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Fiat Ulysse, dopo 11 anni torna il monovolume italiano da 5 a 9 posti

di Maurizio Bertera

Nei piani di Stellantis c’e la nuova visione dello storico Ulysse e della variante commerciale Scudo, basati su una piattaforma «francese». Motori turbodiesel, anche con cambio automatico, e full electric, in tre formati di carrozzeria

Fiat Ulysse, dopo 11 anni torna il monovolume italiano da 5 a 9 posti

Fiat Ulysse, dopo 11 anni torna il monovolume italiano da 5 a 9 posti

Nei piani di Stellantis c’è il ritorno di Ulysse e della variante commerciale Scudo. Con una totale rivisitazione per rispondere all’obiettivo del Gruppo: vendere oltre il 70% di modelli elettrici in Europa entro il 2030. Per farlo, è pronto un investimento da 30 miliardi di euro entro il 2025 su elettrificazione e sviluppo dei software. È comunque una sorpresa considerando che il segmento delle monovolume non è certamente in buona forma, ma giocando la carta del comfort e della motorizzazione elettrica potrebbe funzionare. I due modelli erano figli della joint-venture tra il Gruppo Fiat e il Gruppo PSA, creata nei primi anni ‘90, che portò alla nascita di quattro monovolume di grossa taglia (pressoché identiche) prodotte a Valenciennes con i marchi Peugeot (la 806), Citroën (la Evasion), Fiat (l’Ulysse appunto) e Lancia (la Z). In tale progetto, si decise di utilizzare lo stesso pianale meccanico per realizzare tre veicoli commerciali, anch'essi pressoché identici tra loro, costruiti in Italia nello stabilimento di Atessa. L'unico marchio che non sarebbe stato utilizzato per questi mezzi commerciali fu quello Lancia.

Piattaforma EMP2

Per la cronaca, mentre Ulysse è uscito di scena nel 2010, alla seconda generazione e poco più di 60mila vendite in 16 anni sul mercato (quindi con un bilancio scarso), la Scudo ha resistito sino al 2016, sostituita dalla Talento. È andata meglio della «sorella» e può vantarsi di avere avuto Michael Schumacher come testimonial per il lancio della seconda generazione. Sembra preistoria: i nuovi Ulysse e Scudo si distinguono innanzitutto per l’adozione della piattaforma modulare EMP2 su cui si basano già i «cugini» Citroën Jumpy e Spacetourer, Opel Vivaro e Zafira Life, Peugeot Expert e Traveller (oltre ai Toyota Proace e Proace Verso). Poi, per la prima volta, ai collaudati motori turbodiesel (da 1,5 e 2 litri di cilindrata, anche con cambio automatico) si affiancheranno le rispettive versioni 100% elettriche. La monovolume sarà ordinabile a partire dal nuovo anno, mentre per il veicolo commerciale si partirà dalla fine del 2021.

Più configurazioni

Non sono stati ancora resi noti i dettagli delle dotazioni e delle prestazioni del nuovo modello, ma la sensazione è che Stellantis punterà soprattutto sull’ultima variante. È probabile che il powertrain sia molto simile a quello della Zafira e-Life: singolo motore da 136 Cv alimentato da una batteria da 50 o 75 kWh, per un'autonomia tra i 230 e 330 km nel ciclo WLTP. Quanto allo Scudo sarà disponibile nelle configurazioni furgone, Combi e pianale cabinato per allestimenti speciali; nelle prime due potrà sfruttare la modularità della piattaforma EMP2 per proporsi in tre lunghezze, con due interassi e due sbalzi posteriori differenti. Analogamente anche la Fiat Ulysse potrà proporsi in tre formati, con un’unica altezza. Fiat Ulysse e Scudo andranno quindi a rafforzare la gamma dei marchi torinesi, con il secondo che sarà commercializzato esclusivamente col marchio Fiat Professional, rivolgendosi soprattutto alle aziende.

27 novembre 2021 (modifica il 29 novembre 2021 | 15:21)