24 settembre 2021 - 07:18

Insulti razzisti a Maignan, il tifoso: «Mi scuso, avevo bevuto. Vorrei incontrarlo e dirgli che mi dispiace»

Il sindacalista di Rovigo identificato per i cori con insulti durante Juve-Milan: «Non sono razzista, ma sono pronto a pagare». Si è dimesso dalla Cisl

di Andrea Priante (ha collaborato Antonio Andreotti)

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Il portiere del Milan, Mike Maignan (LaPresse)
Il portiere del Milan, Mike Maignan (LaPresse)

Il video è raccapricciante. Si vede Mike Maignan, il portiere del Milan, impegnato nel riscaldamento prima della partita di domenica contro la Juventus, all’Allianz Stadium. Il giocatore originario della Guyana francese è a bordo campo, il preparatore calcia qualche pallone, lui si tuffa per parare. E di sottofondo si sentono le grida di chi sta filmando con il telefonino: bestemmie e insulti razzisti, infilati uno di seguito all’altro.

La condivisione del video in una chat

A rendere tutto più assurdo, è che pochi istanti dopo sarà lo stesso autore del video a pubblicarlo su una chat, dando fuoco alle polveri che per giorni hanno alimentato sui social (specie quelli rossoneri) la caccia al tifoso razzista. Alla fine, grazie alle immagini dell’impianto di videosorveglianza dello stadio, è stato individuato: si tratta di Davide G., operaio di 40 anni della provincia di Rovigo, iscritto allo Juventus club «Scirea» di Castagnaro (Verona), dove rivestiva anche un ruolo all’interno del direttivo. Ma a lasciare senza parole, è il fatto che l’uomo è un sindacalista della Cisl, rappresentante di fabbrica.

La condanna del sindacato

«Sono frasi inaccettabili - dice il segretario provinciale del sindacato, Samuel Scavazzin - non ho ancora conferme se davvero si tratti di un nostro rappresentante, ma di certo quelle grida vanno contro i valori anti-xenofobi e di rispetto che muovono da sempre la Cisl. Se venisse dimostrato che si tratta di un tesserato, verranno presi provvedimenti». Il segretario non si sbilancia, ma l’uomo si è dimesso dal sindacato.

Il sindacalista: «So di aver sbagliato, sono pronto a pagare»

Per Davide G. è solo l’ultima batosta arrivata al termine di una giornata d’inferno: denunciato per istigazione all’odio razziale, espulso dallo Juventus Club e, in attesa che la questura gli notifica il Daspo che gli impedirà di assistere a qualunque evento sportivo, divieto di accesso all’amato Allianz Stadium. «Lo capisco, ho sbagliato e sono pronto a pagarne le conseguenze» spiega il sindacalista. È frastornato. Si è rivolto all’avvocato Elena Perini («Il mio cliente ha preso piena coscienza dei suoi errori»), che però non può fare molto: a inchiodarlo è il video che lui stesso ha diffuso on-line.

Il racconto: «Non so cosa mi sia successo, non sono razzista»

«Mi trovavo allo Juventus Stadium e prima del fischio di inizio, durante il riscaldamento del Milan, ho insultato il portiere. È tutto vero, e voglio mettere subito in chiaro una cosa: non sto cercando giustificazioni, perché ciò che ho fatto è sbagliato. Ma giuro che non sono razzista, anche se mi rendo conto che quelle grida vanno ben oltre il limite concesso a qualunque sfottò goliardico». Resta da capire cosa abbia trasformato un quarantenne che non ha mai avuto guai con la Legge, in una belva che vomita frasi vergognose. Lui la mette in questi termini: «Ero fuori di me: avevo bevuto qualche birra di troppo. Anche questo non lo dico per giustificare il mio comportamento, ma solo per dire che, chiunque mi conosca, sa bene che non sono quel genere di persona».

«Spero di incontrare Maignan per dirgli che mi dispiace»

Alcol, tifo violento, razzismo. E di nuovo, Davide G. prova a prendere le distanze da ciò che ha fatto: «Chiedo perdono al portiere del Milan, che spero di incontrare, un giorno, per dirgli che mi dispiace e che non sono il razzista che sembra. E poi mi scuso con la Juve, con il Milan e con tutti i tifosi. Supportare una squadra non autorizza a pronunciare frasi di quel tipo: esistono solo avversari, non nemici». Col capo cosparso di cenere, il rodigino si spinge perfino a proporsi come testimonial contro le discriminazioni: «Vorrei portare la mia vicenda nelle scuole, per spingere i ragazzi a riflettere sulle conseguenze che possono avere delle azioni sbagliate». Chissà.

Il commento del portiere: «Non sono incidenti isolati»

Intanto Mike Maignan ha affidato la sua reazione alla sua pagina Instagram: «Finché questi eventi vengono trattati come “incidenti isolati” e non verrà intrapresa alcuna azione globale, la storia è destinata a ripetersi ancora e ancora e ancora. Cosa stiamo facendo per combattere il razzismo negli stadi? Faccio parte di un club che si sforza di aprire la strada opponendosi a tutte le forme di discriminazione. Ma bisogna essere più numerosi e uniti in questa battaglia per la società che va oltre il calcio».

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