Close up: 9 artiste femminili che hanno cambiato la storia (con un ritratto)

La mostra fino al 2 gennaio alla Fondation Beyeler di Basilea celebra in modo originale l’empowerment di donne che hanno fatto la rivoluzione con una tavolozza in mano. Ecco «Close up» e l'arte del ritratto
Close up 9 artiste femminili che hanno cambiato la storia

Alla Fondation Beyeler, a Basilea, da questo fine settimana e fino al 2 gennaio (green pass obbligatorio) è allestita una collettiva che – scommettiamo? - piacerebbe anche ad Alexandra Ocasio Cortez. L’abbiamo visitata in anteprima per l’Italia e l’abbiamo già eletta a #mustsee di stagione.

L’ha curata Theodora Vischer, minuta quanto volitiva storica dell’arte impegnata da anni a studiare documenti e testimonianze per riportare alla luce i meriti di artiste troppo a lungo dimenticate. E così, nei luminosi spazi della fondazione svizzera (progettati da Renzo Piano: fermatevi almeno qualche minuti davanti al laghetto con le ninfee…), approdano le opere originali di nove artiste per il progetto Close Up. Berthe Morisot, Mary Cassatt, Paula Modershon-Becker, Lotte Laserstein, Frida Kahlo, Alice, Neel, Marlene Dumas, Cindy Sherman, Elizabeth Peyton.

L’idea è quella di indagare come, dal 1870 ai nostri giorni, alcune delle artiste più rappresentative abbiano sfruttato la potenza del ritratto e dell’autoritratto per darci la loro visione del mondo. Affermando – contro tutto e contro tutti – che un altro universo è possibile, che la soggettività è per sua natura plurale e composita.

In un’infilata di sale che dal color crema passano al candore del bianco più puro osserviamo l’orgoglio della francese Berthe Morisot, unica impressionista in grado di ottenere a Parigi il plauso dei critici, e dell’americana Mary Cassatt, pioniera nel riverstire di dignità gli interni domestici. Su Frida Kahlo che cosa dire che non sia stato già detto? I suoi autoritratti sono infarciti di simboli in cui la sua dolorosa storia personale si mescola con quella del Messico, la sua patria.

Con il Novecento tutto cambia: irriverenti, quasi grotteschi i rittatti di Marlene Dumas, surreali quelli di Cindy Sherman. Nella gallery di apertura vi presentiamo meglio i loro lavori e anche quelli delle altre artiste esposte in mostra, forse meno note ma non meno seducenti (la nostra preferita è semi-sconosciuta in Italia: si chiama Paula Modersohn-Becker, non perdetevela). È il momento di fare close up e di guardare da vicino e senza filtri il talento delle donne per l’arte.

Sfogliate le opere nella gallery sopra