare a impedire alla variante Omicron di sovraccaricare gli ospedali, permettendo il ritorno a una vita normale, tuttavia il Paese è alle prese con una nuova ondata di ricoveri e morti nonostante terze e quarte dosi perché man mano che trascorre il tempo la protezione tende a scemare e con Omicron si contagiano facilmente anche i vaccinati. Ma cosa succederà a settembre quando faranno capolino magari nuove varianti, come ha già previsto l’Organizzazione mondiale della Sanità e i contagi riprenderanno a crescere dopo l’attesa pausa estiva?

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Finora i booster di richiamo sono stati già somministrati a più di mezzo milione di persone che erano state vaccinate per l’ultima volta quest’estate e le autorità sanitarie israeliane hanno comunque deciso di somministrare una quarta dose di vaccino contro il coronavirus, nonostante sembri inutile nei confronti di Omicron, prevalente nel Paese. Il direttore generale del ministero della Salute israeliano, Nachman Ash ha definito «non sorprendenti» i risultati degli studi preliminari dato che alcune persone sono state contagiate da Omicron nonostante avessero ottenuto la quarta dose del vaccino. In ogni caso, ha aggiunto intervistato da Ynet, «valutiamo che la protezione dalla grave morbilità, soprattutto per gli anziani e la popolazione a rischio, viene ancora offerta dalla quarta dose del vaccino. Quindi invito le persone a continuare a venire per farsi vaccinare».

La quarta dose non trova in genere favore nella comunità scientifica per motivi logistici, economici ma soprattutto di efficacia. «Attualmente, non ci sono prove della necessità di una quarta dose nella popolazione generale con gli attuali vaccini anti Covid-19», ha dichiarato il capo della strategia vaccinale dell’Ema (Agenzia Europea per i medicinali), Marco Cavaleri che dice: «Sarebbe ragionevole che le autorità sanitarie pubbliche prendessero in considerazione la somministrazione di una quarta dose di vaccino anti Covid-19 solo alle persone con sistema immunitario gravemente indebolito, che hanno ricevuto 3 dosi per la vaccinazione primaria». Inoltre la somministrazione ripetuta di dosi «booster del vaccino anti-Covid con intervalli molto brevi potrebbe ridurre il livello di anticorpi che possono essere prodotti ad ogni somministrazione» come già avevano spiegato l’immunologo Sergio Abrignani e il collega Mario Clerici.

18 gennaio 2022 (modifica il 19 gennaio 2022 | 08:46)