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Silvio Berlusconi, "operazione scoiattolo": il piano per arrivare al Quirinale grazie ai grillini

 Silvio Berlusconi

Antonio Rapisarda
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A poco più di due settimane dal primo scrutinio, la partita per il Quirinale inizierà a entrare ufficialmente nella fase di riscaldamento. Attesissima domani la conferenza stampa dell'indiziato numero uno: Mario Draghi. Ma, a quanto emerge alla vigilia da ambienti vicini a palazzo Chigi, sarà «gelidissimo» proprio sulla questione Quirinale. Il premier - che ha convocato l'incontro, dopo le polemiche per non averlo fatto subito dopo il Cdm, per spiegare l'introduzione dell'obbligo vaccinale - sul tema politico che sta monopolizzando le attenzioni del Parlamento («Draghi al Colle sì o no?») ha intenzione di tirare il freno a mano. Non si ripeterà la loquacità manifestata sul tema con la stampa parlamentare il 22 dicembre: «Rischia di essere controproducente», registrano voci dal Palazzo. 

 

Chi si aspetta risposte più o meno dirette, dunque, sulle intenzioni del «nonno a servizio delle istituzioni» stavolta rischia di restare a bocca asciutta. Se Draghi copre il fianco, i «kingmaker» del centrodestra scaldano i motori in vista del vertice di coalizione che dovrebbe ufficializzare (almeno internamente) l'intenzione di Silvio Berlusconi di puntare sul Colle più alto. Di una cosa, come ha spiegato ieri Francesco Lollobrigida, vi è certezza: «Questa volta la sinistra non ha i numeri per imporre un presidente di parte». Per il capogruppo alla Camera di FdI, in attesa di capire se il piano A, ossia la candidatura di Berlusconi, andrà in porto o meno, l'assicurazione è quella di lavorare «affinché il prossimo Presidente sia una figura terza: che permetta al popolo di scegliere da chi farsi governare» e che non imponga al governo «un Pd che perde elezioni da dieci anni». 

CARROCCIO
Sulla stessa lunghezza d'onda la Lega. «Dopo trent' anni di presidenti di centrosinistra è venuto il momento di eleggere una personalità di centrodestra», ha affermato il vicesegretario Lorenzo Fontana convinto però che per ottenere ciò occorra «provare a creare delle convergenze». Anche per il vice di Salvini quella di Berlusconi è una candidatura importante ma i voti del centrodestra «non bastano per eleggerlo». Su questo fronte, oltretutto, c'è un rischio da scongiurare: «Che gli accada ciò che avvenne con Prodi nel 2013». Che fare allora? Il suggerimento è quello di considerare anche le alternative: «Ci sono figure autorevoli, uomini e donne di centrodestra, che potrebbero trovare i consensi necessari anche delle altre forze politiche». A partire da Italia Viva e dal M5S: «Iv» perché è il gruppo «che più si avvicina al centrodestra, dopo il Misto». E l'M5S in quanto «è il gruppo di maggioranza relativa». 

 

IL CAVALIERE
Chi è assolutamente convinto di poterla spuntare dal quarto scrutinio, invece, è proprio il Cavaliere. «Posso farcela...», echeggia da giorni nei corridoi di Arcore. Per riuscire nell'impresa quirinalizia il leader di Forza Italia - atteso a Roma in settimana proprio in previsione del vertice con gli alleati - è impegna to da giorni in una campagna indirizzata soprattutto ad intercettare interlocutori nel Misto ma anche fra i renziani di Iv. Non a caso ieri il numero due di FI, Antonio Tajani, lo teorizzava apertamente: «Bisognerà vedere cosa farà Ren zi...». Qualcosa poi - più o meno sotto traccia - potrebbe arrivare pure dal Pd, dati i buoni uffici di Gianni Letta nei con fronti del nipote Enrico. Ma il piatto forte in casa azzurra - come ha ventilato l'Adnkronos - è l'attuazione della cosiddetta "operazione scoiattolo": l'idea abbozzata da Berlusconi nel 2018 per strappare ai grillini i parlamentari necessari a far cadere l'esecutivo gialloverde e riportare al governo il centrodestra. Stavolta l'operazione, fra i 5 Stelle impauriti dal voto anticipato e l'esercito ramingo dei suoi ex, potrebbe partire sul serio.

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