Sgarbi: «Fossi Berlusconi già oggi cercherei un altro nome per il Quirinale». Ronzulli: «Il presidente non ha sciolto la riserva, parlerà lui»

di Paola Di Caro

Per il Quirinale il Cavaliere, dice Sgarbi, «preferisce Mattarella, Draghi proprio non lo preferisce». Ma la vicepresidente dei senatori azzurri: «Sarà Berlusconi a comunicare, senza fidarsi dello Sgarbi di turno»

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Già al vertice di giovedì scorso lo descrivevano «piuttosto rabbuiato». Tanto da aver chiesto ai suoi alleati di dirgli chiaramente «se avete intenzione di sostenermi o no». L’appoggio formale è arrivato, ma negli ultimi giorni non è mai sembrato che Silvio Berlusconi fosse soddisfatto di quello sostanziale. I centristi che sembravano volersi sganciare da un momento all’altro, i leghisti che continuavano, in pubblico e in privato, ad evocare un "piano B", ieri lo stesso Salvini che gli metteva fretta: «Bisogna decidere se si candidi prima che inizino le votazioni». Ora, a sorpresa fino a un certo punto, il loquace Vittorio Sgarbi che da giorni racconta come si sta svolgendo la ricerca dei voti, ha sganciato una mezza bomba: «Silvio Berlusconi ieri era abbastanza triste. Ci devono essere delle inquietudini di natura psicologica, non degli elettori, ma nel candidato, perché è rimasto a Milano», ha detto il deputato a Un giorno da Pecora. Aggiungendo che il Cavaliere si sarebbe preso una pausa perché «starà pensando se c’è una via d’uscita onorevole, con un nome che sia gradito a lui, forse Mattarella». E questo perché, in sostanza, l’operazione Scoiattolo «si è fermata oggettivamente».

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Parole di piombo, maldigerite da una parte di Forza Italia. «Il presidente Silvio Berlusconi non ha ancora sciolto la riserva» fa sapere la vicepresidente dei senatori azzurri, Licia Ronzulli. Quando il Cavaliere scioglierà la riserva, aggiunge Ronzulli «sarà lui stesso a comunicarlo, in primis agli alleati che glielo hanno chiesto, senza fidarsi dello Sgarbi di turno». «Piano B? Non esistono altri piani per il centrodestra finché Berlusconi non scioglie la riserva» rincara la dose il coordinatore nazionale Antonio Tajani. «Fin quando Berlusconi non dirà cosa intende fare, il centrodestra si muoverà di conseguenza».

La scelta di Berlusconi di non partecipare in presenza all’elezione della nuova presidente del Parlamento europeo a Strasburgo è sembrato un segnale di poca voglia di mostrarsi in giro, perfino tra gli amici del Ppe che pure hanno sostenuto la sua candidatura. Ed evidentemente la telefonata di lunedì sera con Salvini, che doveva essere chiarificatrice, o non lo è stata fino in fondo, o lo è stata troppo. Che può succedere ora? Da qualche giorno, dal suo entourage, si sussurra che Berlusconi potrebbe fare il «passo di lato» per essere lui ad indicare un candidato con la sua benedizione, e il nome di Mattarella spiccherebbe fra gli altri. Tutto ancora prematuro, ma la sensazione di un’accelerazione della sua decisione, sciogliendo la riserva in questo caso in senso negativo, c’è, e rimbalza anche fra i partiti avversari la voce che i suoi fedelissimi siano stati già allertati per tenersi pronti al "piano B".

18 gennaio 2022 (modifica il 18 gennaio 2022 | 17:49)