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Lu-Ve riordina e amplia la capacità produttiva. Sfida sui ricavi extra Ue

Tra il 2021 e il 2022 il gruppo prevede circa 50 milioni d’investimenti capitalizzati. Il nodo della frenata delle filiere globali di approvvigionamento

di Vittorio Carlini

5' di lettura

Proseguire nel riordinare ed ampliare la base produttiva. Poi: aumentare il giro d’affari generato al di fuori dell’Europa. Ancora: spingere sulla ricerca e sviluppo per realizzare più prodotti eco-sostenibili. Sono tra le priorità di Luve a sostegno del business.

Oggetto sociale

Già, il business. Al fine di comprendere meglio le strategie aziendali può essere utile ricordare l’oggetto sociale del gruppo. La società, il cui primo semestre del 2021 è stato contraddistinto da fatturato e redditività in rialzo, divide i ricavi in 4 categorie di prodotti. La prima sono i cosiddetti Scambiatori di calore ad aria. Cioè: un sistema che da un lato, tramite il passaggio di fluidi nei tubi del componente, sottrae o cede calore ad un determinato ambiente; e che, dall’altro, costituisce un elemento di un apparecchio più ampio (ad esempio banchi e armadi refrigerati). Alla fine del primo semestre 2021 gli Scambiatori di calore ad aria valevano il 50,4% dei ricavi totali.

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La seconda categoria, invece, è costituita dagli Apparecchi ventilati (38% del fatturato). Vale a dire: scambiatori di calore di grandi dimensioni, che di fatto costituiscono un’apparecchiatura a sé stante. Poi ci sono i Close control/Data center (soluzioni per il condizionamento dell’aria, ad esempio, dei grandi centri d’immaggazinamento e gestione dei dati) che hanno generato il 6,7% delle vendite. Infine: le porte di vetro per, tra le altre cose, i banchi refrigerati. Quest’ultimi, sempre al 30/6/2020, valgono il 3,5% dei ricavi.

La base produttiva

Ciò detto un focus, per l’appunto, è la razionalizzazione ed incremento della base produttiva. Completato l’ampliamento in Polonia, dov’è prevista l’ulteriore espansione nel 2022, è al vaglio l’ipotesi di allargamento delle fabbriche in Cina. In India, invece, è avviato il processo di modifica del lay-out produttivo per predisporre maggiore capacità, anche a supporto dei plant europei. Inoltre, ma a livello di valutazione, c’è l’incremento dell’impianto in Russia (non prima del 2023). Infine: gli Stati Uniti. Qui Lu-Ve ha una superficie di circa 20.000 Mt2. In parte è già sfruttata per la realizzazione di scambiatori di calore usati quali componenti di soluzioni costruite da terzi.

La rimanente porzione di metratura verrà, invece, progressivamente utilizzata per implementare la fabbricazione locale, ampliando il portafoglio prodotti. Al di là dei singoli Paesi i Capex nel 2021, in larga parte indirizzati proprio sugli impianti produttivi, sono previsti intorno ai 25 milioni. Una cifra che, in linea di massima, dovrebbe confermarsi nel 2022 per poi scendere nell’esercizio successivo (18-20 milioni).

L’internazionalizzazione

Si tratta di un impegno che, tra le altre cose, è finalizzato ad incrementare la quota di ricavi realizzati al di fuori dell’Europa. Al 30/6/2021 la divisione geografica del giro d’affari è la seguente: l’Italia incide per il 20,2% del totale mentre il peso dell’Europa è del 58,9%. Il Resto del mondo, infine, genera il 20,9% dei ricavi. Ebbene Lu-Ve punta a fare salire proprio quest’ultima percentuale.

Nel medio periodo l’obiettivo è che i ricavi al di fuori dell’Europa arrivino a valere un terzo del totale. In questa strategia un ruolo importante viene recitato soprattutto da tre mercati: Cina, Stati Uniti e India (quest’ultima più in là nel tempo). Si tratta di Paesi che alla fine del 2021 dovrebbero generare (compresa la quota di export) ricavi intorno ai 40 milioni di euro (circa 15 per l’Impero di Mezzo, intorno a 20 in America e 5-6 milioni nel Paese degli elefanti). Il target, in 4-5 anni, è che il loro giro d’affari possa arrivare a circa 100 milioni.

Tutto rose e fiori, quindi? La realtà è più complicata. Il risparmiatore sottolinea che l’India, seppure la situazione sia recentemente migliorata, è ancora duramente colpita dalla pandemia. Un contesto che, al di là degli obiettivi extra-europei, rischia più in generale di frenare la crescita aziendale. La società, di cui la “Lettera al risparmiatore” ha sentito i vertici, rispetto al tema in oggetto professa fiducia. In primis, è l’indicazione, il momento più difficile per il Paese è alle spalle.

La carenza d’ossigeno (gas usato nella produzione) dovuta all’utilizzo nelle terapie intensive è venuta meno e comunque, dice il gruppo, la società è pronta a gestire eventuali nuove situazioni di difficoltà. Inoltre, afferma sempre l’azienda, da un lato tutti i suoi dipendenti sono stati vaccinati; dall’altro le realtà che, come Lu-Ve, hanno raggiunto certi livelli di produzione sul locale e nell’export sono escluse da eventuali, non auspicabili, ulteriori serrate. Infine, ricorda il gruppo, nello scorso agosto è stato raggiunto il record di fatturato mensile.

L’innovazione

Ma non contano solamente la base produttiva o l’internazionalizzazione. Altra priorità è l’impegno sulla ricerca e sviluppo. La società, in media, investe su questo fronte 2-3 milioni l’anno. Esborsi che si concentrano soprattutto su due aree. La prima è quella della realizzazione di tecnologiche che sfruttino, ad esempio negli scambiatori di calore, fluidi eco-sostenibili. Le normative, in particolare in Europa, richiedono sempre di più l’uso di sostanze non inquinanti. Ad oggi, indica l’azienda, circa il 50% delle vendite è riconducibile a materiali “green”.

La volontà, entro il 2025, è di salire intorno al 75%. Il secondo fronte dell’R&D, invece, è collegato all’elettronica per ridurre il consumo energetico. Un esempio? La refrigerazione dei data center. Quest’ultimi, sempre di maggiori dimensioni, spesso sono localizzati in aree geografiche molto fredde. In questo modo l’aria, a bassa temperatura, dell’esterno viene sfruttata per refrigerare le apparecchiature. Sennonché, nel momento in cui il termometro si alza, è necessaria l’entrata in funzione degli scambiatori di calore. Un’accensione, o gradazione, automatica della refrigerazione, che per l’appunto deve avvenire elettronicamente, riducendo così i costi energetici.

Le materie prime

Fin qui il fronte dell’innovazione. Il risparmiatore, tuttavia, sottolinea un altro aspetto: di recente si è assistito al forte rialzo delle materie prime. Si tratta di un trend che fa salire il costo del venduto. Il rischio è che questa dinamica impatti negativamente sulla redditività. Il gruppo, pure consapevole della situazione, professa ottimismo. Rispetto agli scambiatori di calore, viene spiegato, oltre il 70% dei contratti prevede delle clausole che trasferiscono al cliente l’aumento delle commodity. Non solo. Lu-Ve ricorda che, nei Paesi in cui è presente ed è maggiore la volatilità rispetto al costo del lavoro, gli eventuali più alti oneri sono traslati sull’utente finale. Analogamente, seppure non in tutti i casi, ai maggiori costi legati ai trasporti. Rispetto infine all’altra grande area di prodotti, gli Apparacchi ventilati, l’azienda sottolinea che viene sfruttato il pass trough sul listino finale.

Il nodo delle supply chain

Al di là di ciò, si può però ulteriormente obiettare che è presente una sempre maggiore frizione nelle filiere globali di approvvigionamento. Il che implica il rischio che le fabbriche di aziende come Lu-Ve possano trovarsi a corto dei materiali per la produzione. La società non condivide il nuovo timore.

Ad oggi, viene sottolineato, grazie alla diversificazione dei canali di approvvigionamento e ad un team dedicato che gestisce la situazione non c’è alcun problema di carenza di materie prime. Eventualmente, dice l’azienda, potrebbe concretizzarsi il rischio di una mancanza nella componentistica elettronica. In quel caso tuttavia, è l’indicazione, la flessibilità produttiva della società consente di realizzare, d’intesa con il cliente, prodotti sub-ottimali che poi, nel momento in cui la mancanza in oggetto verrà meno, potranno essere sostituiti con quelli più performanti.

Già, più performanti. Ma quali le soluzioni che potrebbero accelerare il giro d’affari? Su questo fronte Lu-Ve, al netto della volontà di aumentare le vendite con tutti i prodotti, sottolinea che nei prossimi tre anni dovrebbe incrementare l’incidenza degli Scambiatori di calore sul fatturato complessivo. Così come potrebbe esserci il buon andamento delle soluzioni per Data center, in scia alla progressiva digitalizzazione dell’economia.

Focus

Portafoglio ordini
A fine agosto il portafoglio ordini è di 159 milioni. È un valore record destinato a calare nel tempo. Con un simile livello la società ha visibilità su molti ricavi fino a febbraio del 2022, quando normalmente questo indicatore è in media a 2 mesi.

Per approfondire

L'andamento del titolo
L'analisi tecnica del titolo
L'analisi di Finlabo research

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