politiche attive

Disoccupati, 4,4 miliardi di fondi pubblici per trovare lavoro: chi gestirà i soldi del progetto «Gol»

di Rita Querzè

Via libera alla riforma delle politiche attive del lavoro collegata al Pnrr: 4,4 miliardi da spendere entro il 2025 con il cosiddetto progetto «Gol», acronimo che sta per Garanzia occupabilità lavoratori. Giovedì il semaforo verde della conferenza Stato Regioni al decreto del ministero del Lavoro d’intesa con l’Economia. Per l’operatività della riforma manca solo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale. Poi ogni Regione avrà 60 giorni per presentare il proprio piano.

I primi 880 milioni sono stati ripartiti in base a cinque parametri: occupati, disoccupati, persone in cig, con reddito di cittadinanza o in Naspi. Potranno contare su oltre 100 milioni Campania (119) e Lombardia (101). Seguono Sicilia e Lazio. Il peso del reddito di cittadinanza sulla ripartizione dei fondi è stato ritoccato al ribasso su pressione delle regioni del Nord.

I restanti 3,52 miliardi saranno distribuiti in base al numero di persone prese in carico da ogni Regione. In altre parole: chi più spende ha maggiore possibilità di accedere a nuovi fondi. Il decreto prevede la creazione di un «comitato direttivo» in cui saranno rappresentati ministero del Lavoro, Anpal e singole Regioni, con il compito di fare da cabina di regia «valutando gli interventi e le attività realizzate in termini di efficacia ed efficienza, anche in rapporto ai target fissati».

Nel 2022 il programma Gol dovrà prendere in carico 600 mila persone. A 160 mila di queste dovrà garantire un corso di formazione che per 60 mila dovrà avere contenuti legati al digitale. Ma quali servizi esattamente saranno garantiti ai disoccupati? Oggi non è chiaro perché i Lep, livelli essenziali delle prestazioni legati al progetto Gol, non sono definiti. Per finire, il tema della condizionalità. Già oggi chi rifiuta un’assunzione mentre riceve Naspi o reddito di cittadinanza dovrebbe vedersi ridotto o tolto l’assegno. La legge però non è applicata. Il decreto dice che le Regioni dovranno «assicurare» la condizionalità entro quattro mesi dall’attribuzione dei fondi.

ULTIME NOTIZIE DA L’ECONOMIA
>