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Women’s Forum G20 a Milano: il futuro è nella She-covery

Le donne motore per la ripresa economica post pandemia. Milano diventa il luogo da cui questo messaggio forte e chiaro verrà lanciato ai leader del G20 a presidenza italiana.

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Women’s Forum G20 Italy: donne per la ripartenza

Da ieri, domenica 17 ottobre e fino a martedì 19, nel capoluogo lombardo si sta svolgendo il Women’s Forum G20 Italy, un laboratorio per ridisegnare un futuro in cui il ruolo delle donne sia centrale. Anche perché una ripartenza “She-covery”, non solo è giusta socialmente, ma conviene e porterebbe benefici a tutti. 

Investimento sul talento femminile

L’obiettivo è uno: un investimento deciso nel protagonismo, nel talento e nella liberazione delle energie dell’universo femminile, dall’intelligenza artificiale alla finanza etica, dal cambiamento climatico fino a uno dei fronti strategici della battaglia: l’accesso all’educazione Stem e alle discipline scientifiche (scienza, tecnologia, ingegneria, matematica).

Donne e lavoro: i dati sono allarmanti

Come sempre sono i dati a parlare e in Italia parlano chiaro e sono allarmanti. Soprattutto quelli sul lavoro: quasi una donna su due non è occupata, né in cerca di un impiego. E al Sud scendiamo al 33%. 

Già nell’anno pre Covid, il 2019, i dati non erano buoni con il titolo di secondo tasso più basso dell’Unione Europea dopo la Grecia per partecipazione al lavoro. Ma, chiaramente, con la pandemia, i numeri si sono ancora più abbassati essendo state proprio le donne le più colpite. Il 70 per cento dei posti di lavoro persi sono i loro, con una situazione che rischia di peggiorare ancora. 

Bisogna agire, le parole non bastano più

Ma per modificare questo andamento al ribasso è necessario muoversi e fare molto di più. A partire dal fornire dei modelli positivi a cui fare riferimento per cambiare una cultura radicata e rendere la società più inclusiva. Un role model per creare una nuova immagine di leadership che diventi la normalità.

In questo senso c’è anche stato un leggero miglioramento soprattutto per quanto riguarda i Cda delle società quotate più grandi dove il numero di donne dal 3 per cento del 2005 è passato al 40 attuale. Ma il motivo è soltanto l’introduzione delle quote di genere, perché per il resto, come nelle posizioni apicali, i numeri sono ancora molto risicati.

Materie scientifiche: poche donne iscritte

Al centro della discussione, ne sentiamo parlare ormai da tempo, la necessità di aumentare le iscrizioni per le facoltà scientifiche, portando sempre più donne al centro degli ambiti legati alla transizione digitale e della tecnologia, perché il futuro del lavoro sarà qui. Sono queste le professioni che cresceranno di più, come si comprende dalla destinazione dei fondi del Recovery alla trasformazione digitale sarà dedicato il 20%.

Ma bisognerà sostenerle nella scelta offrendo mezzi e sollecitazioni maggiori, a partire dal linguaggio che deve cambiare. Perché non esiste sentire ancora la frase «le donne non sono portare per la matematica». Per la matematica non si è portati. La matematica si studia.

Borse di studio, quote se necessario, insegnamenti e programmi a partire dalla scuola primaria. Insomma, le donne devono essere protagoniste delle nuove sfide globali. Le parole sono state dette, ora è il momento di passare ai fatti.

iO Donna ©RIPRODUZIONE RISERVATA