Mediaset cambia nome in Mfe: i soci danno il via al nuovo corso
Dagli azionisti ok anche alla nuova struttura azionaria con diversi diritti di voto. Mozione approvata dal 94% dell'assemblea, titolo subito quotato
di Andrea Biondi
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È già online anche il sito della holding. Intestazione Mfe-MediaForEurope e subito appare un messaggio che vuole essere emblematico del nuovo corso di Mediaset. «From strong italian roots to a european project»: dalle forti radici italiane al progetto europeo.
Con il via libera di ieri da parte dell’assemblea straordinaria degli azionisti di Mediaset – la prima che, seppur con le regole poste dall’emergenza Covid e quindi non in presenza, si è tenuta ad Amsterdam – il gruppo di Cologno completa la prima parte del suo progetto di sviluppo “paneuropeo” da tempo considerato come basilare per lo sviluppo in un momento caratterizzato dall’avanzata di giganti, del web e del video on demand, che in Mediaset ritengono contrastabili solo irrobustendosi, e solo facendolo su scala europea e non nazionale.
Ieri in terra olandese l’assemblea degli azionisti ha dato così il suo via libera al cambio di denominazione sociale (da Mediaset a Mfe-Mediaforeurope) e alla nuova struttura azionaria a doppia categoria con diversi diritti di voto. «Siamo molto soddisfatti di questo doppio passo. Queste azioni e gli ottimi risultati economici conseguiti ci consentono di guardare al futuro anche in ottica di sviluppo internazionale», ha dichiarato Pier Silvio Berlusconi nella sua nuova veste di ceo di Mediaforeurope, holding all’interno della quale rientrano le partecipazioni di Cologno: 100% di Mediaset Italia; 53,26% di Mediaset España e 24,16% di Prosiebensat.
Come previsto dagli ultimi accordi, ha votato a favore anche Vivendi, socio uscente ed ex separato in casa che si è smarcato dalle indicazioni del proxy advisor Iss (che come Glass Lewis si era espresso a sfavore del cambiamento) come invece avrebbe dovuto fare stando a quanto definito in un primo momento con l’intesa di inizio maggio.
Alla fine, a votare a favore del cambio è stato oltre il 94% dell’assemblea, con una partecipazione dell’80,6% del capitale. Contrario solo il 5,7% del capitale.
Già da oggi il gruppo sarà quotato come Mfe. Per quotare però la doppia classe di azioni A e B si dovrà aspettare ai primi di gennaio.
Intanto ieri ha avuto l’ok la proposta di “splittare” tutte le azioni Mediaset in due categorie: categoria A del valore nominale di 0,06 euro e un diritto di voto; categoria B del valore nominale di 0,60 euro e dieci diritti di voto. Tecnicamente lo schema prevede che le azioni attualmente in circolazione siano convertite tutte in azioni B e che, a una data prestabilita, tutti i titolari di azioni B ricevano un’azione A. Entrambe le categorie avranno una propria quotazione (quindi dopo l’emissione sarà il mercato a decidere di giorno in giorno il loro valore in Borsa) e avranno uguale diritto al dividendo. I futuri investitori potranno decidere quindi di acquistare sul mercato azioni di categoria A (più facilmente liquidabili e “snelle” nelle normali operazioni borsistiche di compravendita) oppure B. In questo modo si allarga potenzialmente la platea degli investitori anche medio-piccoli.
Oltre a questo la scelta fatta a Cologno sarebbe legata al vantaggio potenziale per la creazione di ulteriori condizioni per l’M&A. Questo perché le due categorie rappresentano uno strumento in più a disposizione in caso di una operazione mista cash e azioni o carta su carta. Così è stato ad esempio per l’operazione che ha portato al matrimonio fra Discovery e Scripps. E anche Mfe avrebbe quindi nel suo “arsenale” la possibilità di volta in volta di decidere se proporre M&A in contanti oppure scambio di azioni di categoria A oppure di categoria B (dipende dalla stazza della controparte).
Con questa struttura il Biscione, che mantiene in Italia la sede fiscale e tutte le attività precedenti, si appresta a spingere sull’espansione internazionale, anche con l’idea di aggregare altri operatori. Ora si tratta di capire da dove si partirà. Gli occhi restano aperti aperti su quello che sta succedendo in Francia sulla scia dell’operazione Tf1-M6 e su quello che potrebbe succedere in Uk con Channel 4. Resta apertissimo per Cologno il capitolo Prosiebensat. Qualcosa si muoverà sicuramente nel 2022 quando è previsto il rinnovo dei vertici della tv tedesca e Mediaset, principale azionista con il 25% circa fra azioni e diritti, è decisa a scendere in campo.