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Evergrande paga in extremis cedola da 83,5 milioni (e si salva dal default)

Il debito non onorato entro lo scorso 23 settembre è stato coperto via Citigroup in tempo sul default tecnico che scattava sabato 23 ottobre

di Rita Fatiguso

Cina: terzo giorno di manifestazioni davanti sede di Evergrande

2' di lettura

Evergrande paga in zona Cesarini via Citigroup gli interessi sul bond offshore da 83,5 milioni di dollari scaduto e non onorato il 23 settembre giusto in tempo per evitare il default che sarebbe scattato il 23 ottobre, a 30 giorni dal mancato pagamento. Oberata da oltre 300 miliardi di dollari di debito, Evergrande lotta per la sopravvivenza. La notizia diffusa da Securities Times ha scatenato la volatilità sui mercati internazionali. La resa dei conti nell’immobiliare cinese è, in ogni caso, vicina. Le autorità non recedono dalla stretta al credito sull’immobiliare.

In regola all’ultimo minuto

Evergrande ha versato 83,5 milioni di dollari per un pagamento ritardato ai detentori stranieri di bond. A riportarlo è il quotidiano cinese Securities Times, secondo cui il colosso cinese ha versato il denaro su un conto di Citigroup per il pagamento degli interessi maturati e non pagati entro il 23 settembre. La lotta del gruppo Evergrande per ridurre il debito da oltre 300 miliardi di dollari tiene i mercati con il fiato sospeso sollevando timori che un default possa innescare una crisi finanziaria globale. Evergrande non ha effettuato i pagamenti dovuti da fine settembre in poi. Sabato 23 ottobre sarebbe scaduto il termine di grazia di 30 giorni, prima della dichiarazione di default tecnico.

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L’effetto volatilità sui mercati

Il mancato pagamento da parte di Evergrande della cedola entro la scadenza del 23 settembre ha scatenato la volatilità sui mercati internazionali e accelerato la resa dei conti sulla salute del settore immobiliare cinese, sotto pressione del governo per ridurre la leva finanziaria. L’indice immobiliare CSI300 ha chiuso la sessione mattutina con un 2,4%, dopo un balzo del 6,5 per cento. L’omologo indice della borsa di Hong Kong ha guadagnato il 3,9%, con le azioni Evergrande aumentate fino al 7,8 per cento.

Già giovedì 21 ottobre i commenti di Pan Gongsheng e Liu He, rispettivamente vice governatore e capo del Gruppo di stabilità finanziaria, avevano gettato acqua sul fuoco definendo il rischio Evergrande sotto controllo, sulla scia delle dichiarazioni rassicuranti del Governtaore Yi gang («Evergrande è controllabile»). Con sollievo dei titoli del comparto immobiliare. Va male invece l’andamento dell’energia, i futures sul carbone hanno esteso le perdite dopo che Pechino ha segnalato che sarebbe intervenuta per raffreddare i prezzi in aumento che hanno contribuito alla carenza di elettricità del Paese.

Ma il crackdown non si ferma

A breve termine, il rimborso degli interessi dovrebbe fornire un impulso agli asset di rischio cinesi, compresi lo yuan e le azioni cinesi ma il rischio default di Evergrande probabilmente è stato solo rinviato per un po’ di tempo ancora.

Il settore immobiliare, gravemente ferito dalla crisi del debito di Evergrande, si è ripreso nei giorni scorsi anche dopo che le autorità bancarie hanno esortatole banche a sostenere le esigenze di credito del settore e a sostenere i prestiti ipotecari agli acquirenti della prima casa.

Toni ammorbiditi, dunque, per prevenire un eccessivo inasprimento sulle politiche del credito immobiliare, il che fa prevedere una diminuzione dei tassi ipotecari. La stretta di Pechino sul credito non dovrebbe, tuttavia, segnare il passo.

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