“Yellowjackets”: la recensione di Aldo Grasso della serie tv su Sky Atlantic
L'aereo di una squadra di calcio femminile precipita tra i boschi e le ragazze devono cercare di sopravvivere a tutti i costi. Un horror tutto al femminile con le caratteristiche del classico romanzo di formazione
Genere: Dramma adolescenziale, horror
Regia di Ashley Lyle e Bart Nickerson. Con Sophie Thatcher, Keeya King, Liv Hewson e Alexa Barajas Plante, Christina Ricci, Juliette Lewis. Su Sky Atlantic
Un horror tutto al femminile con le caratteristiche del classico romanzo di formazione. Yellowjackets è una nuova serie in onda su Sky Atlantic (a pochi giorni di distanza dalla messa in onda originale sul canale premium cable statunitense Showtime) che merita una menzione per la sua capacità di toccare molteplici temi di profondità umana dietro la messa in scena della sopravvivenza, del cannibalismo e dell’inquietante scelta tra la vita e la morte.
Yellowjackets alterna due piani temporali: gli anni ’90, nei quali si svolgono i tragici fatti, e i giorni nostri, con le protagoniste che a distanza di 25 anni rievocano il trauma.
I fatti sono quelli di una squadra di calcio femminile il cui aereo precipita tra i boschi impervi dell’Ontario; qui le ragazze sono costrette a sopravvivere mettendo alla prova lo spirito di squadra, di adattamento e l’inevitabile individualismo.
Yellowjackets è un survival drama che vede un gruppo di adolescenti diventare adulte nel peggior modo possibile: una vicenda che ricorda quella vera della squadra uruguaiana di rugby raccontata nel film Alive – Sopravvissuti del 1993.
A impreziosire la serie il cast delle sopravvissute che si confrontano anni dopo con quel terribile passato, da Juliette Lewis a Christina Ricci.
Per chi ama le storie estreme e drammatiche a sfondo femminile.
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