Lavoro

Cig e quarantena, nel decreto fiscale 1,5 miliardi per la proroga

C’è la necessità di rifinanziare almeno fino al 31 dicembre 2021 la cassa integrazione d’emergenza

di Marco Mobili, Claudio Tucci

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3' di lettura

Con il via libera alla Nota di aggiornamento al Documento di economia e Finanza, più nota come Nadef, atteso per martedì prossimo, il Governo tira le fila anche sul decreto collegato alla manovra di bilancio. Solo nel nome viene definito decreto fiscale, nella realtà infatti il nuovo provvedimento d’urgenza che, ormai da qualche anno, precede di pochi giorni il varo della legge di bilancio, interviene anche sul fronte lavoro, a partire dalla copertura delle risorse necessarie all’Inps per liquidare i periodi di quarantena concessi ai lavoratori rimasti in isolamento ma non coperti dalla malattia per Covid.

C’è poi la scadenza dei contratti di somministrazione, come anticipato dal Sole 24 Ore, e soprattutto la necessità di rifinanziare almeno fino al 31 dicembre 2021 la cassa integrazione d’emergenza in vista della scadenza del blocco dei licenziamenti per piccoli e terziario (oltre che per moda-tessile-calzature) fissata per il prossimo 31 ottobre.

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Il nodo cartelle

Sul fronte fiscale c’è il nodo cartelle, con la politica che chiede un nuovo stop alla notifica degli atti dell’agente pubblico della riscossione e il Governo che al momento punta a concedere una nuova chance a chi è decaduto dalla rottamazione ter. Ma come detto prima del varo del decreto collegato alla manovra si attende l’ufficializzazione della Nadef e soprattutto dei dati fin qui raccolti sulla crescita.

L’ottimismo di Franco

A rimarcare ancora una volta il buon andamento dell’economia italiana è stato lo stesso ministro dell’Economia, Daniele Franco, parlando a Lecce ad un convegno sul Pnrr. «Quest’anno cresceremo circa del 6%, l’anno prossimo almeno del 4 per cento. Sono tassi di crescita molto elevati, anche più elevati di quelli che ci aspettavamo», ha detto Franco, ricordando però che «l’anno scorso abbiamo perso nove punti di Pil». Così si torna «a malapena dove saremmo stati». Per l’Italia, dunque, secondo il ministro dell’Economia «Il vero test è la crescita» e soprattutto «è crescere stabilmente più di quanto siamo cresciuti in passato». Il debito pubblico, infine, ha sottolineato Franco «sarà meno di quanto si attendeva, per tanti motivi ma anche perché l’economia va meglio».

Più spazio per liberare risorse

Con una crescita del 6%, contro un tendenziale del 4,1% del Def, con un deficit intorno al 10% contro l’11,8% sempre indicato nel Def e con un debito decisamente più basso del 159,8% previsto nell’aprile scorso, il Governo potrà anticipare al 2021 spese 2022 per liberare spazi fiscali da dedicare al taglio del cuneo e alla riforma del fisco. Ai nuovi spazi fiscali si aggiungono le risorse stanziate nei decreti anti-crisi dell’ultimo anno e non utilizzati come ad esempio i circa 3 miliardi di ristori non erogati perché non richiesti dalle partite Iva in crisi. Ci sono poi i crediti d’imposta settoriali come ad esempio quello per la moda che attende ancora il decreto attuativo, il via libera dell'Europa ma è per legge in scadenza il 31 dicembre.

Il pacchetto lavoro

Il pacchetto lavoro, su cui sta lavorando il ministro Andrea Orlando, dovrebbe prevedere la norma sulla quarantena, che coprirà il pregresso e tutto il periodo fino al 31 dicembre, termine attualmente previsto per lo stato d’emergenza. Con circa 900 milioni di euro si risolve così un problema applicativo che aveva reso impossibile il pagamento degli stipendi dei lavoratori in quarantena. Nello stesso provvedimento d’urgenza, si dovrebbe anche intervenire per assicurare la continuità occupazionale di 100mila lavoratori in somministrazione, messa a rischio da qui a fine anno dal decreto Agosto del 2020. La proposta normativa è quella di eliminare la scadenza del 31 dicembre 2021 per i lavoratori assunti a tempo indeterminato dalle agenzie per il lavoro, inviati in missione nelle aziende a tempo determinato. Si ripristina dunque, senza una scadenza temporale, la possibilità per «tali lavoratori di essere inviati in missione sia a tempo indeterminato che a termine presso gli utilizzatori senza obbligo di causale o limiti di durata», come stabilito già dalla circolare del ministero del Lavoro 17 del 2018.

Il nodo Cig

Nel pacchetto, e in attesa della riforma complessiva di cig e sussidi rinviata in legge di Bilancio, si pensa anche di inserire altre 8/9 settimane di cassa gratuite, fino a dicembre, per gestire l’uscita “graduale” dal blocco dei licenziamenti, sulla scorta di quanto fatto a fine giugno quando è terminato (tranne per il settore tessile-moda) il blocco degli atti di recesso nei settori industria e costruzioni. Le 8/9 settimane - per chi ha esaurito o sta per esaurire entro ottobre l’ammortizzatore - sarebbero accompagnate, è l’auspicio dell’esecutivo, da una sorta di “impegno” da parte delle imprese a utilizzarle tutte (assieme agli altri strumenti di sostegno al reddito vigenti) prima di procedere ai licenziamenti. Queste 8-9 settimane gratuite, secondo le prime stime, costerebbero 4-500 milioni.

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