Lazio Inter 20052018Getty Images

Inter-Lazio, dopo il goal di Vecino due percorsi opposti: l'istante che ha cambiato la storia

C'è un momento che cambia tutto. Un istante esatto. Poche frazioni di secondo che rovesciano completamente il destino e sconvolgono una storia che sembrava destinata a tutt'altro finale. Ci sono attimi che lasciano il segno. Per conferma chiedere a Inter e Lazio, che difficilmente potranno dimenticare quel 20 maggio 2018. Una data in cui i due club non si sono giocati un trofeo, ma che ricorderanno nel bene e nel male come la partita che ha segnato il cammino da lì in avanti della società nerazzurra e di quella biancoceleste.

L'istante esatto è quello che immortala Matias Vecino, centrocampista uruguaiano dell'Inter, mentre all'82' della sfida dello Stadio Olimpico di Roma, anticipa Milinkovic-Savic nel cuore dell'area di rigore biancoceleste e gira in rete di testa il calcio d'angolo battuto da Marcelo Brozovic.

Dall'inferno al paradiso. E viceversa. Quell'attimo ha risollevato l'Inter, autrice di una clamorosa rimonta in trasferta dopo lo svantaggio all'intervallo, e catapultato agli inferi una Lazio che già sentiva l'odore del 'sangue' dei rivali e la musichetta della Champions League nelle orecchie dopo l'autorete di Perisic al 9' e il 2-1 firmato Felipe Anderson al 41'.

L'articolo prosegue qui sotto

Da quel 20 maggio 2018 sono passate tre stagioni e mezzo e per Inter e Lazio è cambiato tanto. A segnare il destino delle due squadre proprio quel goal dell'uruguaiano, arrivato dopo il pari su rigore di Icardi quattro minuti prima.

Poche volte, come in quell'occasione, una sfida di campionato ha rappresentato perfettamente un vero e proprio spareggio. Una gara secca, in cui in 90 minuti si decideva il destino delle due squadre: in palio molto più di un quarto posto, ma la qualificazione diretta alla fase a gironi di Champions League. Prestigio e soldi freschi da investire sul mercato per aprire un nuovo ciclo e iniziare un percorso di crescita verso nuovi traguardi.

Un cammino che - dopo quella partita - è risultato agli antipodi per Inter e Lazio. I nerazzurri sono riusciti, infatti, a costruire una squadra in grado di confermarsi nell'élite del calcio italiano e passo dopo passo ha raggiunto e superato la Juventus, interrompendo un dominio a tinte bianconere durato undici anni. Dall'altra parte, invece, la Lazio è tornata a disputare la Champions nella passata stagione, senza però riuscire a sfruttare l'obiettivo raggiunto per compiere il definitivo salto di qualità e inserirsi nel gruppo delle big in lotta per lo scudetto.

Inter Udinese Serie AGetty

Nell'estate 2018, l'Inter ha deciso di investire una buona parte degli introiti derivanti dalla qualificazione in Champions per rinforzare la rosa a disposizione di Luciano Spalletti. Oltre a De Vrij, arrivato a parametro zero proprio dalla Lazio, sono arrivati i vari Nainggolan, Lautaro Martinez, Keita Baldé, Politano e Vrsaljko a rinforzare la rosa di Luciano Spalletti. Arrivi che hanno permesso alla squadra nerazzurra di poter aumetare le rotazioni dell'allenatore e di ottenere nuovamente la qualificazione alla massima competizione europea per club, con 69 punti insieme all'Atalanta e davanti a Milan (68) e Roma (66). Un altro pass conquistato al fotofinish che ha consentito una nuova rivoluzione estiva e l'arrivo di Conte in panchina e i vari Lukaku, Sensi, Barella e Sanchez, oltre a Lazaro ed Eriksen a gennaio.

Il tecnico salentino ha raccolto l'eredità di Spalletti e ha continuato il percorso di crescita scaturito da quel successo del 20 maggio 2018 riportando l'Inter a vincere lo Scudetto dopo undici anni alla seconda stagione sulla panchina nerazzurra.

Discorso completamente diverso in casa Lazio, che dopo quella sconfitta si è leccata le ferite ed è ripartita dall'Europa League e dagli introiti di tutt'altra portata rispetto a quelli della Champions. Niente mercato milionario ma gli innesti importanti di Joaquin Correa e Acerbi, oltre a Berisha e Durmisi, arrivati dopo la cessione a suon di milioni di Felipe Anderson - un pilastro di quella squadra - al West Ham. Niente investimenti pesanti e nessuna asticella alzata.

Simone Inzaghi Milinkovic-Savic Roma Lazio Coppa ItaliaGetty Images

Nonostante questo sono arrivate le vittorie della Coppa Italia contro l'Atalanta e della Supercoppa Italiana contro la Juventus. Altri due titoli che i biancocelesti hanno messo in bacheca durante l'era Inzaghi. Il tecnico piacentino è riuscito a compiere un vero e proprio miracolo sportivo con il quarto posto nella stagione 2019/2020, ma l'arrivo di Lazzari, insieme all'investimento sbagliato per Vavro, non sono bastati per migliorare il livello della rosa e permettere un ampio turnover in grado di poter far competere la squadra biancoceleste ad alti livelli in tutte le competizioni. Dopo aver concluso il percorso in Champions League agli ottavi di finale contro il Bayern Monaco, la Lazio si è dovuta accontentare nella passata stagione di un sesto posto che l'ha ridimensionata e riportata in Europa League. Uno scatto verso l'altro che la società biancoceleste non è riuscita a fare e che l'ha riportata lontano dall'Inter e dalle altre formazioni in lotta per il titolo.

Stasera Inter e Lazio si ritrovano di fronte. Una contro l'altra a San Siro, nel giorno del 122° anniversario della fondazione del club biancoceleste. 1330 giorni dopo da quel 20 maggio che ha rappresentato un vero e proprio spartiacque. Ora sulla panchina nerazzurro c'è Simone Inzaghi, che dopo la grande delusione causata da Vecino ha dimostrato prima in biancoceleste e ora in nerazzurro di essere ambizioso e meritare grandi palcoscenici. Quelli che l'Inter ha conquistato passo dopo passo con i risultati sul rettangolo verde di gioco e che la Lazio si è fatta sfuggire in una sera di metà maggio, a pochi minuti dal triplice fischio che ha sancito due cammini completamente opposti.

Pubblicità