Caraibi, caos e rivoluzione: la libertà secondo Far Cry 6
Nemici prevedibili, gameplay ipertrofico e una storia che vale la pena di essere “combattuta”. Il nuovo Far Cry non soprende ma non delude
di Luca Tremolada
I punti chiave
2' di lettura
Antón Castillo interpretato da Giancarlo Esposito (Breaking Bad e The Mandalorian) è cattivo vero di quelli che vediamo raramente nei videogiochi. Dani Rojas invece (che siete voi) è un casinista che semina il caos ovunque vada, e lui invece è una tipologia di giocatore che conosciamo bene. L’isola di Yara è l’isola caraibica delle rivoluzioni dove si respira tabacco e si lotta per la libertà.
Far Cry 6 di Ubisoft per console e Pc è un franchise che non delude ma non sorprende. Parliamo di un open world ipertrofico, bello da esplorare quanto scontato nelle sue dinamiche narrative. Parliamo di un gioco a tratti sempre uguale a sé stesso che però sa regalare istanti spettacolari ed esplosivi. Liberare Yara dal suo dittatore sarà una impresa liberatoria.
Cosa ci è piaciuto
I giochi Ubisoft saranno anche datati come impostazione ma hanno il pregio di “prenderti e portarti altrove”. Saranno le meccaniche di gioco ripetitive ma vi ritroverete nella cosa più simile a Cuba che potete trovare in un videogioco. Poi la storia sta in piedi, i personaggi hanno quel guizzo che non trovate da altre parti e c’è la sorpresa degli animali da compagna che sono davvero di compagnia. Se in questi mesi autunnali avete voglia di sigaro, Sole e rivoluzione allora è il vostro gioco.
Cosa non ci è piaciuto
Le solite cose: intelligenza artificiale dei nemici non sempre al top e qualche incertezza di troppo nel gameplay. Vi innamorerete dell’isola di Yara, e se siete un “completista” che deve trovare missioni, armi e cose da fare ad ogni angolo allora state pronti a mettere in “pausa” la vostra vita reale. Quindi se siete un fan di Far Cry sapete quello che dovete fare.