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ECONOMIA

Naufragio dell'accordo

Mps, interrotti i negoziati tra Mef e Unicredit

Dopo tre mesi di trattative è arrivato lo stop

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di Tiziana Di Giovannandrea
Il ministero dell'Economia e delle Finanze e UniCredit, con un comunicato congiunto, hanno dato la notizia dell'interruzione del negoziato per la potenziale acquisizione di un perimetro definito di Banca Monte dei Paschi di Siena.

Il comunicato congiunto
"Nonostante l'impegno profuso da entrambe le parti Unicredit e Mef comunicano l'interruzione dei negoziati relativi alla potenziale acquisizione di un perimetro definito di Banca Monte dei Paschi di Siena".

Dopo le numerose indiscrezioni e rumors delle scorse ore, è arrivata l'ufficialità sulla rottura ed annullamento delle trattative tra Tesoro e il gruppo bancario. La nota è arrivata a pochi giorni dal 27 ottobre, giorno in cui è convocato il CdA della trimestrale di UniCredit. È probabile che su questo ci sia stata una richiesta da parte della Consob.

Le motivazioni
Alla base della rottura ci sarebbe la ricapitalizzazione richiesta dall'istituto di piazza Gae Aulenti del valore di oltre 7 miliardi e ritenuta dal governo "troppo punitiva" per i contribuenti, ma anche l'impossibilità di chiudere l'intesa sulle condizioni pattuite a luglio.

In estate la seconda banca italiana aveva accettato di avviare trattative esclusive per l'acquisto di "alcuni asset selezionati" di Rocca Salimbeni, controllata dal Mef con una quota pari al 64% dopo il bailout del 2017. Tra i principali presupposti vi erano la neutralità dell'operazione sul capitale del gruppo Unicredit, oltre a un accrescimento significativo dell'utile per azione dopo aver considerato le possibili sinergie nette e in ogni caso il mantenimento dei livelli attuali di utile per azione anche prima di tener conto delle possibili sinergie al 2023. Tra le garanzie offerte in dote al Gruppo era stata stabilita "l'esclusione di contenziosi straordinari non attinenti all'attività di ordinaria gestione bancaria e di tutti i relativi rischi legali, attuali o potenziali" e anche "l'esclusione dei crediti deteriorati e l'adeguata copertura di eventuali ulteriori rischi di credito che siano identificati anche a seguito della due diligence attraverso modalità da definire".

Per quanto riguarda il capitolo gestione del personale, le parti avrebbero provato a convergere su circa 6mila-7mila uscite, in forma volontaria e senza licenziamenti, incluso il piano esuberi annunciato all'inizio di quest'anno dal Monte (con 2.700 uscite preventivate su un arco quinquennale di cui circa mille quest'anno) ma mai sinora implementato.

Mef: fiduciosi che ci siano condizioni per proroga
Il Tesoro è "fiducioso" del fatto che "ci siano le condizioni per ottenere una proroga" da Bruxelles, e quindi di fatto per allungare i tempi per la cessione di Mps. Lo fanno sapere ambienti vicini al dicastero di via XX Settembre. Il Tesoro è titolare del 64% di Mps e dovrebbe a questo punto chiedere almeno sei mesi in più all'Antitrust Ue alla quale l'Italia promise la vendita di Mps entro l'assemblea sui conti 2021.

Le altre reazioni
Marattin e D'Alfonso: "Mef riferisca subito in Parlamento"

In una nota congiunta Luigi Marattin, presidente della VI Commissione Finanze della Camera, e Luciano D'Alfonso, presidente della VI Commissione Finanze e Tesoro del Senato hanno evidenziato: "A seguito del comunicato del ministero dell'Economia e Finanze in cui si annuncia lo stop alle trattative con Unicredit Spa per la cessione della quota della banca Monte dei Paschi di Siena attualmente in mano al settore pubblico, in coerenza con gli impegni assunti dal ministro Daniele Franco in occasione dell'audizione del 4 agosto scorso, siamo a richiedere che il ministro dell'Economia e Finanze, o il Direttore generale del Tesoro, vengano prontamente a riferire presso le Commissioni Finanze di Camera e Senato in merito alla situazione relativa a MPS e alle sue prospettive future".

La Lega ha subito messo sotto pressioni Enrico Letta, segretario del Pd e neo-deputato di Siena: "Che soluzione propone l'onorevole Letta, eletto pochi giorni fa proprio a Siena? Mesi, anni, miliardi e posti di lavoro persi per colpa del Pd", hanno sostenuto fonti del partito guidato da Salvini dopo le ultime notizie sul negoziato con Unicredit.

Letta: Mef corretto, Unicredit pensava a svendita
Il segretario del Pd replica: "Io ho l'impressione che Unicredit pensava di partecipare a una svendita e invece il ministero del Tesoro è stato assolutamente corretto nel modo con cui ha portato avanti questa vicenda. Aveva preso degli impegni di valorizzazione del grande patrimonio di esperienza e del legame con il territorio che lì dentro c'è. E poi parliamo del marchio più antico di banca che c'è nel mondo. Non si poteva arrivare a una svendita", ha detto Letta, ospite a 'Che Tempo Che Fa' su RaiTre.

Sindaco di Siena, De Mossi: Draghi chieda proroga all'Ue
Luigi De Mossi, sindaco di Siena, dice su Mps: "Non sarebbe uno scandalo se Draghi, grazie alla sua autorevolezza, chiedesse all'Europa una proroga per la permanenza dello Stato in Mps. Come purtroppo sappiamo bene, visto quello che è successo al Monte in passato, per questo tipo di operazioni serve il giusto tempo. Banca Mps è un patrimonio non solo di Siena, ma dell'Italia. Draghi e Franco hanno le competenze per interloquire con l'Europa e trovare soluzioni". Quanto a Unicredit, "penso che il problema principale sia stato che fosse l'unica ipotesi, invece si dovevano perlomeno cercare altre soluzioni, dalla public company alla banca regionale tanto per citarne alcune, anche attraverso l'utilizzo di un advisor indipendente. Adesso il governo e la politica facciano la loro parte".

Presidente della Toscana, Giani: stop trattativa è notizia positiva
Il governatore della Toscana, Eugenio Giani, considera positivamente l'interruzione del negoziato tra Mef ed UniCredit su Mps per poter arrivare ad una nuova proprietà che preservi l'integrità dell'istituto bancario e commenta: "Condivido la scelta del Governo su Mps: in questo momento sta vivendo una fase positiva dal punto di vista dei conti, sia la semestrale che ha portato a più di 200 mln di utili sia gli indicatori che abbiamo ci dicono che il tempo non è rinvio ma possibilità di vedere consolidati dati positivi che la banca nell'andamento ordinario sta raggiungendo e quindi di scegliere un momento in cui questo consolidarsi dei risultati utili può portare" per Mps "accanto all'autonomia la prospettiva di sviluppo. Quindi secondo me il fatto che si arrivi da parte del Governo a chiedere una proroga all'Ue rispetto ai tempi di vendita non può che favorire il consolidarsi dei dati positivi del Mps evitando un esborso che è veramente eccessivo per le casse dello Stato".