Test salivari molecolari e antigenici: differenze e validità per green pass

Il ministero della Salute torna a precisare modalità, validità e attendibilità dei prelievi salivari: solo i molecolari servono al green pass, ma meglio usarli solo in certi casi per non ingolfare i laboratori
Test salivari molecolari e antigenici differenze e validità per green pass

Dal 19 settembre i test salivari molecolari (quelli analizzati in laboratorio, non gli antigenici rapidi) possono essere utilizzati per il rilascio del green pass. Lo prevede la legge 126/2021, il primo decreto green pass del 6 agosto scorso, pubblicato appunto in Gazzetta Ufficiale il 19 del mese.

Una circolare del ministero della Salute torna, una volta per tutte, a fare il punto sull’utilizzo di un campione saliva al posto del tampone orofaringeo. Specificando alcuni elementi sia sui campioni processati con analisi molecolare che su quelli, pure possibili, antigenici rapidi (che, lo ricordiamo, non danno diritto al rilascio del certificato verde digitale).

Nel primo caso il documento, firmato da Giovanni Rezza, direttore del dipartimento generale della prevenzione, ricorda che «recenti evidenze scientifiche sui test salivari molecolari hanno individuato valori di sensibilità compresi tra il 77% e il 93%, inoltre, alcuni studi condotti in ambito scolastico hanno riportato una elevata concordanza tra i risultati ottenuti con test molecolare salivare e con test molecolare su campione nasofaringeo e orofaringeo». Insomma, i salivari funzionano. Tuttavia, il tampone classico (con prelievo da naso e gola) «resta, tuttora, il gold standard internazionale per la diagnosi di Covid-19 in termini di sensibilità e specificità».

Seppure funzionino, l’impiego di questo tipo di test dovrebbe essere limitato a situazioni specifiche. Questo perché «richiede un numero più elevato di passaggi che comportano tempistiche più lunghe per il processamento dei campioni». Per questo, proprio per non sovraccaricare i laboratori di microbiologia regionali (che in aggiunta alle attività ordinarie sono coinvolti nel monitoraggio della circolazione di Sars-CoV-2 in ambito scolastico) «i test molecolari su campione salivare, almeno in una prima fase di avviamento, potranno essere considerati un'opzione alternativa ai tamponi oro/nasofaringei esclusivamente» in alcuni casi. Quali sono? Individui sintomatici o no fragili e con scarsa capacità di collaborazione, screening dei bambini nel piano di monitoraggio scolastico o comunque in generale in ambito educativo, operatori sanitari e socio-sanitari nel contesto degli screening programmati in ambito lavorativo. Gente, insomma, che di tamponi deve farsene tanti e di frequente. Tutti gli altri dovrebbero continuare a utilizzare i testi molecolari o antigenici rapidi orofaringei. Quelli che facciamo fin dall’inizio della pandemia.

Fra l’altro la raccolta del campione salivare (che la circolare chiama matrice) è un passaggio cruciale e può condizionare fortemente la sensibilità del test. Per questo «il ministero raccomanda pertanto l’attenta osservanza delle indicazioni fornite dai produttori del dispositivo di raccolta utilizzato». In ogni caso, se il salivare molecolare dovesse dichiarare una positività, non sarà necessario un tampone di conferma orofaringeo.

Fino a questo momento abbiamo parlato dei tamponi salivari molecolari, gli unici che appunto danno diritto al green pass. Per quelli antigenici, invece, la faccenda cambia totalmente: «I test antigenici rapidi su saliva, sulla base delle evidenze disponibili, non sono al momento raccomandati come alternativa ai tamponi oro/nasofaringei, in quanto non raggiungono i livelli minimi accettabili di sensibilità e specificità» spiega, senza compromessi, il ministero, che ricorda appunto come «i test antigenici su matrice salivare sono al momento esclusi dall’elenco comune europeo dei test antigenici rapidi validi per ottenere la Certificazione verde Covid-19». Qualcosa potrebbe cambiare, visto che «stanno emergendo alcune evidenze scientifiche riguardo il possibile impiego di test antigenici salivari basati su misurazione con strumenti di laboratorio, che tuttavia sono ancora in corso di valutazione per le applicazioni summenzionate». Si vedrà.

Il documento specifica infine che, nell’ambito del piano di monitoraggio e se il kit distribuito lo consente, i prelievi agli studenti possono essere effettuati anche a domicilio da parte dei genitori e dei tutori, «seguendo un preventivo iter formativo per il conseguimento della necessaria confidenza con i dispositivi di raccolta». Infine, ma questo dovrebbe essere scontato, il ministero ribadisce che gli esiti dei test molecolari su campione salivare, compresi quelli eseguiti nel contesto di attività di screening, dovranno essere segnalati nel Sistema di Sorveglianza Covid-19 sia dell’Iss che del ministero.

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