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ITALIA

Nuovi momenti di tensione al porto

Porto di Trieste, dopo lo sgombero del varco 4 facinorosi all'attacco. "Non fanno parte del sit-in"

Varco 4 libero ma camion bloccati. Coordinamento portuali condanna uso lacrimogeni. Feriti tre agenti. "Cinquemila" in piazza Unità d'Italia. Nuove incursioni di gruppi violenti: "Non fanno parte del sit-in". Il leader della protesta, Stefano Puzzer, ha annunciato: sabato 23 ottobre "vedremo il ministro Patuanelli"

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Nuovi attacchi oscurano la protesta dei Green Pass a Trieste. Scene di 'guerriglia' si consumano in Viale Campi Elisi vicino al porto, tra reparti di Polizia e Carabinieri in assetto antisommossa e giovani manifestanti, vestiti di nero, che gridano e inveiscono contro le forze dell'ordine lanciando bottiglie e altri oggetti bloccando il traffico. I facinorosi hanno anche rovesciato cassonetti della nettezza urbana dietro i quali si riparano dall'uso frequente degli idranti da parte delle forze dell'ordine. Lanciati anche dei fumogeni. 

"Sono dei gruppi violenti estranei al sit-in del no al Green Pass, non c'entrano con noi al porto. Le nostre persone sono state messe in sicurezza", ha dichiarato Stefano Puzzer parlando in piazza Unità d'Italia dove - secondo gli organizzatori - sarebbero presenti circa "5.000 persone". "Ci sono state cariche al porto mentre noi eravamo dal prefetto e durante l'incontro il clima era disteso. Noi abbiamo detto a tutti di venire in piazza Unità. Faremo tornare indietro le 150 persone che sono al porto, perché quello che abbiamo ottenuto ora non possiamo buttarlo via. Non vogliamo abbandonare chi è là. Ma questo incontro chiesto con il Governo è importante per i diritti. Noi parliamo per i nostri figli", ha detto il leader dimissionario del Clpt, Stefano Puzzer, parlando al megafono alla piazza dopo l'incontro con il prefetto di Trieste, Valerio Valenti. Poi ha annunciato che sabato 23 ottobre "vedremo il Ministro Stefano Patuanelli".

Intanto ci sono decine di camion che sarebbero dovuti entrare nel porto di Trieste rimasti bloccati in via Locchi, non lontano dallo scalo marittimo, a causa della guerriglia cui partecipano anche esponenti dell'estrema destra cittadina, in particolare gruppi ultras.

La Questura: "Lacrimogeni per evitare scontri"
In relazione alle notizie circa il lancio di un lacrimogeno presso l’istituto comprensivo Campi Elisi di Trieste, la Questura ha precisato in un comunicato che il lacrimogeno si è fermato nel piazzale antistante, senza arrecare danno alcuno ai presenti. L’intervento odierno - si legge - attuato a seguito delle determinazioni prese in sede di Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica e riguardante lo sgombero di un’area demaniale del Porto di Trieste, ha avuto la durata di circa due ore e mezze, durante le quali gli operatori di Polizia e la locale Digos hanno messo in campo ogni possibile forma di mediazione con i manifestanti, dovendo alla fine procedere all’utilizzo di idranti e lacrimogeni per disperderli, secondo un uso graduale dei mezzi di dissuasione; tra l’altro non è stata effettuata alcuna carica né è stato fatto uso dello sfollagente.

In particolare, la Questura specifica che nonostante l’invito fatto più volte dal dirigente dei servizi di ordine pubblico a liberare l’area, i manifestanti per tutta risposta si sono seduti a terra, bloccando l’avanzamento di uomini e mezzi. Hanno rifiutato anche la proposta fatta dalla Questura di trasferirsi in un’altra piazza cittadina per aver modo di continuare in quella sede la loro protesta. Si è dunque ricorso a idranti per vincere la resistenza dei gruppi più ostinati, sdraiati a terra e, per evitare che le tensioni e le provocazioni potessero degenerare in aperti scontri con le Forze dell’ordine - prosegue il comunicato - sono stati lanciati diversi lacrimogeni accompagnati da leggere spinte con gli scudi. Al termine, sono risultati lievemente contusi tre manifestanti in codice verde. Nel pomeriggio un gruppo di circa 200 facinorosi, facenti parte dei manifestanti presenti al varco 4 nella mattinata odierna, nella zona dei Campi Elisi, ha aggredito le forze di polizia con lanci di oggetti e bottiglie, danneggiando
anche diversi cassonetti. Per tale motivo - si legge in conclusione - sono stati utilizzati ulteriori lacrimogeni per disperderli.

Denunce
La Polizia di Stato ha deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica quattro persone per i disordini avvenuti in mattina durante lo sgombero dell'area antistante del Molo IV a Trieste, dai lavoratori portuali del Clpt e da sostenitori del no green pass. Sono indagate - precisa una nota - per interruzione di pubblico servizio e invito a disobbedire alle leggi statali. Una quinta persona è stata denunciata per resistenza a pubblico ufficiale. Al vaglio degli inquirenti anche la posizione di altre persone attraverso l'analisi dei video e le riprese delle telecamere di sorveglianza. Lo sgombero della polizia del varco 4 del porto, si è poi trascinato prima nelle strade della città fino ad arrivare in piazza Unità. Molti i momenti di tensione con gli agenti che hanno usato idranti e lacrimogeni per disperdere i manifestanti che a loro volta hanno usato i cassonetti della spazzatura per bloccare i mezzi della polizia. Tre i feriti lievi fra le Forze dell'Ordine.

Fedriga: "Chiedo dialogo e rispetto"
''Io dico che dobbiamo abbassare la temperatura, dobbiamo cercare di trovare una strada condivisa, io difenderò sempre chiunque voglia manifestare anche un'idea diversa dalla mia, è chiaro però che le manifestazioni devono essere fatte all'interno delle regole, altrimenti si rischia che una minoranza diventi prevaricatrice sulla maggioranza. Per questo ai manifestanti dico di alimentare il dialogo e capire che le manifestazioni si fanno dentro le regole''. Lo ha detto il governatore del Friuli Venezia Giulia ed esponente della Lega, Massimiliano Fedriga, in merito alle proteste al porto di Trieste.



Dispersi inizialmente dopo il lancio di gas lacrimogeni e di acqua dagli idranti, i manifestanti si sono raggruppati prima ai Campi Elisi davanti alla Piscina Bianchi. Un lungo corteo guidato da Stefano Puzzer ha poi raggiunto la piazza.

Zanin: Una minoranza sta creando problemi"
"Rispetto per chi manifesta pacificamente ma gli atti di violenza contro le forze dell'ordine, non ultimo il lancio di una bomba carta contro gli agenti, le minacce e le intimidazioni ai giornalisti, gli scontri e i danneggiamenti al bene pubblico verificatisi a Trieste a margine della manifestazione contro il green pass sono inaccettabili e quindi vanno condannati e perseguiti a termine di legge", lo sottolinea il presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Piero Mauro Zanin, che esprime "massima solidarietà nei confronti delle forze dell'ordine e piena fiducia nel loro operato, frutto di ordini ricevuti ed eseguiti, così come rinnovo il sostegno al mondo dell'informazione che garantisce a tutti noi di essere messi a conoscenza di quanto accade vicino a casa nostra come nel resto del mondo". "Sconcertato da quanto avvenuto e sta avvenendo a Trieste", si è detto il presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Piero Mauro Zanin, punta il dito sugli estremismi "di una minoranza violenta che sta creando parecchi problemi al capoluogo giuliano, minando la serenità di tante famiglie che oggi sono andate a lavorare".

Piazza Unità d'Italia
"Avete famiglia anche voi" e "i prossimi sarete voi, è una dittatura", oltre a insulti di varia natura, sono le parole che una parte dei manifestanti no green pass di Trieste stanno rivolgendo alla polizia schierata in piazza Unità, dove ci sono circa duemila persone.

Seguendo le indicazioni di Puzzer - che a questo punto è divenuto il loro leader dopo essersi dimesso dalla carica di portavoce del Coordinamento dei lavoratori portuali - tutti si sono seduti a terra e sono rimasti in completo silenzio.   "Noi siamo pacifici e dobbiamo rimanere pacifici fino alla fine: abbiamo diritti da far rispettare, ma non con la forza come ci hanno mostrato stamattina - ha detto, parlando alla folla - C'erano famiglie, bambini. Ci hanno attaccato e non ho parole, non me lo sarei mai aspettato. Lacrimogeni sono finiti anche dentro una scuola. Aspettiamo gli altri nostri fratelli, e restiamo seduti. Stiamo tranquilli. Noi non molliamo", ha concluso. 



Dalle parti dei Campi Elisi, non distanti del Porto, si sono verificate invece nuove cariche delle forze dell'ordine contro un altro gruppo di manifestanti.

Presidio pacifico
"L'obiettivo è che l'Italia risponda e che si unisca ai manifestanti", ha detto Stefano Puzzer, invitando i presenti a rimanere seduti e a proseguire il presidio in modo pacifico. Alcuni sono in piedi sotto il palazzo della prefettura: con tamburi e cori scandiscono il leitmotiv della protesta: "La gente come noi non molla mai'. L'invito però rimane quello a rimanere seduti il più possibile e a "non fare violenza". I portuali in piazza sono una minoranza rispetto ai manifestanti accorsi anche da altre regioni a sostegno della causa no Greenpass.   



Al megafono Puzzer ha da poco annunciato che a breve dovrebbero arrivare "altri fratelli", colleghi portuali, che fino a poco erano rimasti al porto "a difendere le famiglie, assicurandosi che ripartissero in sicurezza". "Temevamo che uno dei nostri si fosse fatto male ma non è così, siamo contenti". 

Libero Varco 4
Intanto, il Varco 4 è praticamente sgombro, un paio di centinaia di manifestanti - tra quelli che non si sono riversati sui Campi Elisi - sono nel parcheggio antistante il Varco stesso, come probabilmente era inizialmente intenzione delle forze dell'ordine. Tuttavia, coloro che sono stati allontanati da qui si trovano in modo più o meno organizzato, lungo le strade della zona, a volte impedendone il transito. E' il caso dei Campi Elisi in direzione fuori città, dove si è formata una lunga fila di camion che attende di entrare in porto attraverso uno dei varchi. L'attività è rallentata, ma prosegue.

"Non ho contezza di lavoratori del porto che partecipano alla manifestazione no vax attualmente in corso - spiega Antonio Pittelli, segretario della Fit Cisl del Friuli Venezia Giulia. - La stragrande maggioranza dei portuali sono attualmente operativi e le attività del porto stanno tornando lentamente alla normalità. D'altra parte era evidente fin dal principio che questa operazione avesse poco a che vedere con gli interessi dei lavoratori e molto invece con tematiche no vax no green pass".

Il comunicato dei lavoratori portuali: il presidio è finito, la protesta contro il green pass continua
Il coordinamento lavoratori portuali Trieste ha emesso un comunicato dove si legge che "condanna con molta forza l'odierno pesante intervento delle forze dell'ordine con idranti, manganelli e lacrimogeni contro una pacifica folla di manifestanti al varco IV del porto di Trieste. Una folla assolutamente pacifica, che in nessun momento aveva impedito il libero transito da e per il porto attraverso il Varco IV".

Il coordinamento ringrazia poi i portuali "per aver dimostrato ancora una volta la loro immensa generosità e il loro grande senso di responsabilità interponendosi tra le forze dell'ordine e la folla al fine di tutelare l'incolumità di tutti ed evitare il degenerare della situazione".  Il comitato prende atto che "il presidio è finito e conferma quanto espresso nel comunicato non rettificato del 16/10/2021. Conseguentemente riafferma di non aver alcuna intenzione di recedere dalla battaglia contro l'infame decreto che impone ai lavoratori di pagare per poter lavorare".

L'operazione di sgombero
Questa mattina, alcuni mezzi della polizia sono giunti davanti al presidio. I manifestanti li attendevano seduti dall'altro lato del Varco lungo la strada intonando slogan come "La gente come noi non molla mai" e "Libertà".
I poliziotti sono scesi dai mezzi in tenuta antisommossa e li hanno più volte invitati a disperdersi "in nome della legge" poi sono stati azionati gli idranti. "Dobbiamo rendere fluida l'attività del porto. Voglio evitare che vi facciate male", ha spiegato un dirigente.



Quando gli idranti sono stati chiusi, i manifestanti si sono seduti nuovamente tenendosi per mano o abbracciandosi, mentre i mezzi della polizia hanno avanzato lentamente per poi fermarsi. Tra i portuali anche Stefano Puzzer, leader della protesta. "Sono in lacrime. Sono triste per queste persone. Stiamo pregando. Siamo tutti qui tranquilli", ha detto, inginocchiato, mentre tiene per mano i colleghi. 

Momenti di tensione
La polizia ha poi formato una sorta di barriera tra uomini e mezzi per avanzare lentamente spingendo lavoratori e No Green pass lontano dal Varco stesso. "Non siamo violenti, toglietevi gli scudi", "Arretrate", "Pace, amore e libertà". Cosi' urlavano i manifestanti ai poliziotti. Poi, i lavoratori portuali, riconoscibili per le tute gialle, hanno costituito un cordone tra la polizia e i No Green pass per evitare appunto contatti tra le forze dell'ordine e i manifestanti. "Vogliamo che nessuno si faccia male" spiegano. "Poi ci metteremo nel parcheggio e staremo lì o faremo un corteo". La polizia ha continuato progressivamente ad avanzare e gli altri ad arretrare. Poi le prime cariche e i lanci di lacrimogeni nell'ultima fase dello sgombero.



Tre agenti feriti
Tre agenti sono rimasti feriti durante i disordini di questa mattina al Varco 4 del Porto di Trieste con i manifestanti

Cronaca della protesta
Una settimana di proteste al porto di Trieste contro il green pass culminate nello sgombero dei manifestanti di questa mattina da parte delle forze dell'ordine.

L'11 ottobre scorso 15mila persone scendono in piazza e percorrono in corteo le vie della città. In testa i lavoratori portuali guidati da Stefano Puzzer. Una loro delegazione incontra il prefetto Valerio Valenti. Il clima, in vista dell'introduzione obbligatoria del green pass è caldo, la minaccia è chiara "siamo pronti a bloccare il porto".

Il 14 ottobre il Coordinamento No Green Pass Trieste "a seguito del mancato accoglimento delle richieste presentate al Governo" annuncia l'intenzione di appoggiare i lavoratori portuali nella decisione di bloccare lo scalo.

Il 15 ottobre, giorno di introduzione della certificazione, si rafforza il presidio al porto la cui attività, anche se non è mai stata completamente bloccata subisce un rallentamento per le proteste dei lavoratori davanti al Varco 4. "Non c'è nessun blocco, chi vuole lavorare lo fa" dichiara il leader della protesta Stefano Puzzer.

Il 17 ottobre Puzzer, contestato per avere sciolto il presidio, poi ripreso, annuncia le dimissioni dal vertice del Comitato lavoratori portuali Trieste. "Ho rassegnato le dimissioni dal Clpt Trieste poiché è giusto che io mi assuma le mie responsabilità - spiega sui social - Una di queste è quella di continuare il presidio fino al 20 ottobre. La decisione è soltanto mia, non è stata forzata da nessuno. Fino al 20 saremo qui in presidio, non si molla niente".

Questa mattina lo sgombero da parte delle forze dell'ordine, i portuali prolungano lo sciopero al 21 ottobre. Puzzer, che parla di "un giorno triste" ancora una volta guida la protesta, alla testa del corteo che attraversa la città.