Ornella Vanoni meravigliosa in 20 scatti vintage
La voce più calda della canzone italiana, una massa di capelli rosso fuoco e un'eleganza anni 70 degna delle più grandi dive
Ornella Vanoni: il suo stile inconfondibile negli anni
Il mito di Ornella Vanoni è più vivo che mai nel panorama della musica italiana: è stata la colonna sonora di un'altra estate, a fianco di Colapesce e Dimartino con il brano Toy Boy per conquistare (anche) le nuove generazioni. Una voce calda, graffiata, che ricorda il pathos dell'usignolo francese, Edith Piaf, di cui ha condiviso il repertorio reinterpretando Les amants d'un jour con la versione intitolata Albergo a ore.
È Ornella che ha cantato Milano, l'amore che nasce in parchi senza fiori. A lei dobbiamo i versi che raccontano il senso di attesa spietata prima di intravedere l'innamorato fra troppe persone, o la rassegnazione a metà di quando, come l'altra grande rossa Rossella O'Hara, invochiamo le possibilità del domani, che resta sempre un altro giorno. Osannata per un savoir faire provocatorio e senza peli sulla lingua, quella di Ornella è la voce che dice sempre ciò che pensa, con la sicurezza di una diva che ha plasmato il nostro patrimonio musicale grazie a brani perennemente attuali, vestita di nero sui palchi d'Italia dall'Ariston a Roma fino agli studi Rai. Immortalata in scatti vintage che ne ritraggono la bellezza da icona anni 70, Ornella Vanoni è come la descrive Gino Paoli, divina nazionale senza ieri, senza domani, senza fine.
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