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Non corre solo il Bitcoin: le altre cripto valgono la cifra record di 1.433 miliardi

La capitalizzazione di blockchain e token alternativi rispetto alla madre delle criptovalute ha raggiunto il massimo storico oltre 1.400 miliardi di dollari. Segnale di un’industria crescente ma anche di fiammate speculative

di Vito Lops

Cryptosfera, le altcoin superano l'argento

3' di lettura

Mentre il Bitcoin prova a consolidare il valore nei pressi del massimo storico toccato la scorsa settimana in area 67mila dollari, un altro guinness abbraccia il variegato mondo delle cryptovalute: la capitalizzazione delle alternative coin (altcoin), ovvero degli oltre 10mila progetti che può esibire oggi questa industria (tra token e blockchain native) ha superato se stessa portandosi per la prima volta a 1.433 miliardi di dollari. Tecnicamente oggi tutto ciò che non è Bitcoin ma ha comunque a che fare con l’universo crypto vale più dell’argento (1.376 miliardi) e non è da escludere che punti alla sesta posizione degli asset per market cap, occupata ora da Amazon (circa 1.700 miliardi di dollari).

Le cifre di questo settore alternativo iniziano quindi a farsi pesanti e ad interessare anche gli investitori istituzionali, che ormai non strizzano l’occhio solo alla prima della classe ma osservano con attenzione (nell’ottica di una diversificazione del portafoglio) anche la seconda nonché la regina delle altcoin, Ethereum, la cui capitalizzazione si sta riavvicinando ai massimi storici dello scorso maggio (550 miliardi di dollari) e che difatti è testa a testa con quella di Visa (500 miliardi).

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IL CONFRONTO
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Se Bitcoin si candida ad essere tanto una forma di pagamento (resa molto più rapida dal protocollo Lightning network) che una riserva di valore (secondo alcuni esperti il suo recente apprezzamento è anche legato ai crescenti rischi di inflazione globale) Ethereum è una sorta di computer globale su cui girano le dapp (applicazioni decentralizzate). Il sistema è pensato in modo tale che chiunque possa utilizzare un’applicazione all’interno di questo computer. Pagando una commissione (gas fee) nella valuta nativa del protocollo Ethereum (Eth). Per questo motivo Ethereum viene anche soprannominata “Nuovo Internet” o “Web 3.0”.

La blockchain di Ethereum è diventata l’epicentro per lo sviluppo di applicazioni e smart contracts (contratti intelligenti) che hanno effetti tangibili nell’economia reale, come la finanza decentralizzata e gli nft (non fungible tokens). «Dall'inizio del 2020, lo spazio della finanza decentralizzata ha registrato una decisa impennata - spiega Alice Liu, senior associate research di WisdomTree -. Gli esempi includono la concessione di prestiti (ad es. Compound), l'assunzione di prestiti (ad es. Yearn.finance), il trading (ad es. Uniswap) e i derivati (ad es. Synthetix). L'attività della defi (decentralized finance, ndr) è raddoppiata nel 2021 con 188 miliardi di valore totale bloccato nella rete. La defi oggi rappresenta circa il 6% del mercato delle criptovalute , rispetto a praticamente il nulla di un anno fa. Un altro trend di quest'anno ha visto gli investitori affollarsi nei token non fungibili (nft), ossia oggetti da collezione digitali che riguardano l'arte (ad es. CryptoPunk), i videogame (ad es. Axie Infinity) e altre proprietà virtuali (ad es. Decentraland). Gli nft hanno attratto oltre 2,5 miliardi di dollari nel primo semestre del 2021 , accompagnati da notizie roboanti come quella riguardo all'opera d'arte nft “The First 5000 Days” messa all'asta da Christie's per ben 69,3 milioni di dollari».

Ethereum vanta dalla sua una forte decentralizzazione (che nel settore è sinonimo di sicurezza del network) ma ha al momento il difetto di costare troppo in termini di commissioni, proprio a causa dell’elevato livello di congestionamento che si viene a creare in questa rete iperaffollata. Per questo motivo stanno trovando crescente spazio progetti alternativi, fra cui Solana (il cui è prezzo è cresciuto del 18.000% da inizio anno), Cardano (+1.000%) e Polkadot (+350%). Gli esperti li chiamano “Ethereum Killer” perché difatti hanno messo in piedi protocolli e blockchain che puntano a velocizzare le transazioni e a ridurre le commissioni. «Solana sta provando a risolvere le debolezze di Ethereum con un sistema di timbratura crittografica che attualmente può ospitare ben 65mila transazioni al secondo contro le circa 30 di Ethereum - sottolinea Orlando Merone, country manager di Bitpanda -. Anche Cardano, dopo il rilascio di dell’aggiornamento Alonzo, può diventare un’alternativa per la gestione degli smart contracts, dato che consente di effettuare 275 transazioni al secondo».

Sarà davvero così facile “uccidere” Ethereum? Gli esperti sono scettici anche perché il computer globale ideato nel 2015 dal genio russo Vitalik Buterin si prepara a lanciare grandi novità nel 2022, come il cambiamento del meccanismo con cui oggi vengono validate le transazioni. «Dal “proof of work” (lo stesso del Bitcoin) al “proof of stake” che, unitamente allo “sharding”, un processo volto a migliorare la scalabilità, potrebbe consentire ad Ethereum di passare da 30 a 100mila transazioni al secondo», spiega Eliézer Ndinga, head of research team di 21Shares . Nel frattempo i crypto-investitori seguono gli sviluppi, puntando tanto sui progetti più rinomati quanto su quelli ad oggi poco conosciuti che potrebbero trasformarsi un domani tanto in gemme quanto in un buco nell’acqua. Un rischio sempre dietro l’angolo in un settore potenzialmente rivoluzionario, ma proprio per questo acerbo e non esente da elevati rischi e fiammate speculative.

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