Vestiamoci di rosa

La soprano Anna Netrebko, acclamata Lady Macbeth nell'opera che ha aperto la stagione della Scala di Milano
La soprano Anna Netrebko, acclamata Lady Macbeth nell’opera che ha aperto la stagione della Scala di Milano

“I came to you with not great news”. Non vi porto buone notizie, ha detto Vishal Garg, amministratore delegato di una grande azienda, aprendo su Zoom un incontro con novecento dipendenti. “Il vostro rapporto di lavoro si conclude qui, con effetto immediato”. La comunicazione dura tre minuti, il video è on line. Not great news. Ho visto Macbeth alla Scala, un atto, in tv. Ho letto le interviste in cui Landini spiega le ragioni dello sciopero generale e, con attenzione, il libro di Fabrizio Barca su “Disuguaglianze Conflitto Sviluppo”: una critica “da sinistra” al governo Draghi, non c’è un progetto di lungo periodo che metta mano alla voragine delle disparità sociali – dice.

Davide Livermore immagina Macbeth e la Lady come una coppia di potere dell’alta finanza, mi pare. Siamo a Singapore o a New York, il coro sono gli impiegati di una multinazionale in bilico sul baratro – vestiti di rosa, però: bad news ma che tutto sembri dolce e di zucchero. Abbiamo fatto il possibile, e tuttavia. Di uno sciopero generale non si sente il bisogno, sento dire. E’ solo un modo che il sindacato si dà per dirsi vivo, per avere potere di contratto e far politica.

Può essere, ma cosa fareste voi se foste alla guida di una forza che tanti errori ha commesso ma tanti danni ha pure evitato. Vi sciogliereste? Convochereste un’assemblea su Zoom? Ciascuno interpreta la sua parte. Bisognerebbe chiedersi – dice Barca – se sia questa la regìa che ci serve. Non per gli applausi di stasera ma per le conseguenze tra vent’anni. Per la stagione 2042. Le condizioni del presente sono frutto delle scelte del passato, giusto? Ma no, Berlusconi punta al Colle, la foresta brucia, la memoria pesa. Vestiamoci di rosa.