ORTA SAN GIULIO – L’anno nuovo non è iniziato in barca. Cristina «Kikki» Scazzosi ha detto «basta» alla nazionale di pararowing rinunciando al primo collegiale di Piediluco (Terni). «Ho altri programmi di vita - racconta -. Sogno di diventare mamma e come seconda opzione mi piacerebbe iniziare una nuova avventura nel triathlon».

La campionessa di Orta San Giulio gareggiava nella categoria quattro con Pr3 mix, a cui appartengono atleti amputati a un arto o con disabilità visive. Scazzosi, 42 anni, è ipovedente dalla nascita e in carriera nelle ultime stagioni ha vinto una medaglia d’oro agli Europei in Polonia e un bronzo ai Mondiali in Austria. Nel 2021 ha partecipato per la prima volta alle Paralimpiadi, chiudendo quinta a Tokyo in finale con il team azzurro. Tutta Orta faceva il tifo per lei. In paese erano apparsi striscioni e bandiere tricolore. «Ma quell’esperienza non me la sono goduta come avrei voluto - ammette -. Quasi rimpiango di non essere rimasta a casa. Non condivido il modo in cui viene gestita la nazionale, a partire dal sistema con cui si formano gli equipaggi. A Rio 2016 ero stata tagliata fuori senza una valida motivazione e in questi ultimi tempi altri atleti non hanno avuto la chance che meritavano per cercare di entrare in squadra. Ci sono stati litigi interni ed è mancata l’armonia. Addirittura sono stata rimproverata per avere partecipato alla parata iniziale, assurdo».

Scazzosi ha ritrovato la serenità tornando nella sua Orta, dove lavora all’hotel di famiglia «Leon d’oro». A dicembre è stata anche premiata dal Comune. «Il lago è un posto magico - sorride - e non lo cambierei con alcun posto al mondo». Qui continua ad allenarsi nonostante lo stop al canottaggio perché la sua passione per lo sport non è svanita, anzi. Scazzosi è affascinata all’idea di dedicarsi al triathlon dopo avere fatto alcune chiacchiere con la lombarda Valentina Yoko Plevani, bronzo alle ultime Paralimpiadi. «Adoro l’acqua - riflette la cusiana - anche se ogni tanto fare vasche mi annoia. Correre mi piace tanto, mentre sulla bici dovrei lavorare. Per la mia categoria è previsto l’utilizzo del tandem. So di essere diversamente giovane (ride, ndr), ma ho anche più resistenza dei ragazzini. E poi non riesco a stare lontana dallo sport, sto facendo un pensierino a questa nuova esperienza». In fondo anche durante i periodi di lockdown Scazzosi non ha mai smesso di allenarsi e sperimentare. Ha continuato a collaborare con la Canottieri Lago d’Orta e con il gruppo di Torino tenendo lezioni a distanza. Vorrebbe in futuro specializzarsi come personal trainer o preparatore atletico. «Tante persone hanno apprezzato il modo in cui mi pongo, e questo non può che farmi piacere». Non si può nemmeno scartare l’ipotesi di una sua presenza ai prossimi Giochi. L’edizione del 2024 sarà a Parigi. «Chissà, magari nel triathlon potrei esserci» sorride. —

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