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Settimana contrastata per le Borse, occhi su timori crescita e Evergrande

I listini europei chiudono in territorio positivo dopo che il colosso immobiliare cinese ha evitato (per ora) il default tecnico. Il petrolio risale a 83 dollari, euro stabile contro il biglietto verde a 1,16

di Enrico Miele e Stefania Arcudi

Aggiornato alle 22.24

La Borsa, gli indici del 22 ottobre 2021

4' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Settimana a corrente alternata per le Borse europee, con Milano (+0,31% nelle 5 sedute), Parigi (+0,09%) e Amsterdam (+1,57%) che hanno archiviato la terza ottava di fila in rialzo, mentre Francoforte (-0,28%), Madrid (-1,01%) e Londra (-0,41%) che sono rimaste più indietro. La stagione delle trimestrali, che procede con risultati in media positivi, e lo scampato pericolo, almeno per il momento, sul default di Evergrande hanno dato respiro agli investitori, che però continuano a nutrire preoccupazioni sulla futura crescita economica.
In Europa settimana negativa in particolare per il comparto auto (-1,77% lo Stoxx Europe 600), quello dei viaggi (-2,06%) e delle risorse di base (-4,13%), bene invece sanità (+1,93%), utility (+2,7%) e servizi finanziari (+1,59%). Poco mosso lo spread tra i rendimenti di BTp decennali e Bund di pari scadenza, che è leggermente salito nella settimana a 106 punti, contro i 104 di una settimana fa e i 109 di fine 2020, mentre il rendimento dei titoli decennali italiani è salito allo 0,94%, contro lo 0,87% di una settimana fa e lo 0,52% di fine 2020. Per quanto riguarda i titoli, in Italia le small cap (+1,99% il Ftse Italia Small Cap Index) e le utility (+3,49%) hanno segnato le performance migliori, mentre le banche (-2,56%) quella peggiore. Sul Ftse Mib, su base settimanale i rialzi maggiori sono stati quelli di Amplifon (+5,18%), Diasorin (+4,89%) e A2a(+4,8%), mentre i ribassi più sostenuti sono stati quelli di Mediolanum (-10,26%), Unipol (-4,85%) e Intesa Sanpaolo (-4,8%).

In Usa Wall Street chiude contrastata la giornata di venerdì 22 ottobre. Il Dow Jones sale dello 0,21% a 35.677,68 punti, il Nasdaq perde lo 0,82% a 15.090,20 punti mentre lo S&P 500 cede lo 0,11% a 4.544,68 punti.

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Venerdì indici positivi, Milano tiene

La schiarita sul colosso immobiliare cinese Evergrande, che per il momento ha evitato il default, e alcune trimestrali positive, come quelle di L’Oreal e Vivendi in Francia, hanno spinto verso l’alto le , che hanno archiviato la terza settimana di fila guadagni. Gli indici hanno comunque chiuso sotto i massimi di giornata, complice il rallentamento di Wall Street, che ha girato in negativo dopo i nuovi record. Parigi con il CAC 40 è stata la migliore, seguita a ruota dal DAX 30 di Francoforte, Londra e Amsterdam. Più indietro il FTSE MIB a Milano con gli occhi sul giudizio di S&P. Questo in un contesto in cui, a livello europeo, alcuni dati macro non del tutto soddisfacenti sollevano dubbi sulla tenuta della ripresa (gli indicatori Pmi sul manifatturiero e sui servizi hanno mostrato un rallentamento della ripresa nell’Eurozona, con l’indice composito ai minimi da sei mesi).

Andamento Piazza Affari FTSE Mib
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A Milano al top Cnh e A2a, brilla il lusso con Moncler

Nella seduta del 22 ottobre, a guidare il paniere delle big milanesi sono state in particolare Interpump Group e Cnh Industrial. Banco Bpm in chiusura è rimasta la più vivace tra i bancari, la cui corsa continua in vista di un riassetto del comparto del credito. Movimenti evidenti, soprattutto nella mattinata, anche sui titoli esterni al Ftse Mib: da Danieli Ord dopo la guidance di fatturato (3,5-3,7 miliardi) per l'esercizio 2022-23 a Brunello Cucinelli che stima +25% di ricavi per l'esercizio in corso. A Parigi si è invece messa in luce Vivendi dopo i ricavi del terzo trimestre, assieme a L’Oreal grazie a vendite ben oltre le attese.

Ancora una seduta positiva per le utility: gli acquisti degli investitori hanno premiato A2a e Hera ma è Iren che ha sfruttato la raccomandazione di un broker a mostrare la performance più consistente. Tra i titoli del lusso, chiude ai primi posti anche Moncler su cui gli analisti Jefferies portano il target di prezzo a 57 euro con raccomandazione "hold".

In Usa deficit annuale a 2.772 mld $, sotto record 2020

Il deficit federale degli Stati Uniti è stato di 2.772 miliardi di dollari nell'anno fiscale 2021, il secondo più alto nella storia del Paese, ma comunque inferiore di 360 miliardi rispetto a quello dello scorso anno. Lo ha reso noto il dipartimento del Tesoro. Come percentuale del Pil, il deficit è stato pari al 12,4%, in ribasso dal 15% dell'anno fiscale 2020.

Evergrande scongiura il default formale

Il gruppo immobiliare cinese Evergrande, alle prese con una crisi di liquidità che ne sta mettendo in dubbio la solidità finanziaria, ha depositato i fondi necessari per pagare gli interessi su un bond in dollari Usa evitando così di precipitare in un default formale. Nel dettaglio, secondo quanto riferito dai media cinesi, Evergrande ha versato ieri 83,5 milioni di dollari su un conto fiduciario presso Citibank riuscendo così a pagare tutti gli obbligazionisti prima che il periodo di grazia per il pagamento degli interessi scadesse il prossimo 23 ottobre. Evergrande sarà comunque chiamato a effettuare pagamenti su una serie di altre obbligazioni in scadenza, a iniziare da un bond in scadenza la prossima settimana.


Spread sale a 105 punti, tasso allo 0,96%

In lieve rialzo lo spread tra BTp e Bund. Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark e il pari durata tedesco è indicato a 105 punti base, dai 104 punti base del riferimento del 21 ottobre. Sale anche il rendimento del BTp decennale benchmark che ha segnato una prima posizione allo 0,96% dallo 0,95% del closing precedente.

Focus sulla macro, indice Pmi in calo

Tutto questo in una giornata ricca dal punto di vista macroeconomico, con i prezzi al consumo del Giappone (+0,1% su anno a settembre) seguiti dalle le vendite al dettaglio in Gran Bretagna (-0,2% su mese a settembre), dagli indici Pmi servizi e manifatturiero in Francia, Germania, Eurozona e Regno Unito. Nella zona Euro, a ottobre l'Indice Pmi manifatturiero è sceso a 53,2 (dal 55,6 di settembre) toccando il livello più basso degli ultimi 16 mesi. Lo ha reso noto Markit secondo cui, nello stesso mese, si segnala in flessione anche l'Indice composito, che si è attestato a 54,3, dal 56,2 di settembre, e l'Indice Pmi per il settore dei servizi, sceso a 54,7 dai 56,4 punti del mese precedente. La Banca centrale russa, intanto, ha alzato il suo tasso di riferimento al 7,50% dal precedente 6,75%. S&P, infine, si pronuncerà a mercati chiusi sul debito sovrano dell’Italia ed è attesa una conferma del giudizio.

Andamento dello spread Btp / Bund
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Euro/dollaro stabile, petrolio torna a salire

Sul mercato valutario, l’euro è stabile a 1,1637 dollari (da 1,1639 ieri alla chiusura dei mercati continentali) e passa di mano a 132,60 yen (da 132,39). Dollaro/yen a 113,95 da 113,75 ieri in chiusura. I prezzi del petrolio tornano a salire dopo un avvio sottotono: il Brent dicembre viaggia a 85 dollari al barile, il Wti dicembre a 82,86 dollari al barile.

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