Negli anni passati abbiamo sentito parlare molto delle vicende legate alla famiglia reale di Dubai e dei problemi che hanno vissuto alcune delle donne che ne fanno parte, tra cui la principessa Haya, confermati da una sentenza emessa a Londra. In questi giorni, invece, è emersa la notizia che un'altra aristocratica araba, la principessa Basma bint Saud, stavolta dell'Arabia Saudita, è stata detenuta in un carcere di massima sicurezza di Riad per tre anni insieme a sua figlia Suhoud, ed entrambe sono state rilasciate il 9 gennaio senza che si sappia di preciso con quale accusa fossero state private della loro libertà. Basma bint Saud era stata arrestata nel marzo 2019 mentre si preparava a volare in Svizzera per ricevere delle cure mediche. e da allora gli attivisti che hanno preso a cuore la sua situazione hanno cercato di ricostruirne i motivi, lamentandosi tra l'altro dell'impossibilità di curarla in carcere. Basma bint Saud ha 57 anni ed è la più giovane dei sette figli avuti dalla nobildonna siriana Jamila bint Asad Ibrahim Marei, l'ultima moglie del re Saud, una coppia che si era formata durante un pellegrinaggio alla Mecca. Poiché il padre di Basmah è morto quando lei aveva 5 anni lasciando ben 115 orfani legittimi, la bambina è cresciuta con la madre a Beirut, che hanno lascito nel 1975 con lo scoppio della guerra civile per trasferirsi prima a Londra, e poi negli Stati Uniti. I suoi studi sono stati multiculturali: le elementali in una scuola francese, le medie nel Regno Unito, le superiori in Svizzera e in America, e poi di nuovo l'università nel Regno Unito, l'American University a Losanna, in Svizzera, la Laurea in Sociologia presso la National American University nel 1984, la Laurea Magistrale in Economia Sociale e Scienze Politiche nel 1986. L'anno dopo si è sposata con Shuja bin Nami bin Shahin Al Sharif, membro di una prestigiosa famiglia, dal quale ha divorziato nel 2007 dopo aver avuto cinque figli: Saud, Sara, Samahir, Suhoud e Ahmad. Oltre tutto questo, Basma bint Saud è una imprenditrice che ha fondato il gruppo Saudi Gourmet and Craze Brasseries, la società di comunicazione Media Ecco e, infine, il suo progetto di punta, la Global United Lanterns Foundation, che distribuisce fondi a coloro che lavorano per il bene dell'umanità, ma soprattutto un'attivista dei diritti umani che si è battuta per la condizione femminile nel suo paese, ha caldeggiato sul suo blog la necessità di riforme costituzionali modernizzatrici nel suo Paese, ha visitato i campi profughi e tenuto conferenze all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, a Chatham House e ai sindacati di Oxford e Cambridge. Poco prima dell'arresto si era lamentata con l'Independent della censura che i funzionari sauditi avevano cominciato ad applicare su alcuni suoi suoi articoli. Poi, la sera del 28 febbraio 2019 stava entrando nel suo attico sul lungomare di Gedda insieme a sua figlia, Suhoud al-Sharif di 28 anni, quando si sono trovate circondate da otto uomini, ed è l'ultima immagine di loro due mentre uno di questi copre con un pezzo di stoffa la telecamera interna dell'abitazione. In seguito si è saputo da una fonte a lei vicina, che l'ha visitata in carcere, che alla principessa era stato detto che sarebbe stata condotta a un incontro riservato con il principe ereditario Mohammed, mentre invece si è ritrovata nel carcere di al-Ha'ir, una struttura di massima sicurezza a circa 30 km da Riyadh che ospita anche terroristi dell'ISIS e di al-Qaeda. Secondo molte voci, però, quella prigione ospita anche gli oppositori del principe ereditario Mohammed bin Salman, indicato dalle intelligence internazionali come il mandante dell'omicidio del giornalista del Washington Post Jamal Kashoggi, saudita e dissidente. Alla principessa Basma bint Saud, e all'opinione pubblica, non è stato spiegato con esattezza di cosa fosse accusata e da quel momento sono iniziate a fioccare varie ipotesi, dalla punizione per le sue posizioni apertamente polemiche verso il governo saudita ai suoi legami con l'ex principe ereditario Mohammed bin Nayef, improvvisamente sostituito nel 2017 da Mohammed bin Salman, e che si dice sia agli arresti domiciliari. La principessa aveva anche mandato degli appelli dal carcere su Twitter, chiedendo di potersi curare. Poi, l'inspiegabile rilascio, non si sa ancora a quali condizioni. Cosa accadrà ora alla principessa, non è chiaro, ma potrebbe essersi aperto un nuovo mistero legato alla ribellione di una delle molte donne di cultura dei paesi arabi che chiedono rispetto della loro condizione.