Il Papa: basta respingere i migranti, in Libia ci sono veri lager

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Durante l’Angelus, il Pontefice torna a parlare di immigrazione: chiede alla comunità internazionale di mantenere le promesse ponendo fine ai respingimenti e dando allo stesso tempo porti sicuri alle navi che soccorrono i migranti

Papa Francesco torna a parlare di immigrazione durante l'Angelus e lo fa rivolgendosi alla comunità internazionale affinchè tuteli con tutti i mezzi i profughi nei confronti dei quali si pratica - sottolinea – “una violenza disumana”.

I migranti e la situazione in Libia

L’appello del Papa è molto chiaro: "Esprimo la mia vicinanza alle migliaia di migranti, rifugiati e altri bisognosi di protezione in Libia. Non vi dimentico mai - assicura Francesco - sento le vostre grida e prego per voi. Tanti di questi uomini, donne e bambini sono sottoposti a una violenza disumana. Ancora una volta chiedo alla comunità internazionale di mantenere le promesse di cercare soluzioni comuni, concrete e durevoli per la gestione dei flussi migratori in Libia e in tutto il Mediterraneo. E quanto soffrono coloro che sono rimandati! Ci soni dei veri lager".

L’ appello alla comunità internazionale

Da qui la richiesta alla comunità internazionale di impegnarsi per garantire ai migranti "condizioni di vita degne, alternative alla detenzione, percorsi regolari di immigrazione e accesso alle procedure di asilo. Sentiamoci tutti responsabili di questi nostri fratelli e sorelle – aggiunge Papa Francesco - che da troppi anni sono vittime di questa gravissima situazione e preghiamo insieme per loro in silenzio".

Le reazioni all’appello del Papa

"Il Papa ha utilizzato parole piene di saggezza e di umanità ma nello stesso tempo chiare e nette: l'Italia e la Ue non possono più permettere respingimenti di migranti in Libia", commenta Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana. Mentre il sindaco di Pozzallo Roberto Ammatuna aggiunge: “Bisogna tenere conto delle dichiarazioni di oggi di Papa Francesco che dalla finestra del Palazzo Apostolico in Vaticano ha chiesto priorità al soccorso di vite umane in mare ed ha invitato tutti i cattolici del mondo a non restare indifferenti davanti a questo dramma”.

 Le parole di Papa Francesco richiamano in qualche modo il concetto espresso dal procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella che nella richiesta di archiviazione per il capitano e l'armatore della nave Mare Jonio aveva scritto:"La Libia si ritiene non soddisfi i requisiti per poter essere considerata come un luogo sicuro ai fini dello sbarco all'esito del soccorso in mare".

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