9 gennaio 2022 - 10:49

Treviso, due ventenni lasciano gli studi per produrre girarrosti: «Colpa della Dad»

Veronica De Bona e Bruno Francesco Bisol hanno rilevato un’azienda da un amico dei genitori. «Abbiamo preso la decisione perché stanchi della Dad»

di Milvana Citter

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Veronica De Bona e Bruno Francesco Bisol
Veronica De Bona e Bruno Francesco Bisol

Nel pieno della pandemia, sfiancati dalla Dad e da uno studio che non dava più emozioni, due amici di Col San Martino, nel Trevigiano, hanno messo da parte libri e appunti e si sono messi al tornio e alla pressa. Rilevando l’azienda di un amico dei genitori, sono diventati imprenditori e oggi producono girarrosti per la Demetra Srl. Veronica De Bona e Bruno Francesco Bisol ad appena 20 anni hanno deciso di rivedere i loro piani per il futuro, accantonando, almeno per ora, gli studi universitari e mettendosi a lavorare in laboratorio. Una scelta scaturita da un’opportunità che entrambi erano pronti ad accogliere: “Studiavamo alla facoltà di Scienze e Tecnologie alimentari, io a Udine e lui a Padova – racconta Veronica –, ma abbiamo perso interesse per gli studi a causa della didattica a distanza e dall’impossibilità di avere un confronto diretto con i docenti e gli altri studenti. Per questo io stavo già aiutando mio papà nella sua carpenteria metallica e così faceva Bruno con l’azienda del padre”.

L’occasione

E’ in quella situazione, nella loro vita arriva Franco, titolare di un’azienda produttrice di girarrosti con 35 anni di storia. L’uomo voleva cederla per ritirarsi e cercava candidati tra gli amici, tra i quali c’erano i genitori dei due ragazzi. “Quando i nostri genitori ce ne hanno parlato abbiamo pensato che si poteva fare. Avevamo già un po’ di esperienza ma Franco ci ha seguito in tutta la prima fase di avviamento dell’attività, ci ha insegnato le tecniche di produzione che lui stesso aveva progettato e tuttora ci supporta con consigli e aiuto”. Così dalle aule virtuali dell’università e dai libri, i ragazzi sono passati al laboratorio artigianale, alle prese con trapani e cacciavite: “Ci siamo ritrovati a realizzare prodotti nuovi, con meccanismi e passaggi di produzione molto precisi per questo Franco ci ha seguito passo passo all’inizio. Ora siamo in grado di gestire l’intera produzione”.

Il futuro

I due ragazzi si occupano di tutto, dal contatto con i clienti, alla commercializzazione, alla produzione: “Le nostre giornate lavorative non hanno orari – spiega Bruno -, perché anche quando chiudiamo la porta del laboratorio la testa pensa ai progetti, ai conti e ai clienti. Abbiamo avuto la fortuna di rilevare un’azienda seria, molto stimata e ben posizionata sul mercato e le cose stanno andando bene. Il nostro progetto è quello di crescere e magari esportare all’estero i nostri prodotti”. E l’università? Per Veronica sembra essere un capitolo chiuso: “Io mi sento bene in questa nuova dimensione, gli studi non mi mancano e non credo che tornerò indietro”. Bruno invece una porta la lascia aperta: “Al momento sono concentrato sull’azienda – conclude -, ma non escludo in futuro di rimettermi sui libri. Quando ero solo uno studente, la laurea era una sorta di obiettivo prefissato che dovevo raggiungere. Oggi invece penso che, se tornerò a studiare, sarà solo perché sentirò che voglio farlo per un’esigenza personale”.

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