Mondiali di ciclismo su pista, gli ori di Paternoster e del quartetto (Ganna, Consonni, Lamon e Bertazzo)

di Marco Bonarrigo

Il trionfo del quartetto guidato da Ganna nell’inseguimento e di Letizia Paternoster nella gara dell’eliminazione. Argento delle azzurre nell’inseguimento

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È durato 3.625 metri il sogno dei francesi di vendicare una stagione di sconfitte sportive nei nostri confronti, è durato una mezz’ora quello delle ragazze belghe di rifarsi sulle azzurre che, con Elisa Balsamo, tre settimane fa si erano prese la maglia iridata del ciclismo su strada a casa loro, nelle Fiandre. Dopo due giorni di gara, l’Italia è padrona assoluta dei Mondiali su pista in Francia: all’oro in apertura di Martina Fidanza nello scratch, ieri si sono aggiunti quelli del quartetto dell’inseguimento maschile e, grazie a Letizia Paternoster, il titolo nella gara-lotteria dell’eliminazione. Aggiungiamoci il primo argento della storia nell’inseguimento a squadre femminile e il quadro è completo.

Sull’anello in pino siberiano del velodromo di Roubaix, il quartetto maschile francese ha lottato spalla a spalla sul filo dei centesimi con l’Italia oro olimpico e primatista del mondo. I nostri sono usciti a razzo dal blocco di partenza (grazie alla spinta mostruosa di Jonathan Milan), i cugini francesi non si sono arresi, ci hanno superato e poi morso le ruote trascinati dal tifo del pubblico di casa. Ma quando Ganna è balzato in testa a dare l’ultima tirata, a 375 metri dal traguardo, la sua sparata ha fatto esplodere il quartetto francese, che si è sparpagliato sulla pista. Dopo 24 anni di digiuno (ma erano tempi di concorrenza meno qualificata), l’Italia si è presa di nuovo il titolo mondiale. Assieme a Ganna c’erano gli altri tre eroi di Tokyo (Consonni, Milan e Lamon) e Liam Bertazzo — riserva ai Giochi —, a cui Lamon ha ceduto il posto nella finale. Il tempo è un normale (per gli azzurri) 3’47”142 ma su un anello lento e freddo contava solo vincere. «Bellissimo esserci ripresi questa maglia dopo tanti anni — ha spiegato Ganna, che venerdì con Milan inizierà la corsa verso il quinto titolo individuale — e dopo una sfida combattuta. Sentivamo che il tifo era tutto per i francesi, ma noi abbiamo sempre pensato di potercela fare». Quella che inizia stamane tra Ganna e il suo erede friulano potrebbe essere una sfida che porta entrambi in finale.

In chiusura di giornata, ecco la «grinta da belva» (parole del c.t. Salvoldi) della trentina Letizia Paternoster che in una gara perfetta, scivolando nel gruppo come un’anguilla, ha eliminato una dopo l’altra le avversarie liquidando con freddezza assoluta la belga Kopecky nella volata finale. Dopo tre argenti e tre bronzi, per la ventiduenne trentina è la consacrazione di un talento enorme.
Ma non è finita: ieri c’è stata gloria anche per le ragazze del quartetto, dove era stata cooptata pure la neocampionessa Fidanza. Sbriciolata la Gran Bretagna in semifinale, Fidanza, Balsamo, Alzini e Consonni (sorella di Simone) hanno dignitosamente ceduto alle campionesse olimpiche della Germania in finale negli ultimi quattro giri. La loro medaglia d’argento è la prima delle azzurre nella storia nella specialità più affascinante del programma della pista, conquistata da ragazze che alternano con disinvoltura e grandi risultati strada, pista e anche un po’ di cross. Il colpaccio di Fidanza tra le donne non è riuscito ad Elia Viviani: rimasto chiuso nella volata dello scratch (vinta dal francese Grondin), il veronese si è dovuto accontentare del nono posto. Per lui quello del titolo mondiale resta un sogno: ci riproverà nell’eliminazione.

21 ottobre 2021 (modifica il 21 ottobre 2021 | 23:51)