«Il centrodestra ritiene che Silvio Berlusconi abbia le caratteristiche per ricoprire la carica di capo dello stato, e chiede al Cavaliere di sciogliere la riserva». Un comunicato congiunto, al termine dell’atteso vertice del centrodestra sul Quirinale, a Villa Grande, residenza romana di Silvio Berlusconi, specifica innanzitutto «l’unità di intenti» e prosegue: «La figura del nuovo presidente della Repubblica deve garantire l'autorevolezza, l'equilibrio, il prestigio internazionale di chi ha la responsabilità di rappresentare l'unità della nazione. Alla luce di queste considerazioni il centrodestra, che rappresenta la maggioranza relativa nell'assemblea chiamata ad eleggere il nuovo Capo dello Stato, ha il diritto e il dovere di proporre la candidatura al massimo vertice delle istituzioni». Candidatura formalmente presentata, dunque.

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I leader del centrodestra si impegnano a trovare convergenze in Parlamento sulla figura di Berlusconi e «chiedono ai presidenti di Camera e Senato di assumere tutte le iniziative atte a garantire per tutti i 1009 grandi elettori l'esercizio del diritto costituzionale al voto».

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E ancora: «Nel confermare il reciproco rispetto per le diverse scelte in ordine al governo Draghi, i leader della coalizione concordano sulla necessità di un percorso comune e coerente, che va dalla scelta del nuovo Capo dello Stato alle prossime elezioni politiche, valorizzando anche le occasioni di convergenza parlamentare sui contenuti che da sempre sono patrimonio comune della coalizione». Infine, l’appuntamento alla prossima settimana con un nuovo vertice per verificare i numeri su Berlusconi. Una sorta di garanzia dettata dalla preoccupazione dei leader, che hanno preso tempo per valutare attentamente i pro e i contro e capire quante chances concrete abbia l'ex premier. A chiedere con maggiore insistenza rassicurazioni, pare sia stato Matteo Salvini. «Il Cavaliere è in forma e determinato, ha il diritto di candidarsi, vedremo se avrà i voti». Per Berlusconi, dunque, l’obiettivo è cotinuare lo «scouting» per raccogliere consensi trasversali e convincere i più scettici per poter sciogliere la riserva con i giusti conti in tasca.

Presenti al summit (che si è svolto, piccola curiosità, durante un pranzo a base di pesce) insieme all'ex presidente del Consiglio i leader di Lega e Fratelli d'Italia, Matteo Salvini e Giorgia Meloni e il presidente di Coraggio italia, Luigi Brugnaro. Insieme a loro a Gianni Letta che, si è saputo, questa mattina si è recato a Palazzo Chigi dove ha incontrato non il premier Draghi ma il capo di gabinetto Antonio Funiciello. La Lega, a quanto si è appreso, ha ribadito che Mario Draghi «deve continuare a fare il premier».

La legge elettorale e la firma mancante
A margine dell'incontro Silvio Berlusconi, Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Lorenzo Cesa, Maurizio Lupi, hanno confermato a nome dei loro partiti di essere impegnati, in vista delle future elezioni politiche, a non modificare l'attuale legge elettorale in senso proporzionale. E' quanto si legge in una nota che non è controfirmata da Luigi Brugnaro, presidente di Coraggio Italia.

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Botta e risposta Letta-Salvini
«Ripeto quello che ho sempre detto, il candidato deve essere unitario e non divisivo. Non deve essere un capo politico, ma una figura istituzionale». Così il segretario del Pd, Enrico Letta, primo a commentare l'esito del vertice. «Nessuno di noi può permettersi scelte totalizzanti», ha aggiunto Letta, «non c'è uno che può imporre ad altri la sua idea». «Noi non mettiamo veti nei confronti di nessuno, non si capisce perché la sinistra, che negli ultimi 30 anni ha scelto presidenti della Repubblica appartenenti all'area della sinistra, quando fuori e dentro il Parlamento il centrodestra è maggioranza si permette di dire questo sì o questo no. Io dialogo con tutti», la controreplica di Salvini.

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Conte: «Berlusconi improponibile»

«Silvio Berlusconi alla Presidenza della Repubblica è per noi un'opzione irricevibile e improponibile. Il centrodestra non blocchi l'Italia. Qui fuori c'è un Paese che soffre e attende risposte, non possiamo giocare sulle spalle di famiglie e imprese». Lo scrive Giuseppe Conte in un post.

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Renzi e «Il passo indietro del Cavaliere»
«Quanto accaduto oggi nel vertice del centrodestra è l'indicazione a metà di Berlusconi, perché deve verificare se ha i numeri, è una indicazione a metà, un passo indietro nella strada della candidatura di Berlusconi, non un passo in avanti. Oggi Berlusconi ha fatto un passo indietro». Lo ha detto Matteo Renzi parlando ai grandi elettori di Iv. «Siamo pronti a votare un candidato del centrodestra se riteniamo che possa fare gli interessi degli italiani ma non Berlusconi», ha chiuso Renzi.

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