Consip si rinnova. L’ad Mizzau: «Sarà l’Amazon della Pa vicina alle imprese»
di Antonella Baccaro
di Marco Sabella25 set 2021
Si infuoca il dibattito sull’introduzione di un «salario minimo» per i lavoratori ed emerge la stretta relazione tra retribuzione minima e reddito di cittadinanza. A sottolineare la centralità di questi aspetti della politica sociale e del lavoro è il presidente dell’Inps Pasquale Tridico. «Il salario minimo per i giovani è determinante, così come anche per le donne», ha detto il presidente dell’Inps intervenendo all’evento della Cgil «Futura» in corso di svolgimento a Bologna. «Durante la pandemia - ha spiegato - le categorie maggiormente vittime sono state giovani e donne. Nella carriera lavorativa della donna, la donna con figlio rinuncia a 5 mila euro in media di stipendio rispetto a una donna che non ha avuto figli. Il gap salario nei confronti del lavoratore maschio è crescente e durante la pandemia i primi a perdere lavoro sono stati giovani e donne. Le vittime di salari bassi sono principalmente giovani e donne».
«Il reddito di cittadinanza in molti contesti ha funzionato come «salario di riserva», fissando una soglia al di sotto della quale i cittadini non sono disposi a lavorareIl salario minimo spinge su produzioni più elevate
«Come facciamo a mettere a riparo il Reddito di cittadinanza e a convincere il governo Draghi sul salario minimo? Esiste in 24 paesi dell’UE il salario minimo. Negli ultimi due-tre decenni però la contrattazione non porta a salari alti, mentre il Reddito di cittadinanza ha portato a un salario di riserva che dice che sotto una certa soglia i lavoratori non vogliono scendere. Ovunque sia stato introdotto il salario minimo ha prodotto incremento di benessere dei lavoratori, diminuzione della mortalità e aumento delle nascite. L’idea del salario minimo non è contro il sindacato, anzi. Lo Stato dice che al di sotto di un certo livello non è dignitoso lavorare e oggi ci sono 2 milioni di lavoratori che lavorano sotto i 6 euro netti l’ora e questo non è più tollerabile».
Il presidente dell’Inps ha poi sostenuto che bisogna incentivare la formazione e aiutare i giovani che spesso entrano tardi nel mercato del lavoro e hanno bassi salari: si potrebbe pensare - ha detto - al riscatto gratuito della laurea per fini pensionistici, per incentivare gli studi. Tridico ha ribadito anche la necessità per i giovani di una pensione di garanzia fissando una soglia al di sotto della quale non si può andare per consentire una vita dignitosa. Le tre emergenze del Paese - ha affermato - sono donne, giovani e Sud e su queste andrebbero focalizzati gli incentivi alle assunzioni, che producono più risultati di quelli a pioggia.
Quindi, ha ribadito la proposta di una decontribuzione piena per la donna che torna al lavoro dopo la maternità, anche per combattere il fenomeno delle dimissioni in bianco, che si stima ammontino a 30 e 40 mila l’annoSgravi contributivi alle donne dopo la maternità
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di Antonella Baccaro
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