Cronaca

Porto di Trieste, oltre duemila persone al presidio. Guerriglia in città con lacrimogeni e idranti tra polizia e manifestanti no Green Pass

Liberato l'ingresso al varco 4: muro di camionette e forze dell'ordine in assetto antisommossa che hanno spinto con le cariche i portuali verso la strada. Corteo dei lavoratori: "Sciopero fino a giovedì"
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TRIESTE -  Abbracciati a terra hanno sfidato lo sgombero della polizia. Tensione al porto di Trieste, guerriglia tra agenti e portuali anche tra le vie della città con alcuni poliziotti che sono rimasti feriti. Sfollati con cariche, manganellate, lacrimogeni e idranti i manifestanti che stazionavano davanti al Varco 4 dove da venerdì è iniziata la protesta dei No Green Pass.

I manifestanti, circa 300 nella mattinata sono poi diventati oltre duemila, hanno atteso i poliziotti seduti dall'altro lato lungo la strada intonando "La gente come noi non molla mai" e "Libertà". Dopo che il varco 4 d'ingresso al porto è stato liberato, gli agenti hanno seguito i manifestanti anche lungo i Campi Elisi, lanciando lacrimogeni e attivando gli idranti.

Dispersi inizialmente dopo il nutrito lancio di gas lacrimogeni e di acqua dagli idranti, i manifestanti si sono raggruppati poco dopo ai Campi Elisi davanti alla Piscina Bianchi. Qui è giunta anche la polizia che si è nuovamente dispiegata a muro per impedire alle persone di tornare indietro. Una lunga coda di manifestanti ha deciso poi di raggiungere piazza Unità d'Italia. La folla, con tamburi e scandendo i soliti slogan, si è allontanata dalla Piscina Bianchi per raggiungere il centro, attraversando via Romolo Gessi e via Locchi. Al loro passaggio alcuni residenti si sono affacciati e li hanno insultati.

"Vediamo se hanno il coraggio di caricarci anche in piazza Unità d'Italia". Lo ha detto Stefano Puzzer, dimissionario portavoce del Coordinamento dei lavoratori portuali di Trieste, che è alla testa del corteo che ha portato i manifestanti nel centro di Trieste. "Abbiamo girato la città, non ho visto una persona comportarsi in modo deplorevole - continua Puzzer - Abbiamo camminato tranquilli fianco a fianco, come siamo rimasti in queste giornate fuori dal porto. Se adesso vogliono dimostrare veramente all'Italia intera che vogliono fare di nuovo quello che hanno fatto in porto. Stiamo seduti, tranquilli, e intanto pensiamo cosa fare. Siamo arrivati alla fine del diritto della persona umana".

Trieste, cariche della polizia contro i manifestanti no Green Pass

E' stata una mattinata di tensione. I poliziotti arrivati all'alba dall'interno del porto sono scesi dai mezzi in tenuta antisommossa, un funzionario ha più volte invitato i lavoratori a disperdersi "in nome della legge" poi sono stati azionati gli idranti. "Non siamo violenti, toglietevi gli scudi", "Arretrate" "Pace, amore e libertà". Così hanno urlato i manifestanti ai poliziotti schierati al varco 4 del porto dove avevano costituito una sorta di barriera tra uomini e mezzi per avanzare lentamente spingendo lavoratori e No Green pass lontano dal Varco stesso che è poi stato liberato nella tarda mattinata. Tuttavia, non è stata ancora ripristinata l'attività portuale perché coloro che sono stati allontanati da qui si trovano in modo più o meno organizzato, lungo le strade della zona, a volte impedendone il transito. E' il caso dei Campi Elisi in direzione fuori città, dove si è formata una lunga fila di camion che attende di entrare in porto attraverso uno dei varchi.

Il presidio al Varco 4 del porto di Trieste di alcuni lavoratori portuali assieme ai manifestanti va avanti da venerdì mattina: è da lì che hanno tenuto conferenze stampa e offerto cibo e bevande a chi partecipava alla protesta No Green pass. Stamattina stavano iniziando a liberare e pulire la postazione.  L'obiettivo, hanno spiegato al megafono mentre i presenti cominciavano ad allontanarsi dal varco per riunirsi un po' più avanti lungo la strada, era quello di garantire l'accesso libero al porto "come abbiamo sempre fatto". Una decisione presa anche in vista dello sgombero forzato.

Trieste, la polizia aziona gli idranti per disperdere i manifestanti no Green Pass

"Dobbiamo rendere fluida l'attività del porto". Così ha spiegato un dirigente della polizia ad alcuni occupanti del porto di Trieste mentre continuava l'avanzata degli agenti per sgomberare il presidio 'No green pass'. Alcuni portuali si sono inginocchiati. Alcuni rappresentanti della protesta hanno parlato con le forze dell'ordine probabilmente per trovare una transizione pacifica. "Dovete liberare il porto per favore, voglio evitare che vi facciate male", ha spiegato un dirigente della polizia rivolgendosi ad alcuni occupanti dello scalo.

Stefano Puzzer in lacrime si è seduto a terra con gli altri occupanti del porto di Trieste. "Sono triste", ha detto il leader del coordinamento dei portuali, tenendo la mano di un manifestante che stringe un rosario. Un portuale che era caduto a terra dopo aver avuto un malore è stato trasferito in ospedale. All'arrivo dell'ambulanza l'uomo era cosciente, ma al momento non si conoscono le sue condizioni. I portuali di Trieste hanno annunciato che prolungheranno lo sciopero fino al 21 ottobre.

Non tardano ad arrivare le reazioni politiche. "Settimana scorsa si permette a un manipolo di neofascisti di mettere a soqquadro Roma, oggi si usano gli idranti contro i pacifici lavoratori e cittadini a Trieste. Ma al Viminale come ragionano?". Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini. E rincara Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia: "Idranti contro i lavoratori che scioperano al porto di Trieste. Lo stesso Governo che nulla ha fatto per fermare un rave illegale di migliaia di sbandati, nulla ha fatto per impedire l'assalto alla sede della Cgil, nulla fa per fermare l'immigrazione illegale e combattere le zone franche dello spaccio e della criminalità, che nulla fa contro le occupazioni abusive di case e palazzi privati, tira fuori dai depositi gli idranti per usarli contro dei lavoratori che scioperano pacificamente per non essere discriminati sul posto di lavoro. Così come vuole la Costituzione, così come richiesto pure dalla UE. Sindacati muti, media accondiscendenti, forze politiche di maggioranza plaudenti. Ecco in cosa stanno trasformando l'Italia".

Prova a stemperare i toni il senatore Pd Andrea Marcucci: "Le forze dell'ordine vanno ringraziate sempre, anche per come stanno facendo rispettare la legge, ora a Trieste. Stupiscono i distinguo di Giorgia Meloni e di Matteo Salvini, che pure è un ex ministro dell'interno. Al porto di Trieste,  c'è un presidio, che più dei portuali, è ad opera di una sorta di  'nazionalè del dissenso".