Covid, come gestire un positivo in casa

Con l’aumento dei contagi dovuti al dilagare della variante Omicron, sempre più persone si stanno trovando ad affrontare l’isolamento di un familiare positivo in casa. Quali sono le regole da rispettare per limitare i contagi? Con l’aiuto di un’esperta abbiamo cercato di raccogliere le informazioni utili
Come comportarsi con un positivo in casa le regole da seguire

Come comportarsi con un positivo in casa? Con l’aumento dei contagi dovuti al dilagare della variante Omicron, la convivenza sotto lo stesso tetto con un positivo sta diventando un problema comune per molti italiani.

Per limitare il contagio tra i familiari è dunque utile tenere a mente alcune regole igieniche e di comportamento che valgono sia per la persona positiva e dunque posta in isolamento, sia per chi è in quarantena o in regime di autosorveglianza.

Se una persona è positiva i conviventi sono in quarantena?

Anche se i due termini vengono spesso usati in modo improprio, isolamento e quarantena sono due condizioni differenti. L’isolamento, come chiarisce anche l’Istituto Superiore di Sanità, riguarda i casi positivi al test diagnostico e dunque infetti, ed ha come obiettivo quello di separare tali casi dalle altre persone durante il periodo di contagiosità. La quarantena riguarda, invece, i contatti stretti di un caso confermato che potenzialmente potrebbero sviluppare un’infezione e che per questo motivo non devono stare a contatto con altre persone.

Mentre prima la quarantena veniva estesa a tutti i contatti stretti di un caso positivo, dallo scorso dicembre il Governo ha approvato nuove regole che, a seconda del grado di copertura vaccinale,  permettono di diversificare quarantena e autosorveglianza.

Nello specifico, sono tenuti ad osservare un periodo di quarantena di 5 giorni con obbligo di un test molecolare o antigenico al quinto giorno, le persone asintomatiche che abbiano completato il ciclo vaccinale primario da più di 120 giorni o che abbiano comunque un green pass rafforzato valido. La quarantena di 10 giorni dall’ultima esposizione con obbligo di un test molecolare o antigenico al decimo giorno, spetta invece ai soggetti non vaccinati o che non abbiano completato il ciclo vaccinale primario o ancora che abbiano completato il ciclo vaccinale primario da meno di 14 giorni.

Anche se contatti stretti di un caso confermato, non sono invece più tenute alla quarantena ma all’autosorveglianza le persone senza sintomi che hanno completato il ciclo vaccinale “primario” (senza richiamo) da 120 giorni o meno, che sono guarite dal COVID-19 da 120 giorni o meno, e che hanno ricevuto la dose booster. L’autosorveglianza dura 5 giorni con obbligo di indossare la mascherina Ffp2 e di sottoporsi a tampone solo in presenza di sintomi.

Come comportarsi con un positivo in casa

In quarantena o in autosorveglianza è però comunque fondamentale conoscere le regole da rispettare in casa per gestire un caso di positività riducendo il rischio di contagi tra i familiari. Per questo con l’aiuto della Dottoressa Elena Azzolini, della Direzione Medico Sanitaria di Humanitas, abbiamo raccolto alcune indicazioni utili.

Quando possibile, la soluzione migliore resta quella di isolare il positivo in un’altra stanza, separato cioè dal resto della famiglia, anche per dormire e mangiare, e prestando attenzione ad areare frequentemente l’ambiente. Quando esce dalla stanza e negli spazi comuni della casa, il positivo dovrebbe indossare sempre la mascherina Ffp2.

Un’altra raccomandazione utile quando in casa c’è un positivo è quella di disinfettare le superfici comuni e in modo particolare gli oggetti che vengono toccati frequentemente, come maniglie delle porte, corrimano o interruttori della luce: l’Istituto Superiore di Sanità raccomanda a tal proposito di pulire e disinfettare quotidianamente le superfici con normali prodotti detergenti e successivamente disinfettare con prodotti a base di cloro (amuchina, candeggina) alla concentrazione di 0,5% di cloro attivo oppure con alcol 70%, indossando i guanti.

Se chi è in isolamento non può disporre di un bagno dedicato, va prestata la massima attenzione ad igienizzare superfici e sanitari dopo ogni utilizzo. Anche asciugamani e biancheria devono rimanere separati: quelli ad uso esclusivo della persona positiva, dovranno poi essere lavati spesso con acqua e detersivo a 60-90 °C. In generale, vanno evitate vie di esposizione attraverso oggetti condivisi: non solo asciugamani e lenzuola, ma anche piatti, bicchieri e posate. Mentre una regola sempre valida per chi è positivo in casa, resta quelle di lavarsi accuratamente e spesso le mani oltre a coprire naso e bocca usando fazzoletti quando starnutisce o tossisce. Se non si ha a disposizione un fazzoletto, prestare sempre attenzione a tossire o starnutire nella piega del gomito.

Chi assiste il positivo che regole deve rispettare?

Anche la persona che si occupa di chi è positivo dovrà rispettare alcune norme di comportamento e regole igieniche. È opportuno ricordarsi di lavare accuratamente le mani con acqua e sapone dopo ogni contatto con il positivo o con il suo ambiente circostante, indossando sempre la mascherina Ffp2 quando ci si trova nella stessa stanza del malato.

Attenzione anche ai rifiuti: come raccomandato dall’Istituto Superiore di Sanità nelle abitazioni in cui sono presenti soggetti positivi al tampone, deve essere interrotta la raccolta differenziata “per evitare l’accumulo di materiali potenzialmente pericolosi che vanno invece eliminati nel bidone dell’indifferenziata”.

Quando l’isolamento in una stanza non è possibile

Nel caso in cui non sia possibile separare il positivo in un’altra stanza, la raccomandazione è quella di cercare di differenziare il più possibile gli ambienti utilizzati, alternandosi o comunque mantenendo sempre la maggiore distanza possibile consentita. Gli spazi andranno inoltre areati spesso, igienizzando ogni giorno oggetti e superfici.

Il familiare positivo che non può rimanere isolato in un unico ambiente sarà tenuto ad indossare la mascherina Ffp2 così come gli altri conviventi.

Se ad essere positivo in casa è un bambino

Secondo gli ultimi dati a disposizione sono in aumento anche i casi di infezione che riguardano i bambini. Come devono comportarsi dunque i genitori quando si trovano a gestire in casa piccoli risultati positivi al virus?

Quando non è possibile garantire una stanza dedicata al bambino, la raccomandazione fondamentale è quella di favorire sempre il ricambio d'aria degli spazi condivisi. Allo stesso modo, genitori e altri membri della famiglia dovranno cercare di mantenersi sempre ad almeno 1 metro di distanza dal bambino positivo.

È bene inoltre stabilire che sia un solo genitore o un’altra persona di riferimento ad occuparsi del piccolo. In tal caso l’adulto dovrà ricordarsi di utilizzare mascherina e guanti monouso quando si trova insieme al bambino, durante il cambio del pannolino, così come durante la somministrazione dei pasti se il piccolo non è autosufficiente e va imboccato.

Per quanto riguarda la nanna, se il bambino non può dormire da solo, il lettino andrà comunque posizionato, se possibile, ad almeno due metri dal letto dei genitori, avendo cura di areare spesso la stanza.

Anche con i bambini, una regola importante resta quella di far lavare spesso ed accuratamente le mani e, qualora l’età lo consenta, dai tre anni in su, far indossare la mascherina chirurgica negli spazi condivisi.

Superfici e oggetti, come i giocattoli utilizzati dal bambino positivo, andranno disinfettanti quotidianamente con una soluzione a base di alcool.

Se la mamma che allatta è positiva

Come devono comportarsi infine le mamme che allattano e che hanno scoperto di essere positive al virus? Secondo le linee guida fornite dall’Istituto Superiore di Sanità non è consigliato sospendere l’allattamento.  

Nonostante alcuni casi di rilevazione del virus nel latte materno, i benefici dell’allattamento - sottolineano gli esperti - superano ampiamente i potenziali rischi. Al momento, infatti, il pericolo di contagio connesso all’allattamento sembra essere legato soprattutto al contatto ravvicinato con la madre positiva, attraverso le goccioline del respiro.

Per questo, una raccomandazione importante per le neomamme è quella di utilizzare la mascherina quando si allatta o si entra in contatto ravvicinato con il bambino, evitando di tossire o starnutire in prossimità del bebè e lavando accuratamente le mani prima di toccare il piccolo o di tirare il latte. Non è invece necessario lavare il seno prima della poppata o della spremitura: solo nel caso in cui la mamma abbia accidentalmente tossito o starnutito sul proprio seno, può lavarlo con acqua tiepida e sapone per almeno 20 secondi prima della poppata.

È utile infine ricordare che neonati e bambini molto piccoli, anche se in presenza di genitori positivi, non devono assolutamente indossare mascherine o altre forme di copertura per il viso che potrebbero costituire pericolo di soffocamento.

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