Golden Globe 2022: le nostre previsioni

Ecco chi, secondo noi, vincerà il premio nell'edizione più snobbata di sempre
Golden Globe 2022 le nostre previsioni

È un peccato che l'edizione dei Golden Globe con i candidati più forti sarà anche l'edizione più snobbata di sempre. Non la vedremo in televisione ma solo in streaming, non ci sarà un red carpet e un presentatore, ed è probabile che pochi vincitori avranno il coraggio di andare a ritirare il premio per condividerlo il giorno dopo su Instagram. L'atmosfera a Hollywood è cambiata e sembra, ormai, che i Golden Globe siano qualcosa da cui prendere le distanze per paura di macchiarsi e inzaccherarsi la reputazione, la cosa più preziosa che abbiamo negli anni 2020: qualsiasi aggettivo di stima potrebbe essere visto come un sostegno indiretto all'Hollywood Foreign Press Association che, l'anno scorso, è stata accusata di assegnare i premi in maniera ambigua - memorabile l'indagine del Los Angeles Times che ha scoperto che Emily in Paris ha ricevuto due candidature dopo che 30 membri dell'associazione erano stati invitati da Netflix in un viaggio stampa parigino a cinque stelle - e di non avere da almeno vent'anni un giornalista nero tra i votanti, notizia confermata a Variety dall'ex presidente dell'HFPA Meher Tatna. È bastato questo affinché la NBC stracciasse il contratto di trasmissione dell'evento in diretta e Hollywood dicesse basta a un sistema che mal tollerava da tempo e che ha avuto finalmente l'alibi per rimettere al suo posto. 

Il potere del cane

KIRSTY GRIFFIN/NETFLIX

 I Golden Globe, da sempre considerati l'anticamera degli Oscar anche se hanno azzeccato i vincitori designati dall'Academy poche volte - sintomo che i gusti della stampa spesso non coincidono con quelli degli addetti ai lavori -, saranno consegnati la notte tra il 9 e il 10 gennaio e, per una volta, accenderanno (forse) l'attenzione sui veri protagonisti della cerimonia: i film e le serie tv candidate. Per farvi capire quanto Hollywood sia risentita con il premio, vi diciamo solo che giornali potenti come Variety, Entertainment Weekly, il Times e Rolling Stone hanno scelto addirittura di non pronunciarsi sui favoriti. Allora, proviamo noi a rompere il silenzio e a rendere giustizia ai titoli che, purtroppo per loro, si sono trovati a competere nell'anno sbagliato. A vincere il Golden Globe come miglior film drammatico, la categoria più pesante, potrebbe essere Belfast, il film biografico di Kenneth Branagh dato già in pole position per gli Oscar, o Il potere del cane, il film di Jane Campion presentato in anteprima a Venezia e prodotto da Netflix che ha diviso la stampa tra amatori e perplessi. Per la migliore attrice vorremmo tanto che vincesse Kristen Stewart che, in Spencer di Pablo Larraín, ha regalato una delle interpretazioni della principessa Diana più belle di sempre (fosse dipeso da noi, le avremmo dato anche la Coppa Volpi, ma vabbè). A insidiarla, potrebbe essere, però, Olivia Colman, protagonista dell'esordio alla regia di Maggie Gyllenhaal The Lost Daughter, tratto dal romanzo di Elena Ferrante e ancora inedito in Italia. Come miglior attore, a spuntarla potrebbe essere Will Smith per Una famiglia vincente - King Richard, storia vera del padre di Venus e Serena Williams, anche se noi facciamo il tifo per Benedict Cumberbatch e il suo perfido Phil Burbank nel Potere del cane

West Side Story

Niko Tavernise

Sul fronte della commedia, salgono le quotazioni di Licorice Pizza di Paul Thomas Anderson; di Rachel Zegler come miglior attrice protagonista per il West Side Story di Steven Spielberg (anche se pure Marion Cotillard ha offerto una grande interpretazione in Annette di Leos Carax, il film di apertura dell'ultimo Festival di Cannes); e di Leonardo DiCaprio come miglior attore protagonista per Don't Look Up, che nel frattempo è diventato il terzo film più visto di sempre su Netflix. Come miglior attrice non protagonista tifiamo per la grande Ruth Negga per Passing, un film passato, purtroppo, quasi sottotraccia, mentre come miglior attore non protagonista puntiamo su Ciarán Hinds, che in Belfast veste i panni del nonno saggio e un po' brontolone di Branagh. Come miglior regia, anche se la critica si è divisa, potrebbe farcela Maggie Gyllenhaal, mentre per la miglior sceneggiatura Paul Thomas Anderson non sembra avere rivali per Licorice Pizza. L'Italia, naturalmente, spera che È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino possa portarsi a casa il Golden Globe come miglior film non in lingua inglese, anche se la concorrenza è spietata, soprattutto vista la presenza di Madres Paralelas di Almodóvar.

Succession 3

Photograph by Macall B. Polay / HBO.

Spostiamoci, adesso, sulla televisione. Come miglior drama, la vittoria della terza stagione di Succession, il capolavoro di HBO dedicato alla saga della ricchissima e spietatissima famiglia Roy, è praticamente data per certa da tutti, mentre per la miglior comedy si pensa che Hacks - ancora inedita in Italia - potrebbe battere Ted Lasso di Apple Tv+, già trionfatrice agli ultimi Emmy. Come miglior miniserie tifiamo per Omicidio a Easttown che, anche se non vincesse, sicuramente si porterebbe a casa un Golden Globe grazie alla formibabile interpretazione di Kate Winslet. Come miglior attrice di una serie drammatica, la favorita è Uzo Aduba per In Treatment, mentre come miglior attore scommettiamo sull'immenso Jeremy Strong per Succession. Per le comedy, vorremmo tanto che Elle Fanning e Nicholas Hoult vincessero per The Great, una delle serie più belle e intriganti degli ultimi anni (è disponibile su StarzPlay) ma che, ingiustamente, non si è ancora portata a casa un premio importante. Chiudiamo con i migliori attori non protagonisti: a vincere potrebbero essere Andie MacDowell per Maid - anche se saremmo contentissimi anche se vincesse Jennifer Coolidge per una serie bellissima come The White Lotus - e Kieran Culkin per Succession. A mani vuote potrebbero essere, quindi, la seconda stagione di The Morning Show, che non è riuscito a mantenere alti gli standard della prima, e Squid Game ma, naturalmente, è ancora tutto da vedere.