C'è anche l'ex sottosegretario allo Sviluppo Economico Simona Vicari nel patto corruttivo organizzato per favorire la compagnia navale siciliana Ustica Lines (ora Liberty Lines) nell'aggiudicazione dei bandi regionali attraverso i quali la Regione Siciliana concedeva i contributi pubblici per i collegamenti navali veloci tra la Sicilia e le isole minori.

A scoprire nel 2017 la rete di tangenti in cambio di favori, furono i carabinieri nel corso di una indagine coordinata dalla Procura di Palermo e poi trasferita per competenza alla Procura di Trapani. Si tratta dell'indagine denominata "Mare Monstrum", la cosiddetta "tangentopoli del mare". Deus ex machina della corruzione gli armatori Vittorio ed Ettore Morace, padre e figlio, titolari della Ustica Lines. Vittorio è uscito dall'indagine per riconosciuta irreversibile incapacità a partecipare al processo. Morace jr ha patteggiato già due condanne per la corruzione, la prima a 18 mesi, la seconda, oggi, dinanzi al gup del Tribunale di Trapani, giudice Nodari, a 21 mesi (pena sospesa).

Lo stesso giudice condannando Morace jr ha rinviato a giudizio per corruzione l'ex sottosegretario allo Sviluppo Economico, la senatrice palermitana Simona Vicari. Contro la senatrice Vicari l'accusa di avere favorito i Morace, mentre ricopriva l'incarico di sottosegretario nel Governo presieduto da Enrico Letta, facendo approvare un emendamento all'interno della Finanziaria nazionale del 2017 che favoriva la società armatoriale, ricevendo in cambio un Rolex da 5 mila euro. La senatrice Vicari nel 2017 si dimise da sottosegretario dopo avere appreso dell'indagine.

Secondo i pm, avrebbe spinto affinché venisse approvato un emendamento in Parlamento favorevole alla compagnia di navigazione che prevedeva l’abbattimento dell’Iva sui biglietti dei collegamenti per le isole minori. In cambio avrebbe ricevuto in regalo da Morace un Rolex del valore di cinque mila e 800 euro (restituito ai pm dalla Vicari quando fu sottoposta all’interrogatorio), ma avrebbe ricevuto da Morace jr un orologio Bulgari, modello serpente, da 7.800 euro. Con la senatrice Vicari sono stati rinviati a giudizio anche l'ex dirigente della Regione, Salvatrice Severino e Giuseppe Montalto, all'epoca capo della segreteria dell'assessore regionale Pistorio.

Tra i politici coinvolti nell'indagine ci furono l'ex Governatore Rosario Crocetta, la cui posizione è rimasta di competenza della Procura di Palermo, e l'ex deputato regionale Girolamo Fazio (Forza Italia) nei confronti del quale è già in corso il processo dinanzi al Tribunale di Trapani. Secondo l’accusa, gli armatori Morace, avevano stretto un patto corruttivo con la Severino, dirigente dell’Assessorato ai Trasporti della Regione siciliana, incaricata di predisporre i bandi per i collegamenti con le isole minori, favorendo gli interessi della compagnia di navigazione. I carabinieri dei Nucleo investigativi di Palermo e Trapani perquisirono la casa della dirigente e misero le mani su diciotto diari, scritti tra il 2000 e il 2017, da Giuseppe Naccari, ex carabiniere, marito della Severino, nei quali erano "ricostruiti i rapporti illeciti portati avanti dalla dirigente regionale con Vittorio Morace”.

I bandi avrebbero consentito ai Morace di guadagnare dal 2008 al 2014 oltre dieci milioni in più di quanto gli spettasse con il meccanismo delle compensazioni finanziarie per prestazioni di trasporto marittimo mai rese dalla società. In cambio la dirigente avrebbe ricevuto in regalo gioielli in oro e brillanti, borse Chanel, viaggi e l’assunzione della figlia alla Ustica Lines. Montalto poi sarebbe stato la longa manus dei Morace dentro l'assessorato regionale ai Trasporti e si sarebbe adoperato per bloccare la nomina di un consulente, il comandante Giuseppe Prestigiacomo, parecchio invio a Ettore Morace, che per questo è stato condannato al risarcimento, e per agevolare l'attuale deputato regionale Marianna Caronia (la cui posizione è stata archiviata) a ottenere da Morace una maxi liquidazione di fine rapporto da 100 mila euro.

Un altro troncone dell'indagine è stata trasferita alla Procura di Roma e riguarda l'ex presidente del Cga, giudice Raffaele De Lipsis.

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