L’Iss: «Senza vaccino decessi nove volte più alti»

di Adriana Logroscino

Il rapporto dell’Istituto superiore di sanità conferma: dopo sei mesi dalla seconda dose la protezione cala dal 79% al 55%. Dilaga il contagio. Il Friuli ha numeri da zona gialla

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Il responso, osservando contagi e comportamento della malattia, è chiaro: il vaccino perde di efficacia nel tempo, dal 79% al 55% riguardo al contagio e dal 95 all’82% rispetto alle conseguenze gravi, dopo sei mesi dalla seconda somministrazione. E tuttavia resta l’unica - e imponente - difesa dalla morte e dal ricovero.

Contratto il Covid, infatti, se non si è vaccinati si rischia nove volte di più di morire, e sette volte di più di finire in ospedale. Un dato da tenere presente mentre il virus in Italia circola vorticosamente: ieri i positivi rilevati sono stati 11.555, mai così tanti in un giorno, dal 6 maggio. Allora, però, i morti sono stati 258, ieri 49. In crescita anche i ricoverati nei reparti ordinari, stabili nelle terapie intensive.

Il Friuli - Venezia Giulia è la prima regione a sforare i parametri (per contagio e ospedalizzazioni) da zona gialla, che scatterà, salvo inattesi miglioramenti, da lunedì 29. Ma è l’orizzonte generale ad essere piuttosto fosco: per l’Organizzazione mondiale della Sanità, altre 500 mila persone potrebbero perdere la vita per conseguenza del Covid, nel nostro continente. «Preoccupa l’aumento dei contagi — è l’allarme lanciato dal direttore dell’Oms per l’Europa, Hans Kluge —, il Covid è prima causa di morte nella regione».

In Italia il rapporto dell’Iss che prende in esame gli ultimi trenta giorni, misura il rapporto tra infezione e vaccino. In questo periodo, il 51% delle ospedalizzazioni, il 64% dei ricoveri in terapia intensiva e il 45,3% dei decessi sono avvenuti tra coloro che non hanno ricevuto nemmeno una dose. Se le percentuali possono far pensare a una sostanziale parità - è il cosiddetto paradosso che si verifica quando è enorme la sproporzione tra due platee messe a confronto - i numeri assoluti tolgono qualsiasi dubbio: in intensiva sono finiti 424 su 8 milioni di non vaccinati e 177 su 39 milioni di vaccinati.

Il report attesta poi anche la corsa del virus: l’incidenza aumenta in tutte le fasce d’età e di più, «un’impennata» tra i bambini sotto i 12 anni, non vaccinabili. Il 25% dei casi diagnosticati nell’ultima settimana riguarda under 20. Dall’inizio della pandemia, in questa fascia d’età 808.228 sono stati i contagiati e 34 i morti. Nelle prime due settimane di novembre i nuovi positivi sono stati 22.202, 143 i ricoverati e 5 i ragazzi finiti in terapia intensiva.

20 novembre 2021 (modifica il 21 novembre 2021 | 10:05)