Almanacco dell'Innovazione - 24 ottobre 2009

Nasce il robot bambino iCub, e ci fa innamorare subito

Nasce il robot bambino iCub, e ci fa innamorare subito
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Il 24 ottobre 2009, dopo una gestazione incredibilmente lunga rispetto a quella umana, ma perfettamente normale per un robot, nasce iCub. Dentro ha 53 motori che gli consentono di muovere testa, arti superiori e vita (le gambe ancora no). Eppure quello che ci colpisce è il volto: sembra un bambino. Ha le dimensioni di un bambino di 3 anni e mezzo, ci dicono quel giorno: alto 104 centimetri, pesa 22 kg. Sì, ma è lo sguardo, lo sguardo di quel testone bianco, a spiazzarci e farci innamorare. Sembra vivo (muove palpebre e labbra, una cosa che ai tempi era piuttosto rara). 

iCub viene presentato alla settima edizione del Festival della Scienza, una benemerita iniziativa che si svolge a Genova, poco lontano dai laboratori dell’Istituto italiano di Tecnologia dove iCub era stato realizzato. Il progetto era partito nel 2003, quando l’IIT era appena nato: il padre del robot è considerato Giorgio Metta, che oggi guida l’IIT, ma un ruolo fondamentale lo ebbe anche lo scienziato che dell’Istituto è stato la guida dalla fondazione fino a qualche tempo fa, Roberto Cingolani, oggi ministro della Transizione ecologica. L’idea, lo scopo del progetto, era creare una piattaforma open source che consentisse a tutti di studiare il funzionamento dei robot e di progettarne miglioramenti. Il progetto da questo punto di vista ha avuto successo: iCub è stato adottato da moltissimi istituti di ricerca e accanto a lui all’IIT sono nati altri tipi di robot.

iCub resta però il simbolo, il “poster-boy” dell’innovazione italiana invitato a ogni manifestazione.  Il 21 settembre scorso ha aperto anche la Italian Tech Week con un discorso in cui ha detto a noi umani “che non dovete temere i robot”. Ma ovviamente era un testo scritto dai ricercatori dell’IIT che come i loro colleghi di altri istituti di ricerca lamentano il fatto che la robotica e l’intelligenza artificiale siano stati snobbati dal Piano nazionale di Ripresa e resilienza. E senza soldi, non si può crescere. Anche per questo forse iCub è rimasto lo stesso di quel giorno di ottobre del 2009: un robot-bambino per sempre.