Rating Esg, arriva la fase due dell’indagine Consob
Terminata la parte ricognitiva, l’authority di vigilanza dei mercati finanziari punta al confronto con operatori di mercato e stakeholder
di Vitaliano D'Angerio
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Allarme greenwashing. Dall’Europa agli Stati Uniti, le authority di vigilanza hanno cominciato a monitorare in maniera decisa i prodotti finanziari Esg. In assenza di standard omogenei a livello mondiale, ci si sta muovendo in ordine sparso. In Italia, la Consob ha avviato nello specifico «un’analisi comparata delle metodologie e dei criteri attualmente utilizzati per rilasciare i rating di sostenibilità – si legge nella relazione annuale dell’authority di vigilanza dei mercati finanziari –, per prevenire fenomeni di greenwashing a tutela degli investitori».
Un’indagine in due fasi
L’indagine Consob, a quanto risulta, si snoda in due fasi. Una prima parte è soltanto ricognitiva ed è già stata chiusa dall’Ufficio giudizi di rating: in sostanza è stato realizzato un monitoraggio sui giudizi di sostenibilità utilizzati sul mercato e su come vengono costruiti. Nel dettaglio, come riportato nella relazione annuale, l’analisi ricognitiva ha riguardato «i soggetti che producono rating di sostenibilità, le agenzie di rating del credito, i data provider e i produttori di benchmark».
Il secondo step
Adesso arriva la seconda fase dell’indagine Consob. A breve partirà il confronto con gli operatori di mercato e con gli stakeholder: ci sarà dunque un faccia a faccia con chi produce i rating Esg e con chi ne è oggetto, ovvero le società quotate. Fra gli obiettivi c’è quello di favorire il dialogo fra le aziende e le agenzie oltre a valutare il grado di concorrenza del settore. Un lavoro molto approfondito da parte della Consob in un ambito che vede l’esistenza di grandi disomogeneità a livello di standard e metodologie.
I risultati di questa analisi inoltre potrebbero avere importanti sviluppi a livello europeo.
La proposta di Bruxelles
Secondo indiscrezioni, la Commissione Ue avrebbe intenzione di affrontare al più presto e in modo sistematico la questione dei rating di sostenibilità. In che modo? È molto probabile che la Commissione Von der Leyen presenti una proposta di regolamento che metta i paletti al settore e definisca in modo univoco che cos’è un rating Esg.
A chiedere una normativa stringente sulle agenzie di rating sostenibili è stata l’Esma, l’authority europea di vigilanza dei mercati finanziari. In una lettera del febbraio di quest’anno indirizzata alla Commissione, veniva appunto segnalata la totale deregolamentazione dei rating Esg e la necessità di una definizione univoca di tale strumento di giudizio. Una richiesta legata all’aumento dei patrimoni gestiti secondo criteri sostenibili e ai rischi di greenwashing.
La proposta di regolamento sui rating Esg sarà, come sempre, oggetto di negoziato fra i vari organismi europei e fra gli Stati. Il lavoro di analisi della Consob sarà sicuramente molto utile per i funzionari del ministero dell’Economia e Finanze e delle authority italiane ed europee che parteciperanno al confronto.
Le altre norme Ue
Sui temi Esg nei prossimi mesi arriveranno una serie di normative che impegneranno a tempo pieno gli uffici di compliance di banche, assicurazioni e aziende quotate. Un vero e proprio ginepraio di norme e direttive. Da segnalare che altre novità, a livello internazionale, potrebbero infine arrivare in occasione della Cop26 di Glasgow sul clima in novembre e dalla preCop26 che si terrà a Milano a fine settembre.