Continua l’allerta Covid nel mondo. Tra le cause, una eccessiva fretta nelle riaperture in alcuni Paese e ineguale distribuzione di vaccini e dunque di percentuale di immunizzati nel pianeta. A livello globale 240 milioni di casi, 6,6 miliardi di vaccini somministrati. Mentre alcuni Paesi grazie a un’efficiente campagna di vaccinazione si apprestano ad allentare le misure, come l’Australia, dove Melbourne entro venerdì uscire dal lockdown duro dopo 262 giorni, periodo più lungo al mondo dopo Buenos Aires, leader in questa speciale classifica con 234 giorni.

La situazione più preoccupante è quella del Regno Unito: il premier Boris Johnson è stato tra i primi a decidere per l’allentamento delle restrizioni, confortato da una prima fase della campagna vaccinale che ha viaggiato a ritmi importanti, oggi si trova a dover fronteggiare il rischio di una nuova ondata.

Regno Unito

In Gran Bretagna ieri si sono registrati oltre 40 mila nuovi casi di coronavirus: è il quarto giorno consecuti che i numeri si aggirano su questa cifra, tutt’altro che rassicurante.  Secondo quanto riportato da dati dell?ufficio di Statistica Nazionale, i contagi sono in costante aumento da inizio ottobre Nelle ultime 24 ore le infezioni sono state 43.423, in lieve calo rispetto alle 45.066 di giovedì scorso, pari al livello più alto dal mese di luglio.

Stati Uniti

L’Fda, l'Advisory Committee dell'Agenzia americana del farmaco,  ha votato all'unanimità per raccomandare da parte dell'ente regolatorio Usa un'autorizzazione all'uso d'emergenza di una dose booster del vaccino anti-Covid della statunitense Johnson&Johnson. Lo ha annunciato ieri sera via Twitter la stessa J&J. Secondo gli esperti, riferisce il “Washington Post”, il richiamo del vaccino monodose sviluppato da Janssen può essere somministrato alla popolazione over 18 una volta trascorsi almeno 2 mesi dalla prima dose. Intanto il presidente Joe Biden ha deciso di riaprire le frontiere degli Stati Uniti per i vaccinati a partire dall'8 novembre, come annunciato la Casa Bianca. «Inizierà l'8 novembre la nuova politica statunitense sui viaggi che richiede la vaccinazione per i viaggiatori stranieri negli Usa», ha scritto su Twitter l'addetto alla stampa della Casa Bianc, Kevin Munoz. «Questo annuncio e la data di inizio si applicano sia ai viaggi aerei internazionali che a quelli terrestri», ha aggiunto.

Russia

In Russia ieri si è verificato il numero più alto di casi di coronavirus in un giorno da inizio pandemia. Sono 34.303 i nuovi contagi, rispetto ai 33.208 del giorno prima. Sono invece 997 le vittime nelle ultime 24 ore, numero vicino al massimo storico registrato venerdì, quando erano state 1.002. Il Cremlino continua a non voler imporre regole più rigide per non bloccare l'economia accusando del picco di vittime e casi quei russi che non vogliono vaccinarsi.

Australia

Migliora la situazione in Australia. Melbourne si prepara a uscire dal lockdown più lungo del mondo, secondo solo a quello vissuto a Buenus Aires. A partire da venerdì i cittadini potranno uscire dalle proprie abitazioni dopo 262 giorni, circa nove mesi, da marzo 2020. 

Cina

Ancora sotto controllo la pandemia in Cina, dove il virus esplose. Si sono registrati 20 nuovi casi confermati di coronavirus il 16 ottobre rispetto ai 14 del giorno precedente. Sono stati rilevati anche 13 nuovi pazienti asintomatici, che il Paese classifica separatamente dai casi confermati, in calo rispetto ai 18 del giorno precedente. Undici di quelle infezioni sono state importate, con il resto originato nella provincia di Yunnan. Non ci sono stati nuovi decessi, lasciando il bilancio delle vittime a 4.636.

Brasile

Il Brasile ha registrato 11.250 nuovi casi e 483 morti associati al coronavirus nelle ultime 24 ore, una leggera riduzione rispetto al giorno precedente. Lo rende noto il governo. Il Paese ha ora 21.638.726 casi confermati e 603.152 morti, secondo il recente bollettino epidemiologico del ministero della Salute. Tuttavia, le cifre tendono a diminuire nei fine settimana a causa della mancanza di personale per calcolare i dati in alcuni comuni più distanti.

La corsa alla pillola anti Covid

La pillola anti Covid prodotta dalla multinazionale farmaceutica Merck spopola in Asia, anche se non ne è ancora stata approvata la vendita. Secondo quanto riporta la Cnn, almeno otto tra Paesi e territori nella regione dell'Asia-Pacifico hanno già firmato contratti o sono in trattative per produrre su licenza il farmaco molnupiravir, che secondo alcuni esperti potrebbe rappresentare un punto di svolta nella lotta al coronaviurs. La Merck ha depositato di recente una richiesta di autorizzazione d'urgenza all'agenzia americana Food and Drug Admnistration (Fda) per la sua sua pillola, che, secondo uno studio clinico dimezzerebbe i rischi di ospedalizzazione e di decesso dei pazienti affetti da Covid. Nel frattempo, la società Airfinity specializzata in analisi di mercato rivela che tra i Paesi interessati alla pillola ci sono la Nuova Zelanda, l'Australia e la Corea del Sud. Molnupiravir «ha davvero il potenziale, per cambiare un po’ il gioco» ha commentato Rachel Cohen, direttore esecutivo per il Nord America dell'organizzazione senza scopo di lucro Drugs for Neglected Diseases.

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