Il mistero dei «sassi del sorriso» negli ospedali
Li hanno battezzati i «sassi del sorriso». Li hanno trovati in giardino, nelle sale d’attesa, sulle sedie e sulle panchine: i pazienti dell’ospedale Busonera di Padova ma anche della sede dell’Istituto Oncologico Veneto di Castelfranco hanno scoperto pietre colorate, decorate con tante sfumature e con frasi di incoraggiamento, dipinti da autori anonimi. Pare che gli artisti che le hanno realizzate e posate in tutta l’area dell'ospedale abbiano preso ispirazione dal gruppo Facebook «Un sasso per un sorriso», un’iniziativa che era nata durante la pandemia per regalare momenti di stupore e meraviglia a perfetti sconosciuti.
Gnomi, fiori, pesci, rane, angeli, quadrifogli, cuori decorati con matite, pennarelli, pennelli, parole di sostegno e conforto. Spesso i sassi vengono solo guardati e non toccati, anche se nessuno ha stabilito alcuna regola, e anzi, sembra quasi che gli artisti che li hanno dipinti lo abbiano fatto proprio con l’intento di regalarli. Spesso vengono anche fotografati e postati sui social.
«La storia dei sassi del sorriso è un mistero. Sembra che qualcuno li decori, scriva frasi del tipo: “Questo sasso è per te”, e li sparga per il parco», racconta Enrica, paziente dell’Istituto Oncologico Veneto. «Io ne ho trovato uno nella piccola pensilina dove c’è il passaggio pedonale all’uscita dell’ospedale Busonera, non l’ho preso perché mi piaceva l’idea che qualcuno sorridesse come ho sorriso io nel vederlo. Poco dopo però non c’era più».
«Una volta c’erano i messaggi racchiusi in una bottiglia, affidati alle onde del mare. Oggi da noi non è inconsueto incappare in questi sassolini, che sono contemporaneamente messaggi e messaggeri di speranza», dice il direttore generale dell’Istituto Oncologico Veneto – Irccs Patrizia Benini. «In fondo, la pietra è sinonimo di origine, e ci ricorda senza sovrastrutture che a questo mondo ciascuno di noi è un sassolino chiamato a dare il meglio di sé, in termini di colore, luminosità, letizia, creando così dei circoli virtuosi di positività che non possono che far del bene. In salute, come in malattia».
Anno dopo anno, lo scatto dei bambini sopravvissuti al cancro
Giacomo, l’astronauta più giovane del mondo, in barba al tumore