Gaja Masciale: «L'ansia mi tiene in vita»

Dalla voglia di fare all'ansia che la fa sentire viva. La nostra intervista a Gaja Masciale, protagonista al cinema di «Ancora più bello» e in tv di «Fino all'ultimo battito»
Gaja Masciale «L'ansia mi tiene in vita»

Secondo Gaja Masciale il mestiere dell'attore non ha un punto di arrivo, ma è ogni giorno una ripartenza: «Siamo in continua evoluzione. È un lavoro che ti apre così tanti mondi e possibilità che ti catapulta ogni volta in una nuova avventura» racconta Gaja, che questo autunno si divide tra il cinema con Ancora più bello, il sequel di Sul più bello che la vede riprendere il ruolo di Federica, e la televisione con Fino all'ultimo battito, la nuova fiction di Cinzia TH Torrini realizzata per Raiuno. «Provo ansia e, allo stesso tempo, felicità nello scoprire cosa ho combinato» continua Masciale che, così come il suo personaggio nel film di Claudio Norza, accetta le sfide squarciando il velo della paura, senza mai tirarsi indietro.

Le sfide la stimolano o la spaventano?«La prima reazione è una grandissima paura che poi mi fa dire a me stessa: "Ce la devi fare". Anche quando ho deciso di fare questo lavoro, avevo una grandissima paura di mettermi in discussione. Allo stesso tempo, però, mi dicevo che forse ci avrei dovuto provare, altrimenti non l'avrei mai saputo. Da quel momento sono riuscita a lasciarmi andare affidandomi alle sensazioni: non dico che spicco il volo, ma quantomeno apro il paracadute».

Quando ha aperto il paracadute per la prima volta e ha deciso di voler fare questo lavoro?«Da piccola mi piaceva provare gli sport, dalla danza all'equitazione, ma ho iniziato ad appassionarmi davvero a qualcosa quando, a 13 anni, un'amica di mia madre mi ha consigliato di frequentare il suo corso di recitazione. Da quel momento ho capito che non avrei mai voluto smettere. Sono andata avanti, sono entrata alla Silvio D'Amico».

Mai avuto piani b?«Sono una persona che c'ha l'ansia, anche se penso che l'ansia mi tenga in vita. Il giorno in cui avrei sostenuto il test per entrare a Psicologia iniziava la terza fase all'Accademia: era scritto che non dovessi andare. Quando ho finito di frequentare i tre anni, i miei mi hanno chiesto che cosa volessi fare, ma ho subito sentito il bisogno di prendere le cose con calma, accogliere quello che sarebbe arrivato. Coltivo, però, l'idea di una magistrale per approfondire il mio bagaglio culturale: mi piacciono i mondi della filosofia e della psicologia, tutto quello che potrebbe arricchire il mio lavoro».

Quindi al destino ci crede?«Sì. Credo che quello che ci appartiene in qualche modo ci raggiungerà. Ci vuole pazienza, bisogna mantenere le antenne attivate, ed essere bravi a lasciarci andare. Molta parte, però, a incidere davvero sono la nostra volontà, le nostre scelte e le nostre decisioni».

Prima dei 13 anni, quale pensava sarebbe stato il suo destino?«Cambiavo idea continuamente: un giorno volevo diventare una poliziotta e il giorno dopo una stilista di moda. Avevo le idee molto confuse fino a quando non ho incontrato la recitazione sul mio cammino».

Sogni?«Lavorare all'estero, confrontarmi con grandi attori come Meryl Streep e con autori straordinari come Paolo Sorrentino, che ha una visione poetica e realistica della vita che mi affascina».

Qual è il suo più grande talento?«Mantenere l'umanità e non essere travolta dall'idea del successo o del sovrastare gli altri. Essere governati non dal bisogno di stare un passo indietro, ma essere coscienti di quello che si è. In fondo, se ci pensiamo, non siamo niente».

LEGGI ANCHE

«Ancora più bello»: una clip in esclusiva del film con Ludovica Francesconi

LEGGI ANCHE

Angelica Giusto: «Mai avere fretta»