In almeno uno dei tre casi di predazione che si sono susseguiti la scorsa settimana tra Pettinengo e Bioglio si sarebbe trattato sicuramente di lupi. Lo certifica il servizio veterinario dell'Asl. «Per quanto riguarda la predazione di quattro agnelli in territorio di Pettinengo, è stata verificata la predazione da lupo, in quanto sul posto era presente una carcassa che ha consentito gli accertamenti del caso» spiegano dall'azienda sanitaria. Ancora in dubbio invece i risultati relativi agli altri due interventi. «Nell'altro episodio di Pettinengo, nel quale è scomparso un esemplare di caprino da un recinto, risalire alla causa della sparizione è di fatto impossibile, in quanto la carcassa dell'animale non è stata rinvenuta. Si può presupporre che si possa trattare dell'attacco di un canide in base agli altri casi registrati in zona e a un'impronta parziale nel terreno segnalata dal proprietario dell'animale predato. Sul posto venerdì è stata piazzata una fototrappola, le cui immagini potranno essere visionate su richiesta del proprietario. Per ciò che concerne quanto avvenuto nella zona della Rovella di Bioglio, dove sono rimasti feriti tre asini e una mucca, le dimensioni degli animali attaccati e il tipo di ferite su questi riscontrate lasciano presagire che l'attacco possa essere stato effettuato da un certo tipo di predatore. Anche in questo caso tuttavia, stante le prove a disposizione, non vi può essere certezza si tratti di lupi». A lanciare l'allarme, oltre agli allevatori della zona è anche un veterinario, Filippo Servente. «La situazione è drammatica, presto per i piccoli allevamenti sarà impossibile proteggere i propri animali, servono delle soluzioni». Alcune immediate vengono proposte dai carabinieri forestali. «Durante i nostri interventi sul posto – spiega il capitano Sara Aielli – cerchiamo di dare un supporto agli allevatori attraverso dei suggerimenti a livello gestionale che, se vengono seguiti, possono prevenire le predazioni. Va poi ricordato che già oggi sono disponibili dei risarcimenti per chi ha subito danni». Gli attacchi agli armenti biellesi, secondo il veterinario biellese Filippo Servente, potrebbero anche essere dovuti se non a lupi a ibridi, cioè a incroci con dei normali cani. «Credo sia possibile che si siano verificati degli incroci con dei cani inselvatichiti -ipotizza – e che questo li renda meno timorosi nell'avvicinarsi alle case e ai centri abitati. Ritengo che questo possa essere un ulteriore grosso problema che si aggiunge al possibile aumento esponenziale dei predatori». Sull'ipotesi il capitano dei carabinieri forestali Sara Aielli invita alla prudenza. «Certo l'ibridazione tra specie diverse di canidi è teoricamente possibile e nell'ambito del progetto Life WolfAlps si stanno effettuando dei rilievi per verificare se è effettivamente così, al momento però non sono ancora stati diffusi dei dati in merito, quindi non possiamo confermare la cosa. Sull'incremento del numero di lupi bisogna considerare che si tratta di animali che si muovono su territori anche molto estesi e quindi la loro presenza può essere registrata in diversi punti della Provincia pur trattandosi sempre dello stesso gruppo»